Capitolo 49 "Non tentare di combattere la tempesta"

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Jason'sPointofView

Jake aveva detto di dover andare in bagno, ma ormai lo conoscevo e sapevo che era solo una scusa per fuggire da quella situazione imbarazzante. Blane continuava a guardarmi con quello sguardo trionfante. Mi faceva incazzare quando faceva così: pensava che con la scusa del concerto avrebbe guadagnato punti a suo favore, ma Jake era mio e lui non me l'avrebbe portato via così facilmente. Scossi la testa e Blane sorrise maliziosamente.

Poi fui strappato bruscamente dai miei pensieri a causa di un forte rumore e un urlo. Sarah si era alzata con una bottiglia di birra in mano, ma per quanto era ubriaca era inciampata ed era caduta, ferendosi. Il pavimento era pieno di pezzi di vetro e di sangue proveniente dal suo braccio sinistro. Mi alzai di scatto e mi inginocchiai accanto a lei.

"Sarah!" esclamò Tomas.

Gli altri si erano riuniti intorno a noi e avevano l'aria preoccupata.

"Sto bene, sto bene!" disse lei, forzando un sorriso.

Quella ragazza era fantastica: riusciva a ridere anche nelle situazioni più assurde. Probabilmente era l'alcool ad anestetizzare il dolore, ma pensai comunque che lei fosse davvero forte.

"Sarah andiamo, ti porto in ospedale." disse Tomas, prendendola per il braccio sano.

"No! Non esagerare ora. Sto bene, mi basterà una medicazione."

"Okay, Jason hai qualcosa in casa?" chiese Tomas.

Annuii con la testa e li accompagnai nell'altro bagno. Li lasciai soli e uscii. Mi ritrovai davanti a Blane. Cercai di superarlo, ma lui mi bloccò mettendomi una mano sul petto.

"Ma cosa cazzo vuoi?" chiesi, con aria scocciata.

Lui si limitò a fare un mezzo sorriso, che non fece altro che farmi arrabbiare ancora di più.

"Qualunque cosa tu stia facendo, smettila." gli dissi, in tono freddo.

"Ti da fastidio che vada al concerto con Jake, vero?"

Alzai gli occhi al cielo.

"Pensi di potermelo portare via? Pensi che sceglierà te un giorno? Bè se è così ti sbagli."

"Mi ha promesso che se mai un giorno tu gli spezzerai il cuore, lui verrà da me."

Cosa aveva fatto? Non potevo crederci, di sicuro quello stronzo stava mentendo.

"Le tue bugie da quattro soldi non cambieranno le cose e nemmeno quel concerto."

"Che ne sai? Tu non verrai con noi."

Lo spinsi al muro, appoggiandoci le mani per bloccarlo. Eravamo vicini, troppo vicini. Riuscivo a vedere chiaramente il verde dei suoi occhi e le pupille che gli si stavano ingrandendo.

"Blane, solo un altro passo falso e me la pagherai. Non sto più scherzando ora."

Sembrava tranquillo, ma il suo respiro affannoso e le sue guance rosse dicevano tutt'altro: era nervoso e si vedeva. Sapeva che non poteva tenermi testa, era sempre stato così fin da quando eravamo ragazzini. Quando ci provava falliva miseramente, ogni volta.

"Perché non vuoi che mi avvicini a lui? Voglio solo essere un buon amico, nient'altro."

Sì Blane, un buon amico. Magari avrebbe voluto scoparselo, altro che amicizia.

Ripresi fiato e ritornai a guardarlo dritto negli occhi.

"Perché lui è mio. Mio, capito?!"

Appoggiò completamente la testa al muro e sembrò quasi che il tono di voce che avevo usato lo avesse spaventato. Feci scivolare le mani in basso per poi staccarle dal muro. Non dissi nient'altro e tornai in sala, cercando di ricompormi. Quel ragazzo aveva la dote di farmi incazzare in ogni occasione.

Jake e Jason | Come un uraganoWhere stories live. Discover now