11, Vuoi che te lo dimostri?

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Mercoledì 9 marzo 2022, ore 15:37, Lewes, St. Mary Jane, piano 0, cortile.

«Chi dei due si lancerà per primo all'avventura?» sondò Louis, incrociando le braccia sul petto. Era palesemente nervoso, terrorizzato dall'esito della missione.

«Entrambi» gracchiò Harry, altrettanto agitato. «Io non riesco a farlo da solo, e tu... tu stai sudando».

«E cosa dovremmo fare secondo te? Parlare all'unisono come le due gemelle di Shining?» s'irritò l'altro, passando e ripassando un dorso sulla fronte umida, quasi scorticandosi.

«Eh... ecco...» balbettò, sventagliando le ciglia.

«Ho capito. Sei inutile come il solito» sbottò il ragazzo, incedendo verso l'entrata di vetro della caffetteria. «Forza, entra. Ci penserò io».

«Va bene, rilassati» soffiò, inseguendolo.

Il trillo dei campanelli eolici appesi sopra alla porta parve più assordante che mai. Harry fu investito da un brivido.

James era lì, occupato a montare il latte da sommare al cappuccino parcheggiato sul bancone. Nell'istante in cui li vide, sventolò una mano e sorrise.

Era all'oscuro di cosa stesse per accadere, totalmente ignaro. Per un momento Harry valutò l'idea di rinunciare e di svignarsela.

Louis invece afferrò la sua mano e lo condusse a un tavolino, quello che erano soliti scegliere insieme a Niall.

Stettero in silenzio. Agguantarono la pagina plastificata del menu e vi diedero una rapida scorsa. In realtà non erano in procinto di ordinare davvero qualcosa, ma dovevano dare l'impressione che fosse così, pur di mimetizzarsi.

Louis ansimò, proteggendosi col dépliant, neanche fosse uno scudo. Harry deglutì.

Adesso erano in due a sudare.

«Siete arrivati al momento giusto» li accolse l'amico, entusiasta, tirando la terza sedia per ruotarla e accomodarvisi, appoggiando i gomiti allo schienale. «La mia pausa comincia proprio adesso».

«Bene... perfetto» replicò Louis, annuendo mediante un moto frenetico.

Era bianco, cereo. Harry temeva che stesse per svenire, o di avere un mancamento lui stesso.

«Avete caldo?» s'incuriosì James, tossendo una breve risata. «Fuori fa ancora freddo».

«E' che... abbiamo camminato a lungo» inventò Harry, schiarendosi la gola.

«Sì... d'accordo» finse di abboccare l'altro. «No... no, d'accordo un cazzo» rettificò, esibendo una smorfia di perplessità. «Allora, mi dite che cazzo vi succede o no?»

I due coniugi spartirono uno sguardo inibito, titubante.

Fu Louis il primo a rinvenire la temerarietà di esporsi: «Noi volevamo... chiederti... proporti una cosa, però... sì, insomma... forse è il caso che ne parliamo... in un altro posto».

«Qui non va bene?»

«No» bocciò Harry, adoperando troppo impeto. Tutti gli occhi presenti nella sala si fiondarono a squadrarlo con manifesto interesse e invadenza. Per zittirsi, schiacciò un pugno contro le labbra e allargò le palpebre.

«Mi state spaventando» ammise il ragazzo, levandosi dalla seduta. Slegò il grembiule color malva dal torso e lo gettò sul banco, pescando un pacchetto ancora vergine di Lucky Strike dalla tasca dei jeans. «Giacché Samantha è libera ed io non ho nulla da fare, al momento, che ne direste di recarci al salice?» suggerì, segnalando la cameriera con un cenno del capo.

St. Mary Jane - The summer experience (PARTE 3) [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora