Capitolo 10

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Per un attimo, le telecamere rimangono puntate sugli occhi bassi di Louis intanto che le sue parole vengono recepite fino in fondo. Poi vedo il mio viso, la bocca semiaperta in un misto di sorpresa e protesta, ingigantito su ogni schermo, mentre mi rendo conto: "Sono io! Parla di me!". Stringo le labbra e fisso il pavimento, sperando che questo basterà a nascondere le emozioni che cominciano a ribollirmi dentro.

«Oh, questa sì che è sfortuna» commenta Jimmy, e la sua voce ha un tono sinceramente addolorato. Il pubblico mormora, d'accordo con lui, e qualcuno emette persino un grido strozzato.

«Non è bello» ammette Louis.

«Be', non credo che nessuno di noi te ne farà una colpa. È difficile non innamorarsi di quella giovane signora» dice Jimmy. «Lei non ne sapeva nulla?»

Louis scuote la testa. «Non fino a questo momento».

Lancio una rapida occhiata verso lo schermo, il tempo sufficiente per vedere che il rossore sulle mie guance è inequivocabile.

«Non vi piacerebbe farla tornare qui e avere una risposta?» chiede Jimmy agli spettatori. Il pubblico grida il proprio assenso. «Eh, sì, ma purtroppo le regole sono regole, e il tempo di Eich Styles è scaduto. Be', in bocca al lupo, Louis Tomlinson, e credo di parlare a nome di tutto Panem quando dico che i nostri cuori sono con voi».

Il clamore del pubblico è assordante. Louis ci ha letteralmente steso, con la sua dichiarazione d'amore. Quando alla fine gli spettatori si placano, lui pronuncia un tranquillo "Grazie" con voce soffocata e torna al suo posto. Ci alziamo in piedi per l'inno. Devo sollevare la testa per mostrare il rispetto richiesto e non posso fare a meno di vedere che ogni schermo è dominato da una foto mia e di Louis, distanti qualche centimetro l'uno dall'altro, una distanza che nella mente di chi guarda non potrà mai essere superata. Povera, tragica coppia.

Ma io ho di meglio da fare.

A inno terminato, i tributi tornano in fila nell'atrio del Centro di Addestramento ed entrano negli ascensori. Mi assicuro di prenderne uno dove non ci sia Louis. Il pubblico rallenta il nostro entourage di stilisti e mentori e chaperon, così rimaniamo in compagnia di noi stessi. Nessuno parla. Il mio ascensore si ferma per far scendere quattro tributi prima di me, poi le porte si aprono sul dodicesimo piano. Louis è appena uscito quando gli colpisco violentemente il petto coi palmi delle mani. Perde l'equilibrio e crolla su un'orrenda urna piena di fiori finti. L'urna si inclina e si fracassa in migliaia di pezzetti. Louis atterra tra i frammenti e subito il sangue gli sgorga dalle mani.

«E questo per cos'era?» chiede, atterrito.

«Non ne avevi nessun diritto! Nessun diritto di andare a dire quelle cose su di me!» gli grido.

In quel momento gli ascensori si aprono e appare tutta la combriccola, Lady Germanotta, James, Niall e Selena.

«Che succede?» chiede Lady Germanotta con una nota isterica nella voce. «Sei caduto?»

«No, è lei che mi ha buttato per terra» risponde Louis mentre Lady Germanotta e Niall lo aiutano a rialzarsi.

James si gira rabbioso verso di me: «Gli hai dato uno spintone?»

«È stata un'idea tua, vero? Farmi passare per una specie di stupida davanti a tutto il paese?» replico.

«È stata un'idea mia» dice Louis trasalendo mentre si toglie schegge di ceramica dai palmi delle mani. «James mi ha solo aiutato».

«Già, James è di grande aiuto. A te!» dico.

«Tu sei una stupida» dice James, disgustato. «Pensi che ti abbia danneggiato? Quel ragazzo ti ha dato qualcosa che non saresti mai riuscita a realizzare da sola».

Stay Alive [Hunger Games - Larry Stylinson version]Where stories live. Discover now