Capitolo 14

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Cassandra pov.


Per tutto il viaggio di ritorno non apro bocca, limitandomi a rimanere sul suo grembo, la testa appoggiata alla sua spalla, lasciando che le lacrime scendano libere, la mente che vaga alla scena di questa sera. Non riesco a credere che abbia ucciso una persona solo perché mi ha aggredita. Sono stata la causa della morte di un innocente. Arriviamo fin troppo presto all'appartamento e mi porta in camera senza fiatare. Mi rimette a terra per poi scomparire nella cabina armadio.

Sospiro, gemendo quando mi tocco la ferita sulla tempia. In tutto quello che è accaduto mi sono quasi dimenticata della ferita. Ritiro la mano, scoprendo che è sporca di sangue.

Faccio una smorfia, per poi irrigidirmi quando sento i suoi passi avvicinarsi. Abbasso la testa lasciando che i capelli coprano il mio volto, attendendo ciò che sono sicura sarà la sua punizione per averlo reso ridicolo davanti a tutti.

- Spogliati-

Mi irrigidisco, ma ubbidisco. Faccio scivolare il vestito ai miei piedi, rimanendo in slip. Non faccio l'atto di coprirmi, non avrebbe senso.

- Indossa questa e siediti sul letto- Ordina porgendomi una sua maglietta.

La prendo, grata, infilandomela dalla testa, per poi sedermi sul bordo del letto.

Mi sorprende accucciandosi davanti a me e afferrandomi il mento per controllare la ferita.

- Non è grave, sopravviverai- Dichiara iniziando a tamponare la ferita con il disinfettante.

- Ouch! - Mormoro ritraendomi leggermente, ma ritorno immobile sotto il suo sguardo cupo.

Finisce di disinfettare la ferita, pulendo il sangue per poi rialzarsi.

Rimango immobile, in attesa.

Esce dalla stanza per poi ritornare con un bicchiere d'acqua e una pillola che mi porge.

- Prendi questa. Servirà per far passare il dolore -

Annuisco, prendendola e ingoiandola.

Mi riprende il bicchiere ormai vuoto.

- Distenditi e riposati. La pasticca farà effetto subito-

Annuisco nuovamente, infilandomi sotto le coperte.

Spegne la luce, lasciandomi sola.

Chiudo gli occhi, cercando di non pensare a ciò che mi aspetta una volta sveglia. Perché sicuramente sono stata graziata per il momento, ma non dubito che la mia punizione arriverà.

Blake pov.

Il campanello della porta che suona mi riscuote dai miei pensieri. Con un sospiro vado ad aprire trovandomi di fronte i miei due amici dall'espressione preoccupata sui volti.

- È ancora viva - Ringhio aprendo la porta.

Entrano.

- Per quanto? - Mormora Megan, osservando il corridoio che dà sulla mia stanza.

- Non ho intenzione di ucciderla -

- Ma cosa le farai? -

Scrollo le spalle andando a versarmi da bere.

- Non sono affari tuoi-

- Come sta? La ferita alla testa? - Chiede Megan

- Non era grave. L'ho disinfettata e le ho dato un antidolorifico. Ora sta dormendo. -

- Non appartiene al nostro mondo, lo sai vero? Non conosce le regole del gioco-

Sospiro.

- Non ti immischiare. Ti sono grato per averla accompagnata a fare shopping e per averla fatta sentire a suo agio. Ha bisogno di una presenza femminile che la faccia sentire a suo agio, ma il tuo compito finisce qui-

The lost son (mafia serie7) CompletaWhere stories live. Discover now