Capitolo 2

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L'interno del casolare era decisamente migliore dell'esterno, c'erano 6 porte in tutto, tre a destra e tre a sinistra, al fondo invece, c'era un piccolo salottino con due sedie davanti ad un tavolo.
Alla sinistra dell'ingresso c'erano le scale, dove si appoggiò Alby.
<<I letti sono pochi, e sono assegnati agli intendenti, noi dormiamo qua quando fuori fa troppo freddo, chiederò a qualche pive di ospitarti, direi che a Minho andrà bene>>
Aprii la prima porta a sinistra e la stanza si rivelò più piccola di quel che credevo, c'era semplicemente un letto sfatto con una cassa al fondo e uno sgabello che fungeva da comodino.
<<Sposta le cose di Minho e metti le tue, farò
portare un'altra cassa per lui, mettiti comoda, si cena tra mezz'ora>>
Mi sembrava di essere lì da pochi minuti ed invece era passata qualche ora, ogni cosa di quel posto, sembrava ipnotico e senza tempo.
Alby mi lasciò sola nella stanza e ora, io dovevo solo sfrattare il povero Minho, che non sapevo neanche chi fosse, dalla sua stanza.
Ma aspetta un attimo, che cazzo sono gli intendenti?
Decisi di non pensarci, aprii la cassa e iniziai a svuotarla.
Non c'era molto, qualche maglia, un pantalone, qualche mutanda, speravo non usata, e qualche foglio stroppicciato.
Dovetti reprimere la mia voglia di aprire quei fogli e sapere cosa ci fosse dentro, ma saranno stati fatti suoi no?
Nella mia scatola invece, c'era decisamente di più, in primis, un paio di occhiali fini, provai ad indossarli e le cose si ingrandirono notevolmente; anche per me c'era qualche maglia e abbigliamento vari, una volta arrivata al fondo notai un pacchetto di assorbenti e una confezione di dieci preservativi.
Mi state dicendo che non c'è neanche un ragazzo gay in questo posto? O i creatori non sanno come funzionano le malattie sessuali, o sono omofobi, decisamente tutte due.
Una volta sistemate le mie cose e buttate quelle di Minho sul letto, mi guardai le mani.
Ormai il sangue siera seccato e mischiato alla terra, sul braccio sinistro c'era un orologio di plastica verde,molto somigliante ad un Casio.
Nonostante non ricordassi cosa fosse un Casio, mi venne naturale dirlo, ma non mi concentrai su questo, quanto sull'ora.
6:54 pm
Ormai non avevo niente da fare nel Casolare, e volevo rimanere da sola con i miei pensieri il meno possibile.
Fuori era buio ma nel cielo non c'era nessuna stella, mi sedetti per terra e osservai la mia nuova casa.
La massa di ragazzi si stava spostando da quelli che sembravano bagni, dietro al casolare, alla credo cucina, dove 4 o 5 persone erano intente a cucinare, molti tavoli erano già occupati, e nonostante non avessi fame, seguii il gruppo.
Mi sedetti ad un tavolo con il mio vassoio, tutti sembravano evitarmi ma a me non é che importasse un granché, meglio così.
<<Se non lo mangi faccio io>> disse qualcuno alle mie spalle, si sedette alla mia sinistra e mi sorrise, era un ragazzo asiatico con i capelli neri e il sudore che gli impregnava la fronte.
<<Io sono Minho>> mi porse la mano che io strinsi.
<<Piacere, sono una ragazza che non si ricorda il suo nome e che ha occupato la tua stanza>>
L'espressione di Minho era un qualcosa di indescrivibile, una confusione mai vista mista ad un sorrisino.
<<Okay signorina sfrattratrice, com'è stato il primo giorno? Cosa hai fatto alle mani? E quello lo mangi?>>
Chiese indicando il puré di patate.
<<No, mangia pure aspirapolvere, primo giorno? Direi che ho fatto una figuraccia colossale e ho fatto vedere a tutti il reggiseno>>
<<Che caspio me lo sono perso!>> Mi rispose tirando un pugno sul tavolo.
<<E per le mani invece mi sono semplicemente aggrappata ad una scatola troppo forte>>
<<Insomma cosa che capitano a tutti, comunque dopo devo andare a portare il cibo a quella testa puzzona di Newt, vieni con me, così me approfittiamo per farti vedere da Jeff>>
Minho mi sembrava un ragazzo divertente, la persona giusta a cui chiedere.
<<Cosa sono gli intendenti? E perché utilizzate quelle parole strane?>>
<<Fagiolina, mi avevano detto che facevi tante domande però frena l'entusiasmo, gli intendenti sono i capi di ogni lavoro qui dentro, per esempio io sono l'intendente dei velocisti, coloro che mappano il labirinto, e le "parole strane", come le chiami tu, sono parole che abbiamo inventato per sconfiggere la noia>> disse facendo un semi inchino
<<Aspetta, labirinto?>> Quasi mi strozzai per chiederglielo, tanto che mi dovette tirare diverse pacche sulla schiena.
<<Errore mio, ho dimenticato che fossi una fagio, senti, ne riparliamo domani okay? Ora dobbiamo andare da Newt>>
E infatti, poco dopo, Minho con un vassoio in mano mi strattonò, fino ad un edificio molto più basso del casolare, vicino agli orti.
Scoprii che il famigerato Newt, era un ragazzo biondino, che dormiva beato in un letto dell'infermiera, coperto da una coperta logora.
<<Bella addormentata, sveglia, hai visite>>
Con qualche lamento, si tirò su, e prese il vassoio passatogli da Minho.
Lui si sedette in una sedia vicino al letto dell'amico e a me toccò il pavimento.
<<Come ti senti pive?>>
<<Bene... Meglio dei giorni scorsi>>
<<Sei proprio una testa puzzona>> Minho lo disse ridendo ma io potevo benissimo vedere i suoi occhi lucidi.
<<Ma adesso principessa, ti presento la mia nuova coinquilina, nonché fagiolina...>>
<<...che non ricorda il suo nome>> conclusi alzando le braccia come se avessi dato la risposta ad uno show televisivo.
<Meglio così, tanto tutti ti avrebbero chiamato fagiolina, almeno per un mese>> rispose il biondo.
<<Perché sei qui?>> Gli chiesi girandomi i pollici.
Abbassò lo sguardo e Minho mi fulminò rimanendo in silenzio.
Probabilmente era un argomento difficile, così decidetti che da lì in poi, avrei chiuso la bocca, ma al momento volevo solo sotterrarmi.
<<Piuttosto fagiolina, fasciamo queste mani>>
Newt continuò a mangiare con lo sguardo ancora basso e Minho si alzò per prendere delle bende e dell'alcol.
Si chinò davanti a me e iniziò a pulirimi.
<<Ho saputo che hai fatto uno spogliarello appena uscita dalla scatola>> disse il biondino provocando una risata a Minho.
<<Girano già le voci?>> Chiesi.
<<Qua anche il labirinto ha le orecchie>>
<<A proposito di labirinto, da quanto siete qua?>>
<<Circa 9 mesi>> mi rispose Newt finendo di mangiare.
<<Se ci pensi, é come se la Scatola ti avesse partorito, dopo nove lunghi mesi>>
Disse Minho che nel frattempo si era alzato per riporre le bende.
Le mie mani ora erano fasciate, mi sembrava eccessivo ma effettivamente, in un posto del genere le infezioni girano tanto quanto le voci.
<<Bella addormentata, puoi ritornare a dormire, direi che la fagiolina ha bisogno di un sonnellino di bellezza>>
<<Non sapevo parlassi di te in terza persona>>
Minho mi spinse fuori salutando Newt.
<<Magari ti viene a svegliare con un bacio>>
Gli fece l'occhiolino e forse fuori dall'edificio affiancandomi.
In poco tempo arrivammo al casolare e Minho mi disse di sistemarmi e che lui avrebbe preso un sacco a pelo.
Mi sentii in colpa a far dormire Minho per terra dopo una giornata a correre, ma non devi storie, rimasi con la faccia sul cuscino, la luce della luna mi illuminava e per la prima volta, ero da sola con i miei pensieri e la cosa mi terrorizzava.

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaWhere stories live. Discover now