- C'è ancora tempo -

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Non lasciare la tua vita senza la mia vita,
io conosco i tuoi colori
che da sempre sono anche i miei.
E vengo qui a cercarti nella notte,
in questa notte.
- D. M.

Tornati dal Bahrain, Daniel era dovuto correre negli headquarters della McLaren in vista del Gran Premio successivo che si sarebbe tenuto in quel weekend. Alice non avrebbe potuto partecipare a causa del lavoro per la squadra di volley, quindi ciò significava che avrebbe rivisto il suo ragazzo solo dopo la gara.
Il viaggio di ritorno da Sahkir era stato molto silenzioso da parte della ragazza dopo la piccola parentesi nel labirinto con Charles e, seppur si sentisse tremendamente in colpa, ancora non aveva detto nulla a Daniel.
Era seduta davanti al pc da una buona mezz'ora dopo aver cenato con le ragazze, ma non riusciva a concentrarsi in quanto i suoi pensieri erano pieni e confusi.
Stava bevendo la sua tisana ai frutti rossi, quando suonarono al citofono di casa.
«Ragazze andate voi?» urlò non avendo la minima voglia di alzarsi e scendere per andare a rispondere.
Seguì un silenzio, scandito solo dal portone che veniva aperto e poco dopo chiuso, oltre che dal vociare di Daniela con qualcuno che Alice non riusciva a capire chi fosse dalla camera. Poco dopo bussarono alla sua porta e il viso di Charles fece capolino.
«Ciao, posso?»
«Ciao...ehm si certo, vieni entra!»
Alice era confusa dalla presenza del pilota in casa sua in quanto credeva che avesse preso un aereo per Monaco.
«Cosa ci fai qui?» domandò la ragazza mentre Charles si accomodava sul suo letto.
«Riunioni prima dell'Arabia Saudita. Mi stavo annoiando a casa e ho deciso di venire a trovarti!» rispose in modo meccanico il ragazzo pur regalando ad Alice uno sguardo molto accattivante mentre si accomodava sul letto. La ragazza tornò ad osservare lo schermo del computer cercando una vana speranza di concludere qualcosa.
«E chi ti dice che io volessi vederti?»
«Beh, già il fatto che tu non mi abbia sbattuto fuori a calci nel sedere è un valido motivo. E poi, sono pur sempre un amico delle tue amiche, loro non avrebbero mai osato lasciare fuori casa questo visino dolce, no?»
Alice si girò con la sua sedia da ufficio e prese il cuscino più vicino per lanciarlo in faccia al ragazzo, che grazie ai suoi riflessi fece in tempo a fermarlo con le mani.
«Cosa hai osato fare?» disse lui alzandosi ed avvicinandosi alla ragazza appoggiando le mani su entrambi i braccioli della sedia.
«Charles su, era solo un cuscino, mica un mattone. Sei melodrammatico, te lo hanno mai detto?»
«Mmm - la sua espressione facciale assunse quella di un filosofo immerso nel suo flusso di pensieri - mi hanno detto che sono bellissimo, simpatico, un campione...»
«Modesto anche!»
«Quello soprattutto, ma melodrammatico mai chérie. Un altro primato per te!» disse lui facendole un occhiolino.
«Che onore allora. Tra poco forse riuscirò ad entrare nel tuo guinness personale!» sorrise lei.
«Sai cosa sto pensando ora?» si fece serio Charles.
«Ah perché sei anche capace di fare ciò?»
«Dai, scema sono serio. Comunque, pensavo che non ti ho mai vista così bella come in questo momento!» soffiò sulle sue labbra ed annullò la distanza tra di loro dando vita ad un bacio che voleva urlare al mondo tutto quello che si era trattenuto in quegli anni lontano da lei.
Alice interruppe però troppo presto quel momento.
«Charles no. Non possiamo. Daniel non se lo merita e, per quanto non mi possa stare simpatica, nemmeno Chiara!»
«Chiara chi?» disse lui con un sorriso sghembo sul volto.
«Come "Chiara chi"? Ti sei bevuto il cervello Leclerc? La tua ragazza. La biondona tutta ce l'ho solo io che ti sei portato dietro in questi due anni...»
Charles rise di gusto per come descriveva la monegasca che fece uscire quelle maledette fossette, il punto debole di Alice insieme alle sue mani.
«Ahh, quella Chiara. Notizia del giorno: l'ho lasciata la sera della festa in maschera. Una certa mora ha smosso il mio cuore di fantasma. E com'era il verso della canzone? Dimentica chi sei e dimmi si. Ti ho detto di si nell'essere amici, ma già quella sera al labirinto abbiamo entrambi capito che non possiamo esserlo. Tra me e te c'è qualcosa che l'amicizia non può colmare. Come adesso. Li sento i brividi che hai, lo vedo il rosso sulle tue guance e gli occhi desiderosi di me.»
Alice si portò la matita che aveva tra le mani in bocca pensando ad ogni singola parola che il monegasco aveva pronunciato.
«Devo prima sistemare la situazione con Daniel. Non voglio continuare a fare la stronza che gli mette le corna non appena lui è fuori dalla porta. Non sono io e non lo sono mai stata!»
«Va bene, ma posso almeno restare con te stanotte? Non voglio far nulla, solo dormire insieme!» chiese il pilota addolcendo lo sguardo in modo convincente.
«Ok Leclerc, ma solo per questa sera!» disse Alice puntandogli un dito al petto.
«Solo che, non so se ho qualche pantaloncino di Daniel da darti qui. Prova a vedere nella cabina, io finisco di fare queste cose e poi, dritti a nanna!»
Charles si mise sull'attenti provocando la risata di entrambi e poi si tuffò a cercare qualcosa per la notte mentre Alice concludeva le ultime creazioni.
«Non c'è nulla di maschile, a meno che non vuoi farmi dormire con il tuo pigiama con le mucche!»
«Non sarebbe una cattiva idea, ma poi me lo allargheresti tutto con questi qui!» disse Alice tastando i muscoli delle braccia del ragazzo nascoste da un maglioncino attillato beige.
«Ho fatto tanta palestra in tua assenza!» ammiccò il pilota.
«Con una come Chiara, sai che palestra! Solo lei sopra immagino!»
«Simpatica. Abbiamo provato tante posizioni sai? C'era quella...»
Charles non riuscì a terminare la frase perché una mano di Alice coprì la bocca del ragazzo per non voler sapere il continuo e lui, approfittando, baciò il suo palmo.
«Se non ti da fastidio, posso dormire in boxer. Non mi sembra tu abbia molte altre alternative per me!»
«E va bene. Ma mettiamo i cuscini in mezzo che il tuo amichetto li sotto è pericoloso!» concluse Alice indicando la sua zona inguinale.
Si avvicinò poi ai cuscini per poter prendere il suo pigiama e andò in bagno per la sua solita routine serale. Una volta pronta, tornò in camera dove trovò Charles già sotto le coperte.
«Uuh, sexy. Molto di più delle mucche!» fischiò il pilota alludendo al pigiama con gli unicorni indossato da Alice.
Lei scostò le coperte e si mise comoda girandosi verso il lato sinistro.
«Buonanotte Charles!»
«Ma come? Nemmeno il bacio della buonanotte mi dai?»
«Te lo sei già preso prima, fattelo bastare!»
«Ok. Allora, buonanotte chérie!» rispose con tono offeso.
«Buonanotte!»
Passò qualche minuto di silenzio in cui entrambi provarono ad entrare nella fase REM, involontariamente felici di essere così vicini.
«Tornerai mai a chiamarmi Percy?» spezzò il silenzio il monegasco.
«Chi lo sa, forse potresti riguadagnartelo questo privilegio!»
«E con la Ferrari? Tornerai a lavorare?»
«Charles non lo so. Non penso che Mattia mi rivoglia dopo tutto il casino e tantomeno i tifosi mi sopportano, guarda cosa è successo in Bahrein. Se la Scuderia vorrà, se ne può parlare, ma la vedo difficile. Il ragazzo che mi ha sostituita sta facendo davvero un lavoro eccellente!»
Charles ascoltò tutto con attenzione, allungando un braccio per riuscire ad accarezzare quello della ragazza.
Si addormentarono così, con i dubbi e le incertezze verso un futuro ancora non scritto.

Cuori in pista | C.L.Where stories live. Discover now