capitolo 18

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"il soffrire passa, l'aver sofferto non passa mai"
Fëdor Dostoevskij

Dazai era nascosto sotto l'ombrellino, anche se il cielo iniziava a scurisi, e Chuuya lo seguiva, spalla contro spalla muovendosi verso la carrozza. Il cocchiere nel mentre aveva preparato il cavallo di Chuuya e legato al mezzo.
Dazai aprì la porta e con un cenno della mano fece accomodare il rosso, che rispondendo con un ghigno divertito entrò. Seduti uno al fianco dell'altro Dazai si sporse con i gomiti verso il rosso che invece si era disteso verso il finestrino. Il moro guardava Chuuya sotto quel cappellone con un fare quasi deliziato da ogni suo gesto.
<<Ti stava disturbando?>> chiese ridacchiando ricordando dell'energumeno. Chuuya gli rivolse gli occhi e ispirò diverito.
<<Nulla di che.>>
Poi ritornando verso la finestrella gli vennero in mente le parole che aveva detto a bassa voce in quella taverna, e il suo viso inziò ad arrossire, anche se dentro di sé provava una particolare rabbia.
<<Ma hai davvero->>
<<Quella donna scapperebbe con il primo che passa per andarsene da suo marito...e non la biasimo>> gli rispose subito Dazai senza nemmeno lasciarlo parlare, poi gli prese le mani e si sporse ancora. Chuuya non capiva ma era rimasto imbambolato a guardarlo, poi si risvegliò dicendo:
<<E Clea... sembravi interessato.>>
<<Vecchia fiamma.>>
Il volto di Chuuya si spense un po', come ci fosse rimasto male, con quelle guance color peperone che gli facevano brillare gli occhi.
<<Ah... com'è finita.>>
<<Non ha voluto fare un suicidio di coppia con me.>> Disse Dazai con disinvoltura, Chuuya invece rimase perplesso
<<Cos->>
<<Gran peccato.>> Aggiunse Dazai ridacchiando.
<<Il suo collo sarebbe stato così delicato insieme ad un cappio.>> fantasticava, Chuuya gli prese le mani e lo guardò duro.
<<Va bene così non c'era bisogno.>>
Dazai rispose con una risata,
poi il rosso abbassò lo sguardo verso delle bende che coprivano il palmo del moro e guardandole si sentì abbattuto.
<<Perché mai vorresti una cosa simile.>> Disse quasi tra sé e sé,
Dazai rimase immobilizzato per un istante, quasi stupito, poi ridacchiando gli spiego:
<<È il sogno di una vita...>> Chuuya non seguiva quindi Dazai aggiunse:
<<Non c'è cosa che renda l'uomo più felice e spensierato della morte e dell'amore. Quindi cosa potrebbe essere meglio di un suicidio di coppia?>> Il rosso lo guardava spiazzato, da una parte perché gli pareva un pazzo, ma d'altra era quasi triste per un pensiero simile.
<<Dubito allora che troverai una fanciulla disposta a farlo.>> Rispose chuuya girando lo sguardo verso la finestrella, senza però lasciare le mani di Dazai. Queste nel mentre si massagiavano e riscaldavano una con l'altra.
<<Perché mai? Cosa c'è di più bello di essere trovati mano nella mano a galleggiare beati sul letto di un fiume, con la donna che si ama....o l'uomo.>> Diceva Dazai fantasticando, ma Chuuya lo guardava ancora stranito in disaccordo con lui, anche se vederlo nel mondo delle favole lo portava a sorridere, nonostante solo lui avrebbe potuto leggerne di simili.
<<Continuo a pensare che allora rimarrai celibe Dazai.>> Gli rispose chuuya ridacchiando, e Dazai fece un teatrale broncio. Poi si avvicinò ancor di più al rosso iniziando a gesticolare in aria per raccontare.
<<Hmm..tu sei inglese conosci Shakespeare giusto?>>
<<Si direi ma->> Provò a dire Chuuya ma Dazai lo fermò subito continuando a parlare
<<Romeo e Giulietta si amavano... Giusto?>>
<<Si ma non dirmi che->>
<<Eppure sono morti insieme alla fine no?>>
<<Non penso che vada interpretata in questo modo la storia sai?>> Rispose ridacchiando Chuuya ed il moro si unì a lui facendo spallucce. Dopodiché Dazai strinse le sue mani più forte, portando il rosso ad arrosire, e si avvicinò a lui, in modo che i loro occhi si incontrassero e tra le loro labbra la distanza quasi si annulasse. Chuuya spalancò gli occhi e divenne paonazzo, cercando di spostare lo sguardo altrove per l'imbarazzo, ma Dazai lo seguiva dovunque andasse, con la mano gli prese il mento e glielo bloccò in modo che fosse costretto a guardarlo negli occhi:
<<Tu ti uccideresti per la persona che ami?>> Disse a bassa voce, una voce sensuale e calda che veniva accompagnata da un suo sorriso. Chuuya rimase imbambolato, intimidito da quelle bellissime labbra, e sentiva dentro una scarica che voleva si buttasse, eppure la lingua gli si intorpidiva, e il cuore correva a mille impedendogli di parlare:
<<Io...>>
In quel momento ci fu un gran tonfo che fece saltare i due ragazzi.
<<Cos'è successo?>> Chiese Chuuya tenendosi al sedile e guardandosi intorno, Dazai completamente tranquillo disse:
<<La carrozza avrà investito qualcosa, dovremo andare a controllare.>> Prese l'ombrellino al suo fianco e fece avanzare Chuuya lasciando che scendesse per primo. Scesi dal mezzo, rigorosamente coperti dall'ombra dell'ombrello si guardarono attorno, e girandosi rimasero pietrificati. Dietro la carrozza c'era il corpo senza vita di un uomo, in una pozza di sangue. Chuuya gli si buttò incontro, Dazai invece con cautela si piegò facendo attenzione a coprirsi.
<<Dobbiamo aiutarlo..>> disse Chuuya mettendo le mani nel sangue per controllare il corpo ma Dazai come impassibile disse:
<<È morto.>> Chuuya rimase fermo, rimettendo le mani apposto congelato, queste rosse dal sangue tremavano e lui non riusciva a fermarle. Dazai invece inziò a ispezionare velocemente il cadavere. Aveva vari fori rossi sul corpo e profondi tagli, non era sicuramente morto per la carrozza. Alzò lo sguardo verso Chuuya che nel mentre era in completo silenzio, aguzzò la vista dietro il rosso, notando una figura in lontananza nascosta nell'ombra, con la testa china e vestito completamente di bianco.
Come avesse visto un fantasma, cadde all'indietro, respirando a fatica. Chuuya gli si avvicinò spaventato e il conte gli tirò la mano dicendo:
<< Dobbiamo tornare subito a casa.>>
<<Ma..>
<<Subito.>> Insistette Dazai e risalirono sulla carrozza che corse via come un fulmine nella foresta.

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