XXXIV - Una colazione deprimente

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Era strano essere di nuovo ad Hogwarts, seduti al tavolo di Grifondoro a far colazione, quasi da sola.
C'era Earl, al tavolo dei Corvonero, ma riusciva a sentire i suoi pensieri farsi strada anche attraverso le sue spesse barriere mentali, da tanto erano pressanti e caotici.
Sembrava rincorre continuamente qualcosa, ed Annie non riusciva a capire cosa, perché correva troppo veloce per essere acciuffato.
Così, dopo circa dieci minuti di caos totale, decise di prendere il piatto, alzarsi e raggiungere l'amico. Questi, di tanto in tanto, sollevava lo sguardo e lanciava occhiate di traverso a Theodore, seduto in dispare al tavolo di Serpeverde. Anche lui, ogni tanto, restituiva lo sguardo, con un chiaro punto di domanda dipinto in viso. E come lei non otteneva spiegazioni.
- Ciao- salutò il giovane, un secondo prima che lei si sedesse. Percepiva, come sempre, la sua magia. "È più nitida e potente delle altre" le aveva detto, a mo' di spiegazione.
- Ciao- rispose, appoggiando il piatto e riprendendo tranquillamente a mangiare. E continuava a sentire quel vorticare frenetico degli ingranaggi della mente del Corvonero.
- Allora?- domandò dopo un po', richiamando la sua attenzione.
Earl la scrutò per qualche istante, con attenzione, prima di decidere di rivelare tutto.
- Nott ha sentito delle cose interessanti, a Capodanno- iniziò.
- Che cose?- indagò Annie: se le aveva sentite a casa dei suoi zii, non potevano essere buone notizie.
- A quanto pare, fra le fila degli ex-Mangiamorte si vocifera di un possibile ritorno di Voldemort- incominciò ed Annie annuì.
- Sappiamo da anni che c'è questa possibilità. Cos'è cambiato?- Narcissa le diceva molte cose, ma quel che riguardava il Signore Oscuro non era fra quelle di certo.
- Pare che ora ci sia davvero un modo... ma serve qualcuno per portare avanti il piano. Per ora, nessuno si offre, nessuno fa nulla.
Annie trasalì. Il ritorno di Voldemorte avrebbe potuto significare soltanto una cosa per lei: il Marchio. Esattamente come per Draco. Istintivamente gettò uni sguardo a Theodore, seduto in disparte al tavolo vicino.
- Voi sareste i prossimi, lo sai- aggiunse, con un tono il più calmo possibile, per non allarmare eccessivamente l'amica.
- Certo che lo so.
- Ho promesso che l'avrei protetto... ma Merlino, come faccio?!- domandò, passando una mano nei capelli biondi e stringedoli furiosamente con le dita affusolate, in un moto d'ira impossibile da sopprimere - Quell'essere ha massacrato vittime innocenti, ha fatto strage di Babbani e di maghi e streghe, nelle cui vene scorreva sangue Babbano. Maghi esattamente come lui- aggiunse, scostando finalmente la mano dalla fronte - Se dovesse sceglierlo... non è possibile impedirglielo, con con il padre di Nott dalla sua parte.
Ed Annie non seppe cosa dire. Aveva sempre pensato che il Marchio non fosse quanto di più terribile ci fosse al mondo, dopotutto i suoi zii e sua nonna l'aveva cresciuta con quella visione del mondo. Era vero, però, il Signore Oscuro era un fanatico. Ed era un Mezzosangue, come quelli che uccideva.
- Tu dovresti essere al sicuro, almeno per un po', suppongo- aggiunse poi, osservandola di sottecchi. Annie, a quel punto, credette di aver sentito male - Nel senso, tuo padre si deve essere ribellato, alla fine, se Voldemort l'ha ucciso- ma si pentì subito di esser stato tanto schietto - Perdonami- aggiunse, mordendosi la lingua - Non volevo- ma Annie scosse il capo. Dopotutto, era la verità che avevan messo in circolazione. Solo lei ed Earl sapevano che c'era qualcosa che non tornava. Lei perché lo vedeva ogni notte, lui perché lei glielo aveva detto.
- Forse hai ragione. È improbabile che voglia il figlio di qualcuno che lo ha tradito, tra le sue fila- concordò, capendo quale fosse effettivamente il punto del discorso.
Poi, all'improvviso, decise che, in quel momento, quel che di catastrofico sarebbe successo a breve sarebbe sarebbe stata la lezione di Storia della Magia di Ruf.
- Non pensiamoci ora- si decise a dire, fingendo tranquillità - Per ora, il problema principale è Ruf. Poi, all'ora dopo, il mio problema maggiore diventerà il caro padrino di Draco e il tuo diventerà un certo gatto di nostra conoscenza- ed Earl annuì. Poi venne come colto da un oensiero imporvviso e balzò in piedi.
- Silente- esclamò - Devo andare- e, afferrata la borsa a tracolla ancora intatta, le scompigliò i capelli, schivò uno schiantesimo e corse fuori dalla Sala Grande, sotto le risate mal trattenute di Nott.
C'era un solo professore, seduto al tavolo degli insegnanti: Lupin osservava quei pochi, miseri, troppo assonnati mattinieri non prestare nemmeno attenzione a quello strambo Corvonero. Lupin, però, si chiese se alla fine quella pozione avesse davvero fatto effetto: non aveva dubbi sulle capacità di Piton, ma non era del tutto certo che potesse avere effetto anche sulle tracce di una Maledizione Senza Perdono.

Angolo autrice:

Lo so... lo so. È corto e dovrei studiare invece di scrivere... quindi, detto questo, hasta la vista!
🐾

La figlia di Regulus Black - HogsmeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora