- Such a pretty face on a pretty neck -

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And all the boys, they were sayin' they were into it, such a pretty face on a pretty neck.
- H. S.

Alice continuava a perdersi con lo sguardo nel paesaggio emiliano mentre fuardava fuori dal finestrino. Charles, di fianco a lei, si stava concentrando alla guida mentre tamburellava le dita sul volante della sua Stelvio nera a ritmo della canzone che la radio stava passando in quel momento.
Entrambi non riuscivano a proferire parola e non perché non sapessero cosa dire, semplicemente erano entrambi troppo impegnati nei loro discorsi interni; se per Alice il pilota si stava rivelando una lotta ai suoi principi e a come si era sempre comportata nei confronti del genere maschile, Charles vedeva nella mora al suo fianco una sfida ogni giorno sempre più intrigante e curiosa da vedere fin dove poteva spingersi. Dentro di Alice stava prendendo sempre più forma l'idea che il pilota non avesse fatto nulla di male nel meritare quel suo atteggiamento altalenante e di chiusura ma che fosse ben consapevole del perché, involontariamente, si trovasse ad attivare quel meccanismo di difesa per cercare di salvaguardare un cuore già tenuto in piedi per miracolo.
Si voltò a guardarlo cercando di disegnare nella sua mente quel profilo dannatamente perfetto che si trovava ammettendo una gelosia nascosta verso la sua fidanzata che poteva far sue quelle labbra ogni qualvolta che poteva.
Accorgendosi dello sguardo su di lui, Charles si voltò leggermente a regalandole un sorriso e facendo uscire quelle fossette che Alice stava cominciando ad amare.
«Mi perdoni allora?» chiese con tono speranzoso e mettendo su uno sguardo da cucciolo bastonato.
«Mmm...diciamo che potrei darti una seconda occasione.» confessò alla fine Alice, capendo di non riuscire più a tenere su la recita della persona offesa.
In un lampo tutta la mimica facciale del pilota assunse contorni completamente opposti a quelli di mezzo secondo prima.
«Frena l'entusiasmo, pilota. Ho detto potrei!»
«Si, si va bene!» le rispose blando, come se non avesse minimamente ascoltato l'ultima frase.
Alice, nel vederlo così contento come un bambino a cui hanno appena regalato un pacco pieno zeppo di caramelle, sorrise e tornò a guardare davanti a lei per rendersi conto che a Maranello mancassero all'incirca 15 km prima di arrivare.
In quel momento dalla radio cominciò a suonare nell'ambiente Kiwi di Harry Styles e guardandosi, alleggeriti forse da un peso che entrambi si portavano dentro, fecero partire un karaoke improvvisato, inventandosi mosse e gesti ad accompagnare la performance.

***

Dopo una manciata di minuti si ritrovarono davanti alla Gestione Sportiva, sede degli uffici della Scuderia e, una volta parcheggiato, si incamminarono verso l'interno. Arrivati in guardiola, fecero vedere entrambi i loro pass al vigilante che ovviamente conoscendo Charles lo salutò dandogli un cinque con la mano.
«La sala riunioni è per di qua.» la esortò il pilota indicando alla ragazza delle scale.
«Ma qui dentro è fantastico.»
Camminavano tra corridoi e scale e ad Alice tutto quello sembrava un sogno che si realizzava, sapendo che quegli edifici fossero off limits all'esterno.
«Io ho appuntamento con Andrea ma dopo sono in pista tutto il giorno, a pranzo però penso di riuscire a liberarmi. Posso portarti in un bel posticino, se vuoi. Ti aspetto al circuito.» buttò fuori Charles, ancora voglioso di perdono.
«Non penso ci siano problemi. Anche perchè il mio ncc personale oggi sei tu!» lo prese in giro Alice mettendogli una mano sulla spalla.
«Va bene, mademoiselle. Corro, altrimenti Andrea mi mette al TRX.» concluse poi lasciandole un bacio prima sulla mano e, successivamente, sulla guancia che per la fretta si posò molto vicino alla bocca.
La lasciò lì, immobile in mezzo al corridoio dopo averle fatto un occhiolino e correndo via dietro di lei.
Istintivamente Alice non poté fare a meno di toccare il punto in cui le labbra di Charles si erano posate e continuando a sentire i postumi del brivido che le aveva attraversato il corpo.
Si ricompose stirandosi con le mani la camicetta in jeans che indossava e bussò alla porta.
«Avanti»
«Buongiorno a tutti. Scusatemi ma stamattina ho avuto un piccolo imprevisto.»
"Meraviglioso, bellissimo ed inaspettato aggiungerei!"
«Tranquilla Alice, siamo appena arrivati anche noi. Siedi pure cara.» le disse Silvia indicandole la sedia accanto a lei.

***

La riunione durò più delle sue aspettative. Erano circa le 12:45 quando con Mattia e Silvia uscirono dalla sala meeting e, per fortuna, Alice dovette evitarsi, per fortuna, anche la figuraccia del chiedere indicazioni per la pista poiché i due le chiesero se volesse andare con loro proprio lì così da controllare il lavoro che stavano facendo i due piloti.
Con il weekend di Monza alle porte, quella settimana sarebbe stata piena di impegni per Sebastina e Charles sotto il profilo pubbliche relazioni in quanto i media nazionali non volevano perdersi l'occasione per accaparrarsi uno shooting o un'intervista in esclusiva. Ed è proprio nel bel mezzo di un set fotografico che Alice ed i suoi due accompagnatori trovarono i due piloti.
Charles, in quel momento, era il protagonista davanti l'obiettivo mentre Sebastian stava osservando tutto tra un'occhiata al telefono e una chiacchiera con una ragazza mora, la sua ufficio stampa personale.
«Ciao Seb, come sta andando?» chiese Mattia affiancandolo.
«Ciao Mattia, salve signorine. Tutto bene! Il principino sta finendo di fare il fotomodello e poi dovremmo aver finito, giusto Laura?» domandò alla sua PR.
La ragazza annuì distrattamente dato che stava risolvendo delle cose al telefono.
«Allora creator, cos'hai in serbo per noi questa settimana?» disse il pilota dando attenzione ad Alice.
«Beh, vorrei creare una playlist proprio per l'occasione del GP, ma ho in mente di chiedervi che canzoni mettere in differenti momenti della giornata.»
«Mmm...sembra interessante.»
Il dialogo si spostò poi tra i due uomini presenti mentre l'attenzione di Alice venne catturata da una sensazione di occhi addosso. Si voltò ed incrociò lo sguardo di Charles che, nel momento in cui le loro iridi vennero a contatto, sorrise come imbarazzato abbassando la testa.
«Ok Charles. Finito. Ragazzi grazie mille a tutti e in bocca al lupo per la gara!» esultò il fotografo avvicinandosi a Charles e a Sebastian per dargli una stretta di mano e una pacca sulla spalla.
Alice vide il monegasco ringraziare per poi avvicinarsi a lei.
«Ciao.»
«Ciao Leclerc»
«Mi aspetti al bar? Il tempo di cambiarmi e ti porto a pranzo.»
«Si certo...»
"Se hai bisogno di aiuto con la tuta, ti accompagno anche in spogliatoio se vuoi!"
Alice sentì una mano posarsi sul suo mento ed un pollice abbassare il labbro inferiore che, non rendendosene conto, era finito tra i suoi denti.
Charles, dal canto suo, la guardava in modo serio.
«Principessa, non fare più questa cosa davanti a me, se non vuoi che finisca male.» le disse il pilota per poi scomparire dietro una porta e lasciandola lì come una statua.
Riprese il controllo del suo corpo nel momento in cui Mattia, Silvia e Laura le chiesero se volesse andare con loro verso la mensa, ma lei ringraziò inventando una scusa per giustificare il suo "incontro" con Charles e incamminandosi verso il bar che aveva intravisto all'andata.
Arrivata si sedette ad uno dei tavolini e, dopo aver chiesto un caffé, aspettò buoni una ventina di minuti prima che un profumo buonissimo mandasse in estasi le sue pupille olfattive.
«Un penny per i tuoi pensieri!» le sussurrò in un orecchio.
«Credimi Charles, non vorresti mai entrare qui dentro!» rise lei e si alzò mentre il pilota le fece segno di seguirlo e salutando il barista.
Di corsa, prese la sua tazzina vuota passandola al signore dietro il bancone ringraziandolo, per poi correre e raggiungere il pilota all'esterno.
Una volta saliti in macchina gli chiese dove avesse voglia di portarmi.
«È una sorpresa, ma non è molto distante. In effetti avremmo potuto anche andare a piedi.»
Ed infatti non fece nemmeno un kilometro che già si trovò a fermare la macchina parcheggiandola davanti a quella che sembrava una specie di villetta.
«No ma serio? Abbiamo preso la macchina per due metri a piedi?» disse sorridendo mentre chiudeva la portiera dietro di lei.
«Scusami è che, non ci ho pensato subito. Mi hai distratto, principessa. È stato automatico.» le rispose lui affiancandola e grattandosi la testa.
«Non ti capirò mai, Charles Leclerc. Forse a pancia piena, qualcosa riesco a tirarne fuori.»

Cuori in pista | C.L.Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt