Capitolo 6

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William era riuscito a bloccarmi. Mi portò in quello che chiamavano "Faccemorte".
Era una specie di cimitero.
Per fortuna non c'erano tante croci, saranno state circa quattro, che erano già troppe.
<<Che lavoro fai?>>
<<Spalatore>>
<<E come mai non sei al lavoro?>>
<<Potrei farti la stessa domanda>>
Effettivamente, da quando avevamo visto Minho e il ragazzo uscire dal labirinto, non avevo potuto parlare con Gally.
<<Gli Intendenti sono all'Adunanza. È una riunione che fanno con Alby>>
Ci eravamo appoggiati ai grossi alberi davanti alle Facciemorte ed io stavo fissando una croce con su scritto "Godric".
<< Alby di cosa è l'intendente?>>
<<Essendo il capo di questo posto, è l'intendente degli Intendenti>>
<<Cos'è successo a Godric?>> Chiesi indicando la tomba.
<<Si è buttato giù dalla scatola per vedere se portasse da qualche parte...è tornato il suo corpo tagliato a metà>>
Decisi di chiudere la bocca e non fare più domande, almeno per un po'.

Era passata circa un'ora. Nessuno di noi due aveva più parlato. Eravamo semplicemente fermi a fissare il cimitero.
Non avevamo sentito la campana di Frypan, quindi il pranzo non era ancora pronto.
Decisi di alzarmi e camminare fino all'uscita del bosco. William mi seguì con passo svelto.
<<Perché ci mettono così tanto?>>
<<Staranno parlando di quello che è successo. È la prima volta che qualcuno viene punto in pieno giorno>>
<<Ed è così strano?>>
Senza pensarci, entrambi ci stavamo dirigendo verso la cucina vuota. Probabilmente lui aveva fame tanto quanto me, se non di più (visto che il mio massimo sforzo era stato martellarmi un dito).
Ci sedemmo in un tavolo insieme ad altri radurai affamati per ascoltare la loro conversazione.
A parlare era Fred e attorno a lui c'erano altri due ragazzi sudati, uno aveva i capelli rossi e l'altro era colui che il giorno prima mi aveva portata fuori dall'infermeria.
<<...sinceramente questa situazione mi preoccupa. Un pive punto in pieno giorno, e in più erano usciti da poco: quanto? 6 o 7 ore?>>
Tutti gli altri si limitarono ad annuire e il ragazzo dai capelli rossi parlò.
<<Può anche essere un caso. Non è che i dolenti di giorno non ci sono. È solo più raro>>
<<Scusate se mi intrometto, non c'entra assolutamente nulla, ma io ho fame. Perché i cuochi non cucinano?>>
Probabilmente non era il momento di parlare di cibo, ma il mio stomaco brontolava e si sentivano i primi crampi.
<<Frypan è l'unico che conosce il menù, è un maniaco verso la sua cucina. Comunque io sono Henry>>
Era un po' da idioti lasciare che solo uno sapesse il menù, anche perché poi ti ritrovavi con quaranta ragazzi affamati e preoccupati.
Quell'ambiente stava diventando affollato e iniziava a mancare l'aria, così decisi di andare in infermeria.
Se ve lo steste chiedendo. Si. Sapevo fosse vietato per la storia di quel ragazzo che era stato punto e che nessuno poteva vedere, ma me ne fregai. Chi diceva che dovevo per forza essere lì per lui? Potevo anche solo voler far visita a Newt.

Quando entrai (incredibile, ma me lo concessero), notai Newt fermo in mezzo alla stanza. Nonostante non sapessi così gli fosse successo, potevo presumere che  camminare per lui era un grande passo.
<<Ehi, bella addormentata!>> Lo salutai sorridendo. Non sembrava esattamente di buon umore.
Quando si girò, notai che era appoggiato ad un bastone e la fasciatura si era ridotta all'altezza della caviglia.
<<Quanto odio che facciano un'Adunanza senza di me. Non sopporto non sapere le cose>>
<<Lo avevo capito>>
Mi avvicinai a lui e notai che il letto vicino al suo era circondato da una tendina da doccia.
Quasi come mi avesse letta nel pensiero, Newt rispose alla mia domanda.
<<Non ti è dato sapere cosa c'è lì. Piuttosto, renditi utile e portami fino al casolare. Alby da solo non riuscirà mai a gestire tutti quei pive>>
<<No no biondo! Io non corro il rischio che incolpino me>> Indietreggiai alzando le spalle.
<<Dai fagio non fare la testa puzzona. Sù, vieni qui>>
Mi circondò le spalle con il braccio e mi trascinò fino al fuori dell'edificio...sembrava che quella bisognosa di aiuto fossi io.

Ci mettemmo più del solito ad arrivare al Casolare (chissà come mai), e una volta aperta la porta il vociferare si fermò.
Tutti si girarono verso di me. Erano seduti nel salottino del primo piano. Gally e Alby erano gli unici in piedi, molto probabilmente stavano litigando dato che Gally aveva un dito puntato contro il capo e lo sguardo di chi vorrebbe tanto di spaccare qualche naso.
<<Io non c'entro niente! >> mi giustificai, ottenendo solo una sbuffata da parte di Minho.
<<Sentite, io sono il vice qui, e merito di essere trattato come tale, quindi...continuate pure>>
Aiutandosi con il bastone si sedette su una sedia vuota al fianco di Alby, il quale mi fece segno di andarmene.
Io guardai Newt ma lui mi mimò con le labbra un "non posso farci niente".
Ennesima ingiustizia. Era questa la sua riconoscenza?
Il biondino era più pesante di quel che si poteva credere, e chi è che se l'era dovuto portare per mezza radura? Ovviamente io.
Camminai senza meta, quella giornata sembrava non passare mai. Passai vicino alla scatola e una voce mi tornò in testa: "C.A.T.T.I.V.O. non è buono".
Cosa voleva dire? E perché quella donna avrebbe dovuto dirlo a me e non a qualcun'altro?
Ad un certo punto, stanca di girovagare, mi buttai per terra stendendomi a stella sull'erba, chiusi gli occhi e respirai la dolce aria della radura.
Il sole si stava abbassando e la luce mi baciava il viso dolcemente. Sentii qualcosa appoggiarsi sul mio fianco sinistro, ma non sembrava una persona, era troppo morbido.
Aprii un occhio ed fui felice di vedere che a farmi compagnia c'era Bau, il labrador nero della radura.
Lo accarezzai ritornando con la testa sull'erba; quel posto non era così male, tutto sommato...

Ero in una classe dalle mura bianche. Davanti a me la professoressa spiegava ciò che era scritto alla lavagna.
Ovviamente non vedevo né la scritta né il viso della professoressa. Non poteva essere così facile.
Sentii qualcosa colpirmi la spalla e mi girai di scatto.
<<La finisci, stupida testa bacata?>>
Dietro di me c'era un ragazzo dai capelli neri che rideva sotto i baffi...probabilmente l'artefice del lancio della pallina.
<<Soggetti A6 e A7, uno di voi può dirmi cosa ho appena spiegato?>>
Mi girai imbarazzata e dal banco alla mia destra sentivo la risata del mio vicino.
<<E tu stai zitto>> gli sussurrai.

Quando mi svegliai, non sentii il prato umido, bensì la coperta ruvida del mio letto. Sentii due voci discutere, così decisi di non interromperle (di solito non avrei origliato, ma sembrava interessante). Erano Newt e Minho.
<<Quelle teste puzzone pensano che sia colpa sua...>> disse il velocista.
<<Sono solo dei pive inutili. Come può essere colpa sua? È arrivata da meno di una settimana!>>
Nella voce del biondo si poteva sentire tutta la sua frustrazione.
<<Non lo so Newt. Sono spaventati, è comprensibile>>
<<Quindi secondo te è giusto mandarla nel labirinto?!>>
ASPETTA,COSA?!
<<Sai che non sto dicendo questo, brutta ragazzina mestruata. Sto solo dicendo che è giusto che abbiano paura>>
Da lì non sentii più niente, perché Newt, dopo aver sbuffato, se ne andò seguito a ruota da Minho che cercava di richiamarlo.

C.A.T.T.I.V.O. non è buonaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora