III

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La notte fu poco tranquilla. Tra tutto quello che era successo, mai si sarebbero immaginati di ritrovarsi in una situazione simile. Tra Kyle che doveva tenere a bada John, John sotto ancora l'effetto dell'alcol che si dimenava nel letto, urlando che avrebbe ammazzato Erik per avergli rubato l'amore della sua vita, ed il povero Erik, immerso in un mare tra ricordi e pensieri, mischiati fra di loro. Solo quando le prime luci dell'alba si inoltrarono nella locanda sembrava finalmente che le acque si fossero calmate.
Quando ebbe conferma che John stesse dormendo tranquillo senza ricominciare quella "bizza", Kyle poté finalmente rilassarsi, tirando un sospiro di sollievo e mettendosi per un momento seduto in un angolo della stanza. Chinò in avanti il corpo, i gomiti posati sulle cosce e, con mani unite fra di loro, le utilizzò come appoggio per la testa, socchiudendo gli occhi e iniziando a riflettere attentamente sul da farsi.

"Rifletti Kyle, ci sarà sicuramente una soluzione su cosa fare..."

Cosa doveva fare? E soprattutto, quando avrebbe capito John che per lui era come un fratello, qualcuno a cui avrebbe voluto solo bene e nient'altro? Sospirò con amarezza, alzandosi in piedi ed uscendo in silenzio dalla stanza, chiudendo con delicatezza la porta alle spalle. Ora doveva intanto pensare a parlare con quel ragazzo, capire meglio quelle parole che erano uscite dalle sue labbra. Da cosa, o da chi, stava cercando di fuggire? E perché? Pensò talmente con tanta attenzione e concentrazione che non si rese conto che, involontariamente, si ritrovò difronte alla porta di Erik. La fissò per qualche istante, studiando attentamente alle domande e alle parole da usare e, quando fu pronto, bussò. Nessuna risposta, solo un movimento venne percepito. Forse stava dormendo, e lo aveva disturbato. Si girò, pronto ad andarsene, quando il suono della serratura che si sbloccava lo fece tornare difronte alla porta. Erik fece capolino, lo sguardo assonnato di uno che non ha chiuso occhio per tutta la notte. Sembrava quasi un bambino che cercava invano di rimanere sveglio. Come lo vide, Erik sussultò, stringendo appena la maniglia della porta.

«Oh, siete voi. Come mai questa vostra visita? Il vostro compagno non è qui vero? Mi spiace che abbia creato tanto disagio fra voi due.»

«Non ti devi scusare, davvero. E comunque John è solo il mio migliore amico, non è la prima che reagisce così sia con l'alcol che da sobrio. Ma dovrà capire anche che io non potrò ricambiare i suoi sentimenti perché gli voglio bene, e sarebbe solo un male ingannarlo. Comunque, sono qui per parlare in tranquillità con te. Riguarda a ciò che hai detto ieri sera.»

Erik deglutì, stringendo maggiormente la maniglia. Non voleva parlarne, non se la sentiva. Ma dopotutto lo aveva protetto per ben due volte, era il minimo che potesse fare nei suoi confronti. Prendendo coraggio, aprì del tutto la porta e si mise di lato, in modo da lasciarlo passare.

«Vi pregherei di fare piano. Fern sta riposando. Ha avuto troppe emozioni tutte insieme, non ne è abituato.»

Comprensibile. Essendo un animale di piccola stazza, le emozioni degli uomini sono 12 volte la sua dimensione. Assumerle sarebbe un esagerazione. Kyle in tutta risposta annuì, e con passo leggero entrò in stanza, mettendosi seduto in un angolo con braccia conserte e sguardo fisso su di lui, rendendo alquanto nervoso e in ansia Erik. Come si doveva comportare dopo quello che era successo? Si strinse nervosamente le maniche, lo sguardo che vagò nella stanza alla ricerca di qualche briciolo di coraggio. Quando riuscì a trovarlo, lo guardò intensamente, inspirando profondamente.

«Vi starete chiedendo perché ho detto parole simili la sera precedente. È...piuttosto complicato da parlarne o spiegare, ma ci proverò comunque...vede, sono qui perché ho un obiettivo. Un obiettivo molto importante per me. Non so se queste mie parole per lei potranno essere veritiere o meno. Infondo, nessuno l'ha obbliga a credermi, ma sto cercando un tesoro.»

«Tutti cercano un tesoro ragazzo, che siano soldi o amore. Bisogna solo capire che tipo di tesoro stai cercando.»

Questo era vero. Esistevano tanti tipi di tesori. Ma sapeva anche che questo tipo di tesoro che stava cercando era solo una leggenda. Erik portò lo sguardo a terra, unendo le mani e inspirando profondamente.

𝐀 𝐬𝐭𝐨𝐥𝐞𝐧 𝐥𝐨𝐯𝐞Where stories live. Discover now