IV

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La nave ondeggiava lenta sulle onde. I preparativi ormai erano completari, i pirati allegri e concentrati sistemavano le vele, pulivano i cannoni per eventuali attacchi da altre navi. La giornata prometteva bel tempo, i gabbiani volavano alti nel cielo, fissando la nave come un oggetto da esposizione. In quella baraonda, Mike se ne stava appoggiato contro la ringhiera della nave, fissando l'orizzonte, mentre il piccolo Fern se ne stava appollaiato sulla sua spalla, rilassato e assopito. Come aveva fatto a farsi convincere con tale facilità a salire su quella nave? Perché non poteva semplicemente prendere una barca e andarsene col suo amico Fern? Si ricordò poi come Kyle lo aveva "convinto", la sensazione della lama del pugnale contro il collo che si ripresentò, toccandosi istintivamente con una mano il punto su cui era poggiata in precedenza. Quell'episodio non se lo sarebbe scordato con tanta facilità, e questo lo sapeva bene. Sarebbe stato un ricordo indelebile che lo avrebbe accompagnato per il resto delle settimane a venire, forse anche nei mesi a venire. Un sospiro silenzioso riecheggiava nell'aria, confondendosi col rumore delle onde che si scontravano contro il legno della nave e il verso dei gabbiani che ricordavano delle risate -che più una risata genuina sembrava una risata a presa per il culo- che vagava nel cielo dominante del mondo. Che cosa sarebbe successo nel momento che avrebbero trovato il tesoro? Sarebbe riuscito ad esprimere per primo il desiderio? Avrebbe perso la vita per mano di Kyle o, caso più probabile, di quella di John? Era così avvolto nei pensieri e nei dubbi, che al sentire un colpo sulla spalla lo fece sussultare, portando lo sguardo su quello che si presentò affianco a lui. John.
«Ehyla giovanotto! Sembri alquanto pensieroso, addirittura dubbioso. Qualcosa ti turba?»
Doveva dirglielo? Dirgli che praticamente Kyle, l'uomo che John provava una forte attrazione, l'uomo che praticamente lo conosceva come le sue tasche, aveva praticamente usato un minaccia e costretto ad unirsi? No, non era una buona idea per ora. Lo avrebbe tenuto come un segreto. Scosse la testa, mostrando un sorriso debole.
«Va tutto bene. È solo una stanchezza passeggera. Purtroppo non ho avuto molta possibilità di dormire, e sono riuscito a dormire a malapena per l'alba. Il vostro capitano desiderava così ardentemente che mi ha svegliato poco prima che partivamo per la destinazione.»
Inizialmente John provava per certi versi dubbi. Non lo convinceva così tanto. Ma tenne per sé questi sospetti, mostrando come al solito il suo solito sorriso genuino.
«Beh, onestamente è difficile rifiutare un'offerta ricevuta da Kyle. Sa essere convincente con le parole, perché riesce a capire in qualche modo il tipo di persona che ha difronte. Ma...sicuro che vada tutto bene?»
Mike poté solo annuire, non riuscendo a trovare alcuna risposta sensata che nascondesse la verità. Ci fu per qualche minuto un silenzio che si poteva definire "imbarazzante", "teso". Nel momento che John cercò di prendere parola, una voce poco lontana destò l'attenzione di Mike.
«Mike, ti devo parlare. Si tratta dell'obbiettivo comune.»
Kyle se ne stava con la schiena poggiata contro la parete della cabina, le braccia conserte e lo sguardo fermo e serio che puntava sul giovane. Mike del resto lo guardò con un timore che lo pervase. E ora? Lo avrebbe ammazzato una volta che sarebbero stati da soli? Però pensò che se fosse rimasto lì fermo, lo avrebbe fatto solo spazientire. Quindi, con aria arresa, chinò appena la testa, e con passo lento si avvicinò all'uomo dinanzi a sé. Sentire lo sguardo su di sé percepì una forte pressione. La sensazione era pesante, soffocante, come un anaconda che stritolava in una morsa fatale la preda.
«Vieni, parliamo in privato. Se gli altri lo sapessero, molti ti vorrebbero morto.»
Incoraggiante, questo pensò Mike, entrando nella cabina, susseguito da Kyle che chiuse alle spalle la porta.
«Non mi ha...incoraggiato molto sapere questo. Sapere che la mia vita rischia anche qui, mi mette tanta ansia.»
In effetti non era stata una buona idea dirglielo. Ma ormai lo aveva detto, e Mike ci doveva farci l'abitudine. Kyle osservò ogni singola reazione che creava il corpo del giovane: il corpo che era percorso d lievi tremori, lo sguardo che vagava nella stanza, come deglutiva per la tensione che stava avendo. Forse aveva leggermente esagerato. Emise un lungo e silenzioso sospiro, andando a prendere la sedia posizionata contro la scrivania e sedendosi con le braccia posate contro lo schienale.
«Come ho detto, ho voluto parlarti in privato perché i mozzi qui sulla nave sono molto scettici. Se sapessero che anche tu sai di questo tesoro, penserebbero che potresti essere un eventuale minaccia. Ora, voglio sapere quanto sai di questo tesoro, nel più piccolo dettaglio.»
Mike osservò a sua volta le "reazioni" del suo corpo: lo sguardo sempre serio che lo scrutava, il corpo ambrato rilassato ma allo stesso tempo teso e rigido. Sembrava che ormai con gli anni non si era mai realmente rilassato. Emise un sottile sospiro, abbassando appena lo sguardo e, con braccia conserte, rifletté attentamente alle parole che avrebbe usato.
«Scoprì di questo tesoro quando ero piccolo. Mia madre raccontò di come questo era stato creato da un famosissimo pirata, stanco delle continue esplorazioni. Con l'aiuto di una strega, crearono questo "ciondolo", che in esso raccoglieva un pezzo di stella. Per non lasciare che pirati avidi la usassero per insensati desideri, il capitano la nascose nella grotta dove morì, lasciando in giro per i sette mari alcuni indizi. Io ne ho trovato un pezzo, la mappa. Ma più di questo non so, mi dispiace.»
Erano abbastanza informazioni, sebbene non tutte: Kyle sapeva invece che questo tesoro sì che riusciva ad esprimere un desiderio, ma se questo aveva scopi maligni ed impuri, il desiderio sarebbe stato "corrotto", togliendo la vita e tenendola nel ciondolo. Molti hanno cercato di esprimere il desiderio, e molti hanno perso la vita non essendo stato un desiderio creato dall'onestà e dalla sincerità. Chiudendo un attimo gli occhi, rifletté attentamente sul da farsi. Poi, nel momento che li riaprì, vide come Mike si era avvicinato. Per un momento stette più distante possibile, ma notò come nel suo sguardo si potesse vedere della preoccupazione.
«Io non so perché hai così insistito nell'avermi qui, perché hai usato tanta forza bruta nel costringermi. Ma sembri...affranto, come se questa cosa di trovare così ardentemente il tesoro ti stia distruggendo. So che chiedere è troppo, che devo farmi gli affaracci miei, ma ormai sono stato messo in mezzo. Quindi devo sapere: perché lo cerchi così tanto?»
Forse doveva tapparsi la bocca, perché lo sguardo di Kyle divenne sottile, come se una tempesta avesse preso il sopravvento dell'oceano.
«Non sono affari tuoi. Io non ho chiesto perché lo cerchi, perché un ragazzino come te sta navigando in un mare così grande, rischiando la vita per un qualcosa di troppo grande. Quindi smettila di farti gli affaracci degli altri.»
Mike d'istinto fece un passo indietro, la pressione delle sue parole che lo colpirono con tale violenza che sentì il cuore perdere un battito. Cercò di controbattere, ma le parole si bloccarono all'altezza della gola. Come tentò di parlare, la nave dondolò con violenza, facendo cadere per terra Mike e sussultare Kyle. Che cosa era stato? Perché di botto la nave aveva avuto una mossa così violenta?
«CAPITANO!»
La voce di John pervase la cabina, affacciato alla porta che fissava con leggera paura.
«Che succede John? Perché dondola così tanto la nave?»
«È tornato Kyle! Lui ci sta attaccando! Stiamo cercando di contrattaccare, ma ci hanno agganciato!»
Lui. Non ci voleva. Fra tutte le persone, lui era l'ultimo che voleva rivedere. Kyle, stringendo il legno dello schienale facendo sbiancare le nocche, si alzò di scatto, facendo cadere per terra la sedia e, con passo deciso, superò Mike, che lo guardava con la paura in corpo. Che cosa stava succedendo? Chi aveva attraccato la nave? Sentì solamente dalla voce del capitano solamente un "stai qui", mentre uscì dalla cabina e lo lasciò solo col furetto, che si agitava e stava stretto al ragazzo.

𝐀 𝐬𝐭𝐨𝐥𝐞𝐧 𝐥𝐨𝐯𝐞Where stories live. Discover now