-Questo quando te lo sei fatta?-
Alice Paciock mi sollevò il mento e mi scrutò con le sopracciglia nere aggrottate.
Sapevo che stava guardando il mio labbro inferiore e la crosta rosso scuro che richiudeva il taglio.
Mi spostai di lato per evitare un paio di Tassorosso che mi superarono, salendo la scalinata verso la sala grande.
-Ieri, zia Ginny mi ha stesa.-
Alice ridacchiò, gli occhi verdi scintillarono divertiti.
-Non ti invidio per niente, ho visto di sfuggita Albus che zoppicava.-
-Dove l'hai visto?- chiesi, cercando mio cugino tra la folla.
Alice distolse lo sguardo e strinse le labbra. -Lascia stare. Comunque sono fortunata a non avere il gene, non ci tengo a fare il vostro massacrante addestramento.-
-Il morbo- sottolineai, e Alice sorrise.
Alice, a differenza di suo fratello Frank, non era riuscita a passare le selezioni.
Tutti i figli dei purosangue erano stati condotti davanti a una barriera magica, nell'Ufficio Misteri, con il solo compito di attraversarla.
Scorpius Malfoy, Edward Nott, Amelia Rosier ed Ethan MacMillan l'avevano attraversata finendo sulla bocca di tutta Hogwarts da ancora prima che la scuola ricominciasse.
Anche tutti i Weasley e i Potter l'avevano superata senza sforzo, e, sebbene mia madre avesse avuto dubbi per via delle sue origini da nata babbana, sia io che mio fratello ci eravamo riusciti.
Ancora mi chiedevo perché. Perché la barriera non mi aveva respinto come aveva fatto con Alice?
Mi venne la pelle d'oca appena ricordai la fila di Auror con cartellina e penna alla mano, che ci guardavano come pezzi di carne all'asta.
Una parte di me, una parte egoista e crudele, era sollevata dal fatto che Alice fosse una voce fuori dal coro come me. Eravamo entrambe due emarginate tra i nostri simili: Alice non era una cacciatrice e io non ne valevo nemmeno mezza.
-Nique organizza un addestramento per quelle del primo anno dopo pranzo- disse Alice, strappandomi dal ricordo della selezione.
Sbuffai. -Dominique non riusciva a stare lontano dai riflettori nemmeno l'anno scorso, figurati questo.-
Alice rise. -Dicono che la fila di ragazzi che ha dietro arrivi dai sotterranei all'infermeria.-
Difficile non crederci. Dominique era alta, slanciata, bionda come il grano d'estate e dagli occhi più blu dell'acquamarina. Inoltre era agile e flessibile. L'avevo vista saltare e tirare pugni e calci con la grazia di una pantera quando Bill e Fleur l'avevano portata da noi per allenarsi.
Inutile dire che mi aveva stracciata e si era appartata con Hugo a ridere di me.
-Oh! Con queste braccia così forti uccidi i vampiri?-
Una voce squillante fece voltare me e Alice.
Hugo stava salendo la scalinata, qualche gradino più in basso, con una gruppo di ragazzine adoranti di Corvonero e Tassorosso a circondarlo. Una gli stava attaccata al braccio come una cozza e lo guardava come io guarderei un calice di burrobirra e zenzero.
Storsi le labbra dal disgusto vedendo la faccia soddisfatta di mio fratello.
-Megalomane- borbottai, quando lui e il suo gruppo di fan mi superarono senza vedermi.
Era perfino un anno più piccolo di me, come faceva a essere così popolare?
-È davvero bravo come dicono?- chiese Alice, seguendolo con lo sguardo.
Sbuffai incrociando le braccia al petto.
-Purtroppo sì. È evidente che sono stata adottata... almeno questo è quello che dirà di me quando si saprà che faccio schifo.-
Alice scosse la testa. -Non ti preoccupare, non vedo in che modo la scuola possa sapere che...-
-Largo, gente!- gridò una voce familiare, interrompendo Alice.
James Potter si fece spazio controcorrente tra la folla, il viso arrossato per la corsa e i ricci scompigliati. Si voltò e sventolò un Freesbe Zannuto.
-Troppo lenta!-
Amelia Rosier, il Prefetto di Corvonero, si fece largo a spintoni per raggiungerlo.
-Fermo là, Potter! Dammi quell'accidenti di frisbee o tolgo punti alla tua casa!-
James in tutta risposta le fece un'occhiolino con un sorriso ribelle e l'espressione di Amelia si fece ancora più furiosa.
Riprese a inseguirlo e James sfrecciò tra la folla, con il frisbee che cercava di mordergli la mano per scappare.
-Ehi, cugino, sei...- non feci in tempo a fermarlo o parlargli, che James mi urtò con una spallata mentre si precipitava giù per la scalinata.
Venni spinta all'indietro dal colpo e lo stomaco mi sprofondò mentre le scarpe mi scivolavano sul bordo del gradino e cadevo all'indietro.
Sgranai gli occhi e cercai di afferrare la mano di Alice, ma la mancai.
Allungai le braccia per parare la caduta, ma non mi scontrai con la pietra.
Andai a sbattere contro qualcuno e fermò la gravità che mi attirava al suolo, afferrandomi tra le braccia.
Le mie mani si erano aggrappate al bordo verde smeraldo di una divisa dei Serpeverde. Sollevai piano lo sguardo.
Scorpius Malfoy abbassò la testa verso di me e i suoi occhi grigi m'inchiodarono sul posto facendomi correre una scia di brividi sulla schiena, come se mi avessero rovesciato addosso dell'acqua fredda.
L'ultima volta che lo avevo visto era stata a giugno, quando aveva attraversato la barriera al Ministero, e all'epoca il suo sguardo non mi era sembrato così freddo e penetrante... be' forse perché effettivamente lui non mi aveva mai guardata prima.
L'unica persona con cui sembrava interagire da cinque anni a quella parte era mio cugino Albus.
-Mi stai stropicciando la tunica, Weasley.-
Il viso mi andò a fuoco dall'imbarazzo e mi affrettai a togliermi.
-Mi dispiace io...-
Nella fretta il piede mi scivolò di nuovo sui gradini e, appena Scorpius mi lasciò, rischiai di cadere di nuovo.
Ebbe i riflessi pronti e mi afferrò per una mano.
E lì successe la cosa più assurda che avessi mai sperimentato.
La sua pelle a contatto con la mia sfrigolò e una scarica di elettricità corse tra le nostre dita. Lo vidi, un piccolo fulmine argentato che durò una frazione di secondo, ma che mi punse la pelle come mille aghi.
-Ahia!-
Mi strinsi la mano al petto mentre Scorpius guardava la sua con le sopracciglia bionde aggrottate.
I suoi occhi m'inchiodarono, duri quanto l'acciaio.
-Sta' attenta, Weasley.-
-Ehi! Ti ho già chiesto scusa mi sembra e...-
-Scorp, che succede?-
Albus Severus Potter mi prese per la spalle e mi spostò con delicatezza da parte, mostrandomi un rapido sorriso.
Affiancò Scorpius e lo guardò severo. -Stai dando spettacolo.-
Scorpius sembrò rendersi conto solo in quel momento degli studenti che si erano fermati sulla scalinata a guardarci.
Abbassò lo sguardo sulla sua mano e la strinse a pugno, per poi infilarla nella tasca della tunica.
-Non è niente- mormorò. -Andiamo in Sala Grande.-
Scorpius si voltò con un'espressione annoiata e distaccata. S'incamminò per la scalinata senza guardarmi, come se non sapesse che ero lì o non gli importasse.
Albus si affrettò a raggiungerlo e il suo passo rallentò, appena passò di fianco a Alice.
Lei, che stava venendo verso di me, si fermò sulle scale e incrociò lo sguardo di Albus seguendolo finché non le passò accanto.
Non si dissero una parola, ma il viso di Alice s'incupì come se Albus l'avesse appena insultata.
-Cos'è successo?- chiesi, appena mi raggiunse.
Lei aggrottò le sopracciglia, distogliendo lo sguardo. -Di che parli?-
-Albus. Perché vi guardavate così?-
Le guance le si tinsero di rosa e così anche la punta delle orecchie, dietro cui teneva i lisci capelli neri.
-Non ci guardavamo in nessun modo, Rose, ti immagini le cose. Tu, piuttosto, da quando fai scintille con Scorpius Malfoy?-
Scoppiai a ridere di scatto, facendo sussultare una Serpeverde che mi passava accanto.
-Io e lui? Non scherzare! Dai, andiamo, sto morendo di fame.-
Entrammo in Sala Grande facendoci largo a spintoni e raggiungemmo la tavolata dei Grifondoro. Ci infilammo in un buco nelle panche tra i biondissimi gemelli Scamander, figli di Rolf e Luna Scamander, che mostravano a una ragazza del quarto anno dei Nargilli intrappolati in una sfera di vetro.
James e sua sorella Lily sedevano davanti a noi, e lei si copriva il viso con la Gazzeta del Profeta per nascondere il sorriso mentre guardava il fratello.
James fumava di rabbia, lanciando occhiate omicide alla tavolata dei Corvonero.
Sogghignai. -Che fine ha fatto il tuo Frisbee Zannuto, cugino?-
Mi fulminò. -Non una parola, Rose.-
-L'hai quasi fatta cadere dalle scale- s'intromise Alice, riempiendo il piatto di patate lesse e guardando storto James.
-Quasi?- chiese Lily abbassando il giornale. -Rose è riuscita a non schiantarsi a terra? Davvero?-
Le lanciai una pagnotta e lei sciolse in una risata la finta espressione sorpresa.
-Scorpius Malfoy l'ha presa al volo- annunciò Alice, e mezza tavolata si girò verso di noi.
Lily sollevò le sopracciglia rosse. -Quel Scorpius Malfoy?-
-Ne conosci altri, genio?- chiese Dominique acida, seduta accanto a lei, mentre si specchiava in un cucchiaio per sistemarsi i già perfetti capelli biondi.
-Ehi.- James si sporse oltre Lily. -Non parlare così a mia sorella, biondina.-
Dominique posò il cucchiaio e fulminò James con gli occhi blu. -Tua sorella è abbastanza grande da difendersi da sola, bamboccio.-
James arrossì dalla rabbia. -Sono maggiorenne e più grande di te, non puoi chiamarmi così!-
-Ah sì? Denunciami.-
-Ragazzi!- s'intromise Lily. Picchiò la spalla di James con il giornale. -Piantatela di fare i bambini, mi sembra di stare all'asilo.-
Detto dall'alto dei suoi soli quindici anni, era una gran frecciatina.
Dominique incrociò le braccia al petto e fissò furiosa la cesta di frutta davanti a sè. James la guardava ancora con la coda dell'occhio, imbronciato.
Non erano mai andati d'accordo quei due, ma nell'ultimo anno il loro rapporto si era incrinato per un qualche motivo a me sconosciuto e ora litigavano ogni volta che si rivolgevano la parola. Anche quando non lo facevano.
-Dicevamo?- Lily tornò a studiarmi con gli occhi chiari. -Scorpius Malfoy? Ne sei sicura, Rosie? Non vorrei essere io a dirtelo ma lui...-
Alzai gli occhi al cielo. -Lui è un idiota che non dice mai di no alle ragazzine che gli vanno dietro. Lo so, Lily, infatti non è successo niente e Alice sta ingigantendo la cosa.-
Alice sorrise mandando giù un pezzo di pollo fritto. -Se lo dici tu.-
Feci per tirare fuori il modo in cui lei e Albus si erano guardati, di certo Lily sarebbe stata più che entusiasta di sentire quella storia, ma un tintinnio m'interruppe appena presi aria per parlare.
Minerva McGranitt, la preside, si alzò in piedi dal centro della tavolata orizzontale dei professori.
C'era un uomo accanto lei che non riconobbi, con folti capelli sale e pepe, occhiali rotondi e spessi come fondi di bottiglia, e un impeccabile smoking viola.
Il cucchiaino che sbatteva contro il calice richiamò il silenzio nella Sala Grande.
-Benvenuti! Benvenuti a un altro anno a Hogwarts!- La preside sorrise alla folla.- Prima di far entrare i nuovi studenti per lo smistamento, c'è una questione che vorrei trattare con voi... e gradirei che restasse più confidenziale possibile, in modo da non allarmare i nuovi alunni.-
James soppresse una risata con un grugnito. -Confidenziale? Impossibile.-
Lo sguardo severo della McGranitt corse rapido alla nostra tavolata, per poi tornare sulle altre.
-Come vi sarà giunta voce, un numeroso raggruppamento di vampiri ha preso stabilimento nella Foresta Proibita. Sapete che quel territorio appartiene alla scuola solo in parte, e che non abbiamo controllo sulle creature pericolose che decidono di risedervi...-
James soffocò una risata e strappò il giornale di Lily per coprirsi il viso. -Diciamolo al cane a tre teste che mio padre ha trovato al terzo piano, o al basilisco nelle tubature del castello, o alla tarantola gigante che...-
La preside batté di nuovo il cucchiaino sul calice, per placare il chiacchiericcio che si era diffuso in sala dopo che James aveva preso parola.
-È mio dovere avvisarvi che il Ministero ha deciso di prendere provvedimenti in merito, per salvaguardare la sicurezza degli studenti della nostra scuola. Domani, in mattinata, arriveranno degli Auror a protezione degli accessi principali del castello, e qui abbiamo il signor Antares Greymark, responsabile dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.-
L'uomo seduto affianco alla preside si alzò in piedi e lisciò come le mani lo smoking viola.
Le fece un cenno, dopodiché si schiarì la gola per prendere parola.
-Sono Antares Greymark, responsabile dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.-
Passò dietro ai professori seduti alla tavolata e prese a passeggiarvisi davanti, coprendo la vista della preside.
-Siamo venuti a conoscenza della spiacevole... situazione... che ha colpito la vostra scuola. Teniamo sotto controllo i raggruppamenti troppo numerosi di creature magiche potenzialmente letali, e il gruppo di vampiri che risiede nella foresta accanto alla vostra scuola ha raggiunto un numero preoccupante. Per questo motivo il Ministero ha ritenuto opportuno invitare studenti delle altre scuole, discendenti da famiglie dedite alla caccia dei vampiri, a risiedere a Hogwarts per la durata dell'anno scolastico in modo da ingrossare le fila degli studenti prescelti per l'eliminazione dei vampiri.-
Sgranai gli occhi e colsi lo sguardo disorientato di James.
-Prescelti per l'eliminazione? Perché parla di noi come se fossimo l'esercito del Ministero?-
James si strinse nelle spalle e guardò di sfuggita sua sorella Lily, che aveva la stessa espressione preoccupata.
Antares continuò. -So che le famiglie purosangue che hanno aderito alla campagna contro i vampiri a inizio estate si sono dedicate all'addestramento dei loro figli e, in merito a ciò, vorrei che i diretti interessati si alzassero appena chiamerò i loro nomi. Parlerò con loro privatamente nell'ufficio della preside.
-Oh, merda- mormorai.
Incrociai lo sguardo confuso di Alice e quello sorpreso dei gemelli Scamander, di James, Lily e Dominique.
-Che accidenti significa?- sbottò Dominique.
Lily strinse le labbra e guardò con diffidenza Antares Greymark.
-Significa che il Ministero ficca il naso negli affari di Hogwarts... e la cosa non promette bene.-

Non ho paura di teOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz