Capitolo 31

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~ Pilar ~

«Stai bene Amore?»

Miguel mi sorride, «Certo mamma, oggi al campo estivo mi sono divertito tanto.»

Non vuole farmi vedere che l'aver visto Gabri l'ha turbato.

Ne sono sicura, ha guardato lei e poi me, come se sperasse di trovare sul mio viso un'espressione di meraviglia come la sua.

Adesso non mi dice nulla, con me non parla mai di Alessandra, ha capito da subito che mi fa soffrire farlo.

Ho provato a prendere l'argomento, seguendo il consiglio dello psicologo, ma Miguel continua a rifiutare di parlarne.

L'unica cosa che fa quando cala il buio è uscire fuori, siede per terra accanto alla porta e guarda il cielo.

Nella favola che ho inventato per lui, Alessandra è diventata una stella che lo guarda da lassù, così ogni sera lui sta lì e credo che le parli nei suoi pensieri.

In questi ultimi mesi siamo riusciti a trovare un equilibrio, ma l'arrivo di Gabri ha già destabilizzato il mio, e adesso la paura dell'effetto che potrà avere su mio figlio mi terrorizza.

Ho fatto il possibile per tornare subito a casa.

Ho sperato di rientrare prima del suo arrivo, ma adesso con quel maledetto scooter che le ha dato Fernando sarà impossibile, lei considerando il traffico potrebbe anche far prima di me.

Non potrò più accettare l'aiuto degli altri genitori, che portano i bambini al campo estivo, per riportare Miguel a casa.

Dovrò sempre andarlo a prendere io, se lui torna prima di me, mi aspetta fuori la porta, non gli piace stare a casa di Ester.

In ogni caso adesso ho un'assistente, quindi, posso permettermi di andare via prima, oggi mi è stata utilissima, certo i vestiti in lavanderia li ho portati di proposito, speravo di farla crollare al primo impatto, ma sembra una dura. Comunque, mi sono evitata di fare la spesa, e quelle piccole cose che ogni giorno mi sfinisco e mi rubano tempo prezioso.

Per tutta la settimana, continuo a tenere Gabri lontana da me, ogni sera prima di mettermi a dormire preparo un programma per decidere cosa posso farle fare, mi sono anche concessa due giorni liberi, le ho mandato un messaggio con tutte le istruzioni e io sono andata al mare coi bambini, è stato bello e rilassante.

Le ho sentito dire ad Aida che preferisce essere chiamata solo Gabri, da quel momento ogni volta che la chiamavo ho scandito per esteso il suo nome.

Non ha mai fatto una piega nonostante la tratto male e le do cose assurde da fare, ma quando pronuncio il suo nome, il fastidio che le provoco le si legge in faccia.

«Che diavolo ci fa quella scrivania davanti al mio ufficio?»

Punto Fernando seduto alla mia scrivania, lui sorride soddisfatto, si alza e mi viene incontro. «Spostati, i tecnici stanno portando il computer da collocare sulla scrivania di Gabri e d'ora in poi è così che la chiamerai.» Gli lancio uno sguardo furioso, «Mia cara è inutile che ti inalberi così, ho lasciato che ti divertirsi a renderle la vita un inferno, ma adesso basta!»

«Cosa credi di fare? Le hai dato lo scooter e adesso una vera postazione, se pensi che la farò lavorare sul serio qui, ti sbagli e continuerò a chiamarla Gabriella.» M'irrigidisco, non sopporto le sue imposizioni, ho dei motivi più che valiti per ribellarmi.

«Ora basta!» Me lo urla in faccia, «Se Gabri va via, quanto è vero che mi piace il cazzo, ti sbatto fuori di qui a calci nel culo, e non sto scherzando, mi conosci e sai bene che è così!»

Sunshine - Oggi è un donoWhere stories live. Discover now