Preludio

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Death, be not proud, though some have called thee

Mighty and dreadful, for thou art not so;

For those whom thou think'st thou dost overthrow

Die not, poor Death, nor yet canst thou kill me.

From rest and sleep, which but thy pictures be,

Much pleasure; then from thee much more must flow,

And soonest our best men with thee do go,

Rest of their bones, and soul's delivery.

Thou art slave to fate, chance, kings, and desperate men,

And dost with poison, war, and sickness dwell,

And poppy or charms can make us sleep as well

And better than thy stroke; why swell'st thou then?

One short sleep past, we wake eternally

And death shall be no more; Death, thou shalt die. 1





On sleepless roads the sleepless go2

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If you could see yourself now baby,

The tables have turned

The whole world hinges on your swings

Your secret life of indiscreet discretions

I'd turn the screw and leave the screen,

Don't point your finger,

You know that's not my thing 3





Gli era sempre piaciuta quell'esistenza, non aveva mai avuto problemi con quel compito per secoli. Aveva camminato a piedi scalzi per tutto il mondo senza lesioni o sconvolgimenti in lui e attorno a lui tali da desiderare di essere diverso da chi era.

Seguiva una lista e non aveva mai, nemmeno una volta, senza incorrere ad alcun sbaglio, saltato un punto, cambiato o condizionato per sua volontà. E questo, fondamentalmente, perché aveva sempre creduto di non possederla, una scelta.

Se c'era una cosa che invidiava agli uomini, infatti, era la loro seppur mortale possibilità di scegliere. Suo padre lo aveva chiamato più volte, come fosse il dono più prezioso, dopo quello di venire al mondo, "libero arbitrio" e, in effetti, quelle due parole impacchettavano in maniera perfetta, il presente che Lui aveva fatto all'umanità.

Non era una propria e vera gelosia, la sua, anche perché non era sicuro di essere in grado di provarla; l'aveva sempre considerata una curiosità, piuttosto, sbocciata la prima volta quando aveva assistito al compimento delle conseguenze che fare una scelta portava con sé.

In quell'unica occasione la sua lista si era modificata, ma non per suo volere appunto, e al posto di un nome maschile, appartenente a un bambino di otto anni, si era ritrovato a prendere con sé, per traghettarla come era sua compito, l'anima di una donna di trenta anni, in carriera - una fra le prime - il cui nome sarebbe apparso molto più in là se solo non fosse intervenuta a salvare quel bimbo, prossimo a terminare la sua vita a causa di una carrozza.

Non era la questione eroica ad averlo incuriosito, lo sapeva che senza quei tipi di atti la lista si riduceva di moltissime anime, bensì l'inaspettato succedersi degli eventi: quella donna aveva deciso di sua spontanea volontà, travolta dall'idea di risparmiare la vita a un bambino e magari salvarsi, di gettarsi praticamente nel braccio della morte. Ed era morta, per un'altra vita.

On sleepless roads the sleepless goWhere stories live. Discover now