Capitolo 23

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Ogni cellula del mio corpo mi ordina di sprofondarmi nello stufato e di riempirmene la bocca a piene mani. Ma la voce di Louis mi ferma. «È meglio che ci andiamo piano, con lo stufato. Ricordi la prima notte sul treno? Quel cibo così ricco mi ha fatto star male, e allora non stavo nemmeno morendo di fame».

«Hai ragione. Io potrei risucchiarlo tutto anche dal naso!» dico con rimpianto.

Ma non lo faccio. Cerchiamo di essere saggi. Mangiamo ciascuno un panino, mezza mela, una porzione di stufato grande come un uovo. Mi costringo a mangiare lo stufato a piccole cucchiaiate (ci hanno perfino mandato posate d'argento e piatti), assaporando ogni boccone. Abbiamo finito, ma io guardo il piatto con bramosia. «Ne voglio ancora».

«Anch'io. Facciamo così. aspettiamo un'ora. Se resta nello stomaco, ne mangeremo un'altra porzione» dice Louis.

«D'accordo» approvo. «Sarà un'ora molto lunga».

«Forse non tanto lunga» dice Louis. «Cos'è che stavi dicendo, prima che arrivasse il cibo? Qualcosa su di me... nessuna concorrenza... la cosa migliore che ti sia mai capitata...»

«Quest'ultima parte non me la ricordo» dico, sperando che qui sia troppo buio perché le telecamere possano riprendere il mio rossore. Ripenso a quel ti amo, ai nostri corpi attaccati, e sento la mia faccia che avvampa. Deglutisco e per poco non mi strozzo con la saliva.

«Già, è vero. È quello che stavo pensando» ribatte. «Spostati, sto congelando».

Gli faccio posto nel sacco a pelo e ci appoggiamo alla parete della grotta. Le mie labbra si fiondano sulle sue, avide. Non rifletto, ho solo bisogno di sentirlo su di me, accanto a me, dentro di me. Convinco la sua lingua a rintanarsi nella mia bocca e trascorriamo minuti interi a stuzzicarci con baci e carezze che aumentano di intensità e distanza, sempre di più ogni secondo che passa.

Lui fa aderire un palmo alla mia erezione protetta dai pantaloni e la stimola, spostandosi dall'alto al basso. Mi abbassa la cinta e fa lo stesso con la sua, sputandosi un paio di volte sulle dita, per poi imboscarle chissà dove.

Alcuni secondi più tardi mi ritrovo a sussultare e a soffocare un gemito per la sorpresa. Louis ha impugnato la sua lunghezza e la mia, insieme, per massaggiarle contemporaneamente. Emetto un sospiro di soddisfazione e socchiudo gli occhi, abbandonandomi all'estasi. La saliva spalmata tra un sesso e l'altro crea una scivolosità sublime sufficiente a rendere agevole l'esperienza, ma conservando un attrito capace di pungolarmi da capo a piedi.

Mi sporgo a baciarlo di nuovo, costringendomi a non gridare, anche se vorrei farlo. Gridare di piacere. Chiedergli di ripetermi quelle parole. Ti amo, Eich. Per qualche ragione sento che, se lo dicesse anche adesso, perderei il controllo di me stesso. Le mie gambe tremerebbero e dagli angoli dei miei occhi increspati colerebbero lacrime pregne di felicità.

Arpiono le sue gambe con le mie e oscillo verso di lui, incontro alla sua mano abile, lesta, sicura, esperta, e conficco per sbaglio i denti nella sua lingua tesa. Louis emette un gridolino e poi ridacchia, rinfilandosi tra le mie guance come se nulla fosse. Con l'altra mano raggiunge il retro del mio corpo, penetrando le mie natiche per premere sulla piccola apertura di pelle tenera con un dito.

L'impellenza di urlare mi punge sotto la cute. Voglio piangere. Piangere per la beatitudine che provo e il patimento di non poter darne libero sfogo. Baratto quell'urgenza con un'altra, forse più imperiosa e irrimandabile. Il mio orgasmo scoppia e gocciola sulle sue dita, sul suo polso, sulla mia pancia. Louis viene subito dopo di me. Percepisco il suo seme caldissimo inzupparmi il ventre, imbucarsi nel solco dell'ombelico.

Sudati, stanchi, intorpiditi di ebbrezza, ci accasciamo uno al fianco dell'altro, comportandoci come se avessimo appena smesso di baciarci, e niente di più. La mia testa sulla sua spalla, le sue braccia attorno a me. «Allora, da quando avevi cinque anni non ti sei interessato a nessun'altra ragazza?» gli domando, mascherando come posso il fiato corto nella mia voce.

Stay Alive [Hunger Games - Larry Stylinson version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora