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REAL LIFE

Purtroppo la mia luna di miele con Fede è durata poco. Io sono tornata a lavoro a pieni ritmi e Fede è dovuto torbare m giustamente a Torino per riprendere gli allenamenti in vista della nuova stagione. Ne abbiamo parlato parecchio della lontanza e di quello che avremmo dovuto affrontare, ma ora che ci siamo, che non ci vediamo da due mesi la mancanza si sta facendo sentire e sta diventando ancora più dura di quello che pensavo. Pensavo che essendo ormai adulti e non più due ragazzini avremmo provato emozioni diverse, che avremmk gestito tutto con più tranquillità e soprattutto con meno sofferenza. Purtroppo non è stato così, anzi sembra che tutto si sia amoplificato e che la mancanza che sento nei suoi confronti sia aumentata rispetto a quando vivevo con i miei e io e lui ci parlavamo ancora. Forse è proprio per questo che si è amplificato tutto; ci siamo ritrovati dopo anni di silenzio, abbiamo finalmente affrontato i nostri sentimenti e ora stiamo di nuovo divisi. Tutto questo farebbe esplodere anche la persona più apatica del mondo. "Lucia, puoi venire un secondo?" mi chiama il mio capo e io mi risveglio dal mio trans e chiudo un attimo il mio pc. "Arrivo" dico e mi alzo dalla mia scrivania per raggiungerlo nel suo ufficio. "Dimmi tutto, c'è qualche problema nel progetto Marzolli?" chiedo subito. Quello che stiamo seguendo è un progetto molto ambizioso e soprattutto molto impegnativo, tutto lo studio è impegnato in questo e ad ogni momento c'è un cambiamento o altri imprevisti." No, no, nessun problema. Volevo parlarti della tua richiesta di trasferimento alla succursale di Torino" dice e sento il mio cuore martellare. Ho fatto richiesta appena Federico è andato via da Bologna e non mi avevano ancora detto nulla. "Oh, dimmi tutto" dico torturandomi la pelle delle braccia. "Il progetto Marzolli come ben sai è un enorme progetto e mi serve tutto lo staff" dice e sento già i miei sogni infrangersi. "Quindi, ho sentito il mio opposto di Torino ed è concorde che per i primi tempi ti occuperai di questo a distanza" dice e la mia bocca si apre in un sorriso. "Mi stai dicendo quindi che posso traferirmi a Torino?" chiedo. "Dalla prossima settimana se vuoi" risponde e io vorrei saltargli addosso per la gioia, ma meglio evitare. "Oddio. Grazie davvero" dico. "Dovrai impegnarti la come stai facendo qui per il progetto" dice. "Assolutamente si" dico, anzi, avere Federico accanto mi darà una carica in più. "Ti mando per e-mail tutti i documenti da firmare" dice. "Va bene" dico e mi avvicino alla porta. "Lucia" dice. "Si?" chiedo voltandomi. "Non te lo dico perché hai rifiutato tante volte di uscire con me, ma spero che trasferirti la per lui ne valga la pena" dice e io sospiro. Ormai ho perso il conto di quante volte Luca mi ha chiesto di uscire; una volta era una cena, la volta dopo un aperitivo, è perfino arrivato a dirmi se volevo andare con lui allo stadio pur di scucirmi un si dalla bocca. Si è impegnato tanto ogni volta e mi è spiaciuto dirgli di no tutte le volte, ma non  è proprio il mio tipo. In più quando ho inziato a lavorare qui ero fidanzata, quindi un rifiuto era ovvio. Mi ha chiesto di uscire anche quando sono tornata da Marina, per farsi perdonare di avermi rovinato le ferie, io ho dovuto declina mre dicendo che avevo un fidanzato e sentendomi un giorno parlare con le mie colleghe, ha scoperto essere Federico e da li è rimasto offeso. "Ne vale la pena credimi" dico sorridendo ed esco dal sul ufficio. Anche se fosse il contrario, non sarebbero comunque fatti suoi. Torno alla mia scrivania e vorrei subito mandare un messaggio a Fede, dirgli che presto saró da lui, ma preferisco aspettare stasera durante la nostra videochiamata di routine. Credo che gli farò uno scherzo, gli dirò che non potrò più andare, così la gioia sarà maggiore ; almeno spero.
Apro il mio computer e mi rimetto al
lavoro.

Finito in ufficio sono tornata a casa come una scheggia, ho mangiato con altrettanta velocità e mi sono fatta una bella doccia. Non vedo l'ora di chiamare Fede e dirgli tutto. Ovviamente la mia idea di fargli uno scherzo è sempre li, però devo studiarmela bene e soprattutto, far si che sia credibile. Deve davvero credere che non potró trasferirmi a Torino.
Mi infilo finalmente il pigiama e mi metto a letto; chiudo gli occhi e inizio a pensare all'ultimo giorno in cui ci siamo visti quando eravamo adolescenti, quando abbiamo litigato separandoci inevitabilmente. Quello è stato il giorno più brutto della mia vita e grazie a quello mi è scesa qualche lacrime. Prendo dunque il telefono e video chiamo Fede.
"Amore mio" dice palesandosi, è sempre talmente bello da mozzare il fiato. "Ciao amore" dico, a volte mi stranisce ancora chiamarlo così. "Ma... stai piangendo?" chiede subito e vorrei già scoppiare a ridere. *Povero amore* penso. "Si... ecco... devo dirti una cosa" dico e i suoi occhi si sbarrano, pieni di terrore. "Che è successo?"  chiede subito. "Oggi Luca mi ha chiamato nel suo ufficio per parlarmi della mia domanda di trasferimento" dico tirando su con il naso. "E..." chiede sulle spine. "E dice.. che non si può fare" dico sospirando e lui rimane immobile. "Fede..." chiamo. "Non ho capito... Cosa vuol dire  che non si può fare?" chiede confuso e già lievemente alterato. "Che non posso trasferirmi a Torino" rispondo. "Ma adesso o proprio mai?" chiede. "Mai" rispondo, questa non era prevista ma meglio aumentare il dramma. "Mai..." ripete e tira una manata sul tavolino davanti a se. *Cazzo* penso. "È quello stronzo di Luca. È incazzato perché gli hai sempre detto di no e adesso di vendica non facendoti venire da me" dice e forse dovrei fermarlo. "Fede no... aspetta" dico. "Io vengo a Bologna e lo riempio di botte quel bastardo" dice ormai senza freni. "Fede no basta, era uno scherzo" dico di getto e lui si blocca. "Cosa hai detto?" chiede. "Era uno scherzo" dico sorridendo. "Che cazzo vuol dire uno scherzo?" chiede ancora più confuso. "Che non è vero che non posso venire a Torino. Mi hanno approvato il trasferimento. Posso venire da te" dico sorridendo e il suo viso si illumina subito. "Davvero?" chiede. "Si davvero" dico. "E quando?" chiede impaziente. " Da settimana prossima devo essere li allo studio perciò vengo questo weekend" rispondo e lui inizia ad esultare nemmeno fosse allo stadio. "Fede calmati" dico. "No amore, non posso. Finalmente vieni quaaaaaa" dice felice e anche io non posso non esserlo. Non vedo l'ora di incominciare questo nuovo capitolo insieme a lui. "Hai bisogno di qualcosa per preparare le tue cose?" chiede. "No tranquillo, sono attrezzatissima" risponde. "Non vedo l'ora Lu" dice. "Anche io, davvero non mi sembra vero" dico. "Finalmente" dice. "Finalmente" ripeto,sapendo a cosa entrambi ci stessimo riferendo. Finalmente avevamo deciso di fare la cosa giusta: stare insieme.
"Ora amore vado, devo finire due cose al computer e poi vado a letto, sono distrutta" dico. "Va bene piccola. Dormi perché quando arrivi per un pó non dormirai" dice facendomi l'orcchiolino. "Non mi aspetto nulla di meno" dico ammiccando e vorrei già essere la per farmi prendere ripetutamente da lui. "Guarda che vengo a Bologna" dice. "Ti aspetto" dico sempre ammiccando. "Amore..." dice sospirando, so già che dopo aver messo giù volerà sotto la doccia così come io mi perderò nella fantasia. "Vado, ci sentiamo domani" dico. "A domani amore" dice. "Ti amo" dico. "Ti amo piccola" dice. Sorrido e riattacco, felice come una Pasqua. Mi guardo intorno e sinceramente il lavoro può aspettare un'oretta. Mi alzo e prendo i miei due mega trolley. Voglio già sistemare i vestiti che non mi servono in questi giorni e prepararli. Prima inizio a fare le valigie, prima arriverà il week end e finalmente starò con lui. Prendo anche il telefono per mettere un pó dj musica, ma inizia a squillare e vedo che è Fede. "Amore" rispondo. "Prima non ho visto bene, che hai addosso?" chiede e sorrido, so già dove vuole arrivare e anche se vorrei fare le valigie, questa è un'attività molto più diverte. "Una maglietta molto larga che mi arriva alle ginocchia... Credo sia tua" rispondo e lui sospira. "Solo quella?" chiede. "E le mutande* rispondo sorridendo anche se non può vederlo." Come sono? " chiede poi." Coulotte di pizzo nero" dico e lo sento muoversi. "Tu che indossi?" chiedo. "I pantaloni bianchi della tuta e basta" risponde e io mi mordo il labbro, lo adoro in tuta. "Mmh vorrei essere li" dico. "Anche io lo vorrei tanto" dice. "E cosa mi faresti se fossi qui?" chiedo mentre la mia mano scivola verso il mio basso ventre. "Beh per prima cosa ti farei stendere sul letto, ti bacerei le labbra, poi il collo, mentre le mie mani ti accarezzano le cosce" dice, chiudo gli occhi e inizio a pensare a come è il suo tocco. Il mio corpo ha subito un brivido e infilo la mano all'interno dei miei pantaloncini e delle mie mutande. "E poi..." dico ansimando. "poi ti leverei la maglia e inzierei a percorrere tutto il tuo corpo con la mia bocca e la mia lingua fino ad arrivare in mezzo alle tue cosce* continua il suo racconto e le mie dita inziano a disegnare piccoli cerchietti sul mio clitoride." Fede... " ansimo. "Inizio a baciarti l'interno e poi inizio a torturarti con la mia lingua, lentamente come piace a te, mentre ti guardo e tu stringi i miei capelli" dice inziando anche lui ad ansimare, sintomo che come me ha inziato a toccarsi. "Continua... Non ti fermare" dico aumentando il ritmo delle mie dita. "Continuo con la lingua e poi ti metto un dito dentro per prepararti... Dio quanto ti voglio amore" posso sentire la sua mano che fa su e giu sul suo membro, che non vedo l'ora di avere dentro. "Ti voglio anche io" gli dico. "Ti lecco ancora un pó e poi mi alzo mettendomi tra le tue gambe. Ti entro dentro e...Cazzo..." impreca. "Cosa c'è?" chiedo scattando, fermando ovviamente la mano. "Mi stanno chiamando sotto" risponde. "Ignora" dico. "Non posso amore, non ho fatto caso all'ora, è Giorgio che mi è passato a prendere, abbiamo una specie di riunione" mi dice e io ci rimango male. "Cosa vorrebbe dire? Che mi molli in queste condizioni?" chiedo irritata. "E io cosa dovrei fare, ho il cazzo più duro del marmo" dice e scoppio a ridere. "Non ridere, è vero, adesso devo pensare a quelcosa di osceno" dice. "Pensa alla signora che stava sempre vicino a noi nel lettino al bagni quando eravano piccoli" gli dico subito. "Oddio no... Ecco si è ammosciato" dice ridendo e io faccio lo stesso. "Scusami amore" dice. "Tranquillo, non preoccuparti" dico, vorrà dire che farò la valigia come preventivato. "Ti chiamo domani" dice. "A domani... Ti amo" dico. "Ti amo" riattacca e io buffo lanciando il telefono. Non c' è peggior cosa di essere eccitata e insoddisfatta. Certo, potrei continuare, ma con la voce di Fede è tutta un'altra cosa. Magari dopo se avrò voglia. Mi rialzo sistemando la maglietta e torno alle mie valigie. Quando sarò a Torino, quel ragazzo non lo faccio più uscire dalla camera da letto.

Io con te ho imparato a dire ti voglio bene ||Federico Bernardeschi ||Where stories live. Discover now