Capitolo 26

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" Tutti possiamo reinventarci. Se non siamo felici diamoci una seconda possibilitá"
Luciano De Crescenzo

Ci sono momenti nella vita in cui tutto cambia, il tuo aspetto, il tuo modo di fare e persino il tuo stesso essere. Momenti in cui ti guardi allo specchio e capisci che la persona riflessa dall'altra parte del vetro, quella persona solitaria, riservata e silenziosa, non è colui che avresti voluto diventare. Ed è da quella consapevolezza che tutto cambia, facendo scattare qualcosa nella tua stessa testa e facendoti domandare come avessi davvero vissuto fino a quell'istante.
Ed era proprio questo che era successo, al giovane americano di origini italiane, mentre sfoggiava il suo nuovo taglio di capelli corti di un colore azzurro acceso, intonato con una camicia celeste con gli ultimi due bottoni lasciati aperti e degli skinny jeans neri che gli fasciavano perfettamente la forma del sedere. Ai piedi indossava un paio di nike air force nere, un regalo di natale di sua zia Samantha e i suoi occhi erano coperti da un paio di occhiali da sole che si era poi appuntato sui capelli, trattenendo indietro i piccoli boccoli rimasti.
Sentiva chiaramente addosso l'attenzione di tutti ogni volta che faceva un passo avanti e cambiava direzione e sebbene il suo primo istinto fosse quello di scappare a gambe levate lontano da quel luogo, si costrinse a rimanere li dov'era e a camminare a testa alta, ignorando i commenti della gente.

Aveva trascorso dei giorni difficili da quando lui e Ethan si erano separati: non aveva fatto altro che stare a letto al buio con gli occhi chiusi, cercando di cancellare l'immagine di loro due nudi sul letto che facevano l'amore in quella camera d'hotel, cercando di cancellare tutti i baci che si erano dati, tutte le parole che si erano detti e tutti i sorrisi che si erano rivolti.
Era stato difficile, cosí dannatamente difficile abituarsi ad addormentarsi da solo nel letto avvolto solo dalle coperte e svegliarsi senza poter ammirare il bellissimo volto del suo amico, ma era stato ancora piú difficile accettare che quella non sarebbe stata una fase momentanea, ma che Ethan non sarebbe piú tornato nella sua vita, non lo avrebbe piú abbracciato quando stava male, non gli sarebbe piú stato accanto per aiutarlo nella sua assurda ricerca di sua madre e soprattutto non gli avrebbe piú sorriso in quel modo che lo aveva fatto innamorare molti mesi prima senza che se ne rendesse conto.
Thomas perse il conto di quante volte pianse durante quell'ultima settimana, quelle dannate gocce salate avevano il dono di presentarsi quando meno se l'aspettava: quando dormiva, quando si riposava, quando correva e persino quando mangiava, tanto da far rendere conto in poco tempo anche alla zia Samatha che qualcosa non andava.
Lei non gli fece domande, probabilmente era giá contenta che suo nipote tornato da quel viaggio in montagna fosse in un certo senso cambiato e la trattasse con molto piu affetto del solito, chiamandola piú volte mamma e abbracciandola, gesto che fece commuovere la donna piú grande che non era abituata a tali dimostrazioni d'affetto da parte sua e non voleva rompere quello strano equilibrio tra loro, ma trovó comunque il modo di aiutarlo invitando la sua inseparabile amica Su a casa loro e sperando che almeno lei con la sua allegria e gentilezza potesse aiutare il suo amato nipote.

Ed è proprio questo che successe: Thomas si sfogò con la sua migliore amica, raccontandogli ogni dettaglio di ciò che era accaduto in quello strano viaggio, dall'incontro con i suoi nonni, il rifiuto di sua madre, l'aggressione, la veritá che finalmente era venuta a galla e l'ultima notte in cui il suo amore per Ethan si era finalmente coronato, spezzandoli poi il giorno dopo definitivamente il cuore.
Ethan non era pronto per dire a tutti di loro, ma lui non poteva aspettarlo ed essere il suo segreto, non dopo tutto quello che era successo e tutto ciò li aveva portati in quel vicolo cieco in cui non vi era possibilitá di uscire.
Cosí Su, da buon amica che era, ascoltò fino alla fine il suo discorso, asciugò una per una tutte le sue lacrime e soprattutto lo spinse ad uscire dal sul guscio.
Se c'era una cosa che poteva dire della coreana e che riusciva sempre a leggerli dentro, senza bisogno che lui parlasse e anche quel giorno non c'era stato bisogno di farlo: dal primo istante che aveva rivisto Thomas aveva capito che c'era una nuova luce che illuminava i suoi occhi, nonostante il velo di tristezza e dolore che cercavano di coprirlo.
Il ragazzo aveva trascorso fin troppo tempo chiuso in se stesso con la paura di soffrire e di provare un dolore simile a quello che aveva sentito da bambino.
Ma se c'era una cosa che aveva imparato da quel viaggio era che la paura era la peggior arma verso noi stessi, è proprio lei che ci paralizza e ci impedisce di progredire nella direzione in cui vogliamo andare.
Cosí dopo aver toccato il fondo, venendo rifiutato dall'unica persona che lo aveva messo al mondo e dal primo uomo che avesse mai amato, decise che era ora di dire basta a quella vita fatta solo di solitudine e di insicurezze.
Forse era vero, l'universo non era stato clemente con lui, ma lui gli avrebbe dimostrato che era piú forte e che nulla poteva piú mettersi contro Thomas Izzo.
Ed era cosí che si era ritrovato dal parrucchiere e a fare shopping insieme a Su che gli consiglió un cambió radicale.
Sí, forse quel colore azzurro era un pò' troppo radicale per una persona che era stata invisibile fino a quel momento, ma fu proprio quel pensiero a spingerlo a sceglierlo: non aveva piú bisogno di nascondersi, da quel momento in poi avrebbe camminato a testa alta e avrebbe fatto conoscere al mondo il vero Thomas.

L' ombra della madre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora