VI

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Quando finì di parlare, sentì come se un macigno si fosse tolto di dosso. Non ne aveva riparlato di questo evento, nemmeno con John. Teneva tutto dentro, accumulava il dolore degli anni, giorno dopo giorno. Kyle portò lo sguardo su Mike, dove questo era in lacrime, il corpo che sussultò appena, emettendo un delicato e silenzioso sbuffo.

«Non voglio pietà, non ne vale la pena. Se tu l'avresti, saresti come il restante delle persone con cui ho avuto contatto.»

«Io... non ti impietosisco Kyle, tutt'altro. Ammiro sul come hai sopportato il dolore, di come stai cercando una soluzione. Ma chiedere questo, di riportare in vita tua figlia... secondo me è sbagliato...»

Le parole di Mike lo ferirono in un certo senso, tanto che fece assottigliare lo sguardo al corvino, guardandolo dritto negli occhi.

«Perché tu invece? Tu non avresti nulla da desiderare come quello che voglio io. Io rivoglio mia figlia, la rivoglio con me. Lei è il mio amore più grande, e sapere che per mando di quel bastardo l'ho persa forse per sempre non mi va giù. Io la rivoglio indietro, e non sarà certo un moccioso come te a dirmi su che cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non ho fatto tutta questa strada per tornare a casa a mani vuote. Quindi non venire a farmi la predica o la sgridata o quel che cazzo è, perché non sei nessuno a dirmi su che cosa devo fare.»

Lo sguardo gelido e sottile di Kyle era come una lama inzuppata nell'azoto: appena ti tagliava la carne, ti bruciava dal freddo, divorandoti la pelle e lasciando in compenso una brutta ferita. Questo era quello che percepì Mike, che d'istinto abbassò leggermente la testa come un cucciolo in sottomissione dinanzi al capobranco, sospirando.

«Kyle, io non voglio fare la predica, né voglio essere quello che ti vieta su quello che vuoi fare. Ok, hai perso Corallie in un modo che nessuno vorrebbe. Era l'unica persona che amavi? Sì. Quel bastardo l'ha uccisa per provocazione? Assolutamente. Allora perché semplicemente non lo uccidi? Trovare quel tesoro significa rischiare la vita, probabilmente anche morire senza risultati. Credi davvero che tua figlia vorrebbe questo? Vederti ammazzato per qualcosa di così pericoloso?»

Forse la verità era stata troppo violenta, o forse aveva parlato troppo. Semplicemente, venne preso per il colletto, sbattuto contro la parete e cacciando di conseguenza un gemito di dolore per il contraccolpo, essendo che a malapena si era seduto e che era stato ferito qualche ora prima. Per istinto, strinse fra le mani le sue braccia, scalciando e scuotendo la testa per la paura che man mano stava divorando il suo corpo, pezzo dopo pezzo.

«Non ti azzardare a nominarla invano. Riprovaci e vedrai che conseguenze subirai. La tua lingua è troppo lunga, e rischia di essere tagliata.»

Poteva sentire come il respiro del corvino si scontrava contro il volto, caldo e profondo, come la sua presa era ferma e stringeva a tal punto che le nocche sbiancarono. Stava davvero oltrepassando il limite. Portò lo sguardo verso il basso, la saliva che svanì lasciando la bocca asciutta, nel vano tentativo di dire qualcosa. Kyle in tutta risposta emise un lungo e profondo sospiro, lasciando la presa e facendo un passo indietro, il corpo teso e grattandosi il collo con fare nervoso, nel tentativo invano di calmarsi.

«Ora riposati. La ferita ha bisogno di guarire, e tu queste esperienze non le hai mai vissute. Quindi per ora la discussione finisce qui.»

Così fredde furono le sue parole, gelide come un inverno glaciale. Sentiva come aveva in qualche modo perso la fiducia del capitano, di come lo aveva deluso. Quindi forse per il momento era meglio se faceva come diceva lui. Così annuì, mettendosi lentamente disteso e girandosi sul fianco sano, chiudendo gli occhi.

«Ti chiedo scusa capitano...»

Questo udì dalle labbra del minore, che si fece prendere il sopravvento dal sonno e si addormentò in silenzio. Kyle in tutta risposta mugugnò appena, uscendo dalla cabina e chiudendo con calma la porta alle spalle, sospirando e guardando il cielo, nel cercare la calma e la quiete. Sentiva la pressione sommontarlo in modo graduale e lento. Quel ragazzo lo faceva impazzire, incazzare e confonderlo sul da farsi. Dalle labbra uscì l'ennesimo lungo e silenzioso sospiro, gli occhi che si socchiusero, pianificando attentamente sul da farsi e su che cosa fare nei giorni successivi sia per il viaggio che sul cosa fare con Mike. Col corpo pesante, si trascinò sulla postazione da navigazione, sostituendo il timoniere. Strinse fra le dita il timone, fissando l'orizzonte per individuare la direzione. Ma gli sembrava strana quella che stavano prendendo. Che avessero sbagliato strada? No, non era possibile. Avevano seguito attentamente la mappa, aveva individuato la navigazione giusta. Quindi perché gli sembrava sbagliata?

«Mozzo! Hai seguito la mappa vero? Non dirmi che stiamo andando nella direzione opposta...»

Nessuna risposta. Dallo sguardo dell'uomo dedusse che fosse confermata la sua ipotesi. Dovette intervenire John prima che Kyle partisse per urlare contro il timoniere, che lo guardava con aria spaventata e mettendo le mani in avanti, chiedendo il perdono al capitano.

«Kyle, ora ti dai una calmata ok? Basta girare il timone e prendere la direzione giusta ok? Può capitare di sbagliare. Non è mica la fine del mondo eh.»

Kyle in tutta risposta guardò in silenzio John, scansandolo bruscamente con una leggera spinta e tornando al timone, girandola e indirizzando la nave a nord ovest. John in tutta risposta emise un lieve sbuffo, guardandolo in silenzio e scuotendo la testa.
«Ci risiamo. Deve smetterla di comportarsi come un uomo che si ubriaca. Forse gli farebbe bene bere. Almeno lo aiuta a distrarsi. Magari... una festa lo aiuterà a distrarsi, e almeno così anche il piccoletto si divertirà e si farà conoscere di più!»
Era azzardata come cosa, ma avrebbe funzionato, a parer suo, su quei due. Doveva solo convincere tutta la ciurma, magari usando una scusante per far funzionare il piano. E a questo lo aveva pensato attentamente.

Dovettero sostare su un isola per mancanza di acqua potabile. Non sapeva il perché, ma era scomparsa tutta, fino all'ultima goccia. Eppure a Mike non gli era parso di sembrare che ne mancasse, che si fossero riforniti a dovere. Ma accontentò la richiesta del biondo, che lo aveva implorato per tutto il tempo guardandolo con gli occhioni da cucciolo bastonato. Dopotutto gli voleva bene, e non poteva certo rifiutare una richiesta così semplice. L'isola, in confronto all'altra, era più tranquilla, come se la pace si fosse posata in una sorta di velo leggero che accarezzava le teste degli abitanti. Ma era una pace strana, come se fossero in una sorta di sogno. La gente parlava con calma, ascoltava, si aiutava a vicenda. I bambini, che di norma erano iperattivi e scalmanati, non correvano, non si prendevano a botte. Tutt'altro, sembrava che avessero come paura di correre, di sorridere serenamente. A Mike questa cosa non gli piacque. C'era qualcosa di strano, nascosta dietro quei volti così tranquilli. Ma pensava che, se avesse allarmato Kyle, lo avrebbe solo fatto innervosire maggiormente. Eppoi era solo una sensazione, non aveva prove fisiche di quello che dubitava. Quindi gli sembrava logico e sensato tenerselo per sé. Cercò di aiutare come meglio possibile la ciurma, portando i rifornimenti di cibo ed acqua sulla nave. Ma non volevano. Sapevano che la ferita non era leggera, da ignorare. Forzare il corpo poteva fare solo peggio che meglio. Difatti, fu John a fermare Mike, posando con gentilezza la mano sulla sua spalla e sorridendogli con apprensione.

«Tranquillo Mike, non devi per forza aiutarci. Ormai abbiamo rifornito abbastanza. Che ne dici se tu guardi un po' in giro e non trovi qualcosa di interessante? Considerala questa sosta come una "pausa" ok?»

Beh, non aveva tutti i torti. La battaglia, la ferita inflitta al corpo. Per non parlare del passato scoperto e la discussione accesa con Kyle. Fece un cenno di testa in accordo col biondo, rimanendo fermo immobile a fissare John che tornò ad aiutare l'equipaggio. Una pausa non avrebbe ammazzato nessuno, giusto?

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⏰ Last updated: Apr 07 ⏰

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𝐀 𝐬𝐭𝐨𝐥𝐞𝐧 𝐥𝐨𝐯𝐞Where stories live. Discover now