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31 OTTOBRE 2024
Rispondo agli ennesimi auguri di buon compleanno e getto il telefono dall'altro lato dell'enorme divano, per tornare a dedicarmi al mio lavoro. Il mio capo mi ha lasciato il giorno libero essendo il mio compleanno, ma finalmente mi è venuto un lampo di genio e di conseguenza il modo per far quadrare le cose nel progetto a cui sto lavorando. Un loft semplicissimo, ma che richiede una cura nei dettagli pazzesca, soprattutto per quanto riguarda le misure; tutto deve essere perfetto. "Mi serve un altro caffè" dico alzandomi dal divano e mi blocco appena sento il campanello. Deve essere per forza uno dei vicini dato che il portone deve essere aperto da lì appartamenti e sicuramente sarà uno che culle farmi gli auguri. Marco questa mattina ha avuto la brillante idea di dirlo tutto al condomino e adesso mi stanno tutti assillando chiedendomi come festeggeró; in realtà, da quando mi sono trasferita qui e da quando una certa persona non è più nella mia vita ho perso la voglia di festeggiare. Il primo anno, ho festeggiato solo con Gaia e la sua famiglia, da due anni a questa parte si è aggiunto anche Marco, il mio fidanzato o meglio, futuro marito. Il campanello suona di nuovo e io alzo gli occhi al cielo. "Arrivo" dico e cambiando senso di marcia, vado verso la porta d'entrata. Apro e appena vedo la persona che ha suonato mi si ferma letteralmente il cuore. FEDERICO. "Ciao" dice quasi sussurrando. Sono tre anni che non lo vedo, tre anni che so cosa combina solo perché Gaia si ostina a dirmelo. "C...Ciao" dico tremando. Ero convinta che non lo avrei mai più rivisto così da vicino. "Cosa... Ci fai qui?" chiedo, oltre alla sorpresa di averlo qui davanti, so anche che ora abita in Canada quindi vederlo qui è il doppio più strano. "È il tuo compleanno... Trenta è un traguardo importante e... Non potevo...". "Grazie" lo fermo, il cuore mi sta martellando nel petto e sinceramente vorrei piangere. Dopo averlo lasciato, mi ha cercata nella settimana successiva e poi è scomparso, ricomparendo sui giornali con una ragazza diversa ogni settimana. Dopo esserci lasciati si è lasciato totalmente andare e io in quegli scatti non lo riconoscevo più. Averlo davanti, devo ammettere che un po' male al cuore mi fa. "Ti ho portato anche questo" dice allungandomi un piccolo pacchetto. Tutto questo mi sembra quasi assurdo. "Oh io... Entra" dico. Non che sia al settimo cielo ad averlo in casa, ma non posso lasciarlo li come un allocco sul pianerottolo. Sono passati tre anni infondo ed entrambi siamo andati avanti, io almeno di sicuro. "Accomodati" dico indicando il divano. "Grazie, è bello qui" dice guardandosi intorno. "Grazie" dico e mi siedo all'altro lato. "Posso offrirti qualcosa?" chiedo. Voglio scappare. "No grazie, volevo solo vederti" dice e io abbasso lo sguardo. C'è stato un tempo in cui questo ragazzo era tutto il mio mondo e ora sembra un completo estraneo. "Non dovevi disturbarti comunque" dico. "Te l'ho detto, i trenta sono importanti e per ovvi motivi mi sono perso fin troppi compleanni" dice e mi si stringe il cuore. Io e Fede avevamo una tradizione: passare tutte le feste insieme, da quelle comandate ai compleanni, che erano ovviamente i più importanti. Quella tradizione ovviamente è morta quando è morta la nostra storia. "Già, ci siamo persi un po' di feste" dico e faccio un bel respiro,lui abbassa lo sguardo e mai avrei pensato che tra noi ci sarebbero stati questi silenzi. Nemmeno quando eravamo in crisi. "Come stai?" chiedo di getto e lui torna a guardarmi. "Bene, ora sto bene" risponde. Dopo esserci lasciati, alla Juve ha passato un periodo ancora più buio e alla fine la sua storia con la Vecchia Signora è arrivata al capolinea portandolo fino in Canada. "Gaia mi ha detto che a Toronto hai trovato la tua dimensione" dico. "Si è vero, li tutto sembra più facile e ho ritrovato la fiducia in me stesso" dice sorridendo e per un attimo rivedo quel ragazzino di cui mi sono pazzamente innamorata a diciassette anni. "Ne sono davvero felice. Te lo meriti" dico, nonostante il male che ci siamo fatti, non si meritava di essere considerato il maggior problema della Juventus. Dopo che se n'è andato la squadra ha avuto un enorme tracollo, dimostrando che lui non è mai stato il problema. "Non merito queste parole da te, ma grazie" dice guardandomi negli occhi e sento gli occhi inumidirsi. "Sono passati tre anni, siamo andati avanti entrambi e ho sempre saputo quanto tenevi e tieni tutt'ora al tuo lavoro" dico sinceramente e anche lui si sta trattenendo. "Il tuo lavoro? Gaia mi ha detto che sei un pezzo grosso nel tuo studio" dice cambiando discorso e lo ringrazio mentalmente. "Pezzo grosso è un parolone, ma non mi vergogno ad ammettere che sono una dei più bravi" dico soddisfatta. "Hai sempre avuto un grande talento" dice e probabilmente si riferisce alla nostra villa in collina. Ho tampinato l'architetto affinché assecondasse tutte le mie idee e alla fine era uscita la casa dei nostri sogni. Fede amava quella casa, come l'amavo io. "Grazie" dico cercando di non pensarci troppo. "Anche qui si vede il tuo tocco" dice guardandosi intorno. "Ho dovuto lasciarci il cervello per riuscirci, ma alla fine ho vinto" dico sorridendo. "L'appartamento è tuo?" chiede. "Si, il primo anno ero in affitto, poi ho deciso di comprarlo e quindi Marco si è trasferito qui" racconto. "Marco?" chiede aggrottando la fronte. "Gaia non te lo ha detto?" dico spontaneamente. "Detto cosa?" chiede e sembra sinceramente confuso. Só di per certo che Gaia lo abbia sempre informato su di me, una volta scoperto dove fossi, mi risulta strano che non lo abbia informato su questo. "Tra qualche mese mi sposo" dico alzando la mano sinistra mostrando l'anello all'anulare. "Ti... Sposi" dice visibilmente sorpreso. *Perché Gaia non glielo ha detto? * mi chiedo. "Davvero Gaia non te lo ha detto?" chiedo. "No, insomma, mi ha accennato che ti vedevi con qualcuno, ma deve aver dimenticato di dirmi che quel qualcuno è il tuo fidanzato" dice e non so perché mi sento quasi in colpa ad averglielo detto così. "Già, sicuramente si è dimenticata" dico. "Beh, congratulazioni allora" dice sorridendo sinceramente e la cosa sembra surreale. Ho sempre pensato che all'altare ci sarei finita con lui.
FEDE POV
"Marco?" chiedo istintivamente, di tutto quello che mi ha detto ho capito solo il nome di questo tizio. "Gaia non te lo ha detto?" mi chiede e io inzio a fare mente locale di tutto quello che mi ha detto mia sorella su di lei, ma nulla su questo Marco mi salta alla mente. "Detto cosa?" chiedo curioso e soprattutto confuso. *Cosa doveva dirmi mia sorella su questo tizio?* mi chiedo. "Tra qualche mese mi sposo" dice alzando la mano per mostrami l'anello all'anulare sinistro. Sento una stretta lancinante al cuore. "Ti... Sposi" dico con la gola secca. *Perché cazzo Gaia non me lo ha detto? * chiedo furioso dentro di me. Certo, non sono venuto qui con l'intento di riconquistarla, ma avrei voluto saperlo prima. "Davvero Gaia non te l'ha detto?" mi chiede, probabilmente anche lei si sta domandando perché Gaia non mi abbia dato questa notizia. "No, insomma, mi ha accennato che ti vedevi con qualcuno, ma deve aver dimenticato di dirmi che quel qualcuno era il tuo fidanzato" dico e sento la stretta al cuore rafforzarsi. "Già, sicuramente si è dimenticata" dice. "Beh, congratulazioni allora" cerco di sorridere sinceramente, ma dentro sto morendo. Prima di rovinare tutto, vedevo noi due all'altare. "Grazie, davvero" sorride anche lei e si sfiora l'anello con le mani. "Da quanto state insieme?" chiedo. Non me ne importa un cazzo, ma voglio tornare almeno ad essere suo amico. "Due anni" risponde. "È già vi sposate?" chiedo di getto. "Beh...Marco...sa quello che vuole" risponde e molto probabilmente è una frecciatina al sottoscritto. Otto anni insieme e non gliel'ho mai chiesto nemmeno per scherzo. "È un'ottima cosa. Un uomo che sa quello che vuole è già a metà dell'opera" dico sorridendo. "È tu? Hai qualcuno?" chiede e vorrei dirgli di sì, che sono felice come lo è lei, ma mentirei, dopo di lei non ho più avuto una relazione stabile o meglio, che durasse più di qualche mese. "No, al momento no" dico abbassando lo sguardo. "Sono certa che troverai la persona giusta" dice. *Tu eri quella giusta e ti ho lasciata andare* vorrei dirgli. "Si prima o poi arriverà" dico invece è la porta dell'appartamento di apre. " Amore sono... OH" dice, quello che penso sia Marco vedendomi. "Amore" dice Lucia spontanea e si alza per andare da lui e lo saluta con un bacio. "Federico era in città ed è passato a farmi gli auguri" dice con disinvoltura e mi chiedo se lui sappia che io sia. "Oh, che sorpresa" dice e si avvicina. "Beh è un piacere conoscere il mio predecessore... Marco piacere" dice allungando la mano. *Sa di me* mi dico. "Federico piacere" stringo la sua mano è lo osservo. Fisicamente con me non c'entra un emerito cazzo. Io sono biondo, lui ha i capelli neri come la pece, io sono sbarbato, lui una barba curata anch'essa nera (il pv è Marco Palvetti di Gomorra, trovate la foto nelle storie sul mio profilo IG) Io ho l'aria di uno che vivrebbe anche per strada, lui sembra abbia un palo nel culo. Probabilmente fa un lavoro alto locato. Marco si siede accanto a Lu e mi sembra davvero una cosa surreale. Io, Lù e il suo futuro marito che non sono io. Sembra un multiverso orribile e non posso restare. Non dovrebbe, ma fa male. "Comunque ora devo andare, starò qui solo qualche giorno e ho una montagna di cosa da fare" dico alzandomi. "Ah vai già?" chiede Lu e la cosa mi uccide. Starei qui tutta la vita se me lo chiedesse, ma non con lui presente. "Mi sarebbe piaciuto fare due chiacchiere, Lucia mi ha parlato talmente tanto di te..." Marco sorride e vorrei prenderlo a pugni. Sono il suo ex, non un vecchio amico. "Mi spiace davvero tanto, ma è stato un piacere conoscerti" dico mentendo. "Ti accompagno" dice Lucia e mi scorta alla porta, che apre subito. "Mi ha fatto piacere vederti" mi dice. "Sul serio?" chiedo. "Sul serio" risponde. "Sono certo che lui saprà trattarti meglio di quanto abbia fatto io" dico quasi sussurrando. "Fede" dice. "Ciao Tata" dico chiamandola come facevo in adolescenza e me ne vado mi prima che i miei occhi diventino un fiume in piena.

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Io con te ho imparato a dire ti voglio bene ||Federico Bernardeschi ||
FanfictionUn'amicizia quasi fraterna nata da bambini, quella tra Lucia e Federico. Cresciuti insieme hanno imparato a volersi bene, a non riuscire a fare a meno l'uno dell'altro e a raccontarsi ogni cosa. Lucia vuole fare la cantante, Federico il calciatore...