◍𝐄𝐢𝐠𝐡𝐭𝐞𝐞𝐧

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L'indomani mattina Seojun si svegliò a causa di un buonissimo odore, proveniente dal piano di sotto, che lo fece alzare subito dal letto.
Strinse a sé il peluches che Minho gli aveva comprato e scese le scale, arrivando davanti la cucina. Aprì lentamente la porta e vide suo padre intento a girare qualcosa in padella.

Minho sentì lo scricchiolio della porta e si girò.

«Oh buongiorno, piccolo. Come hai dormito?»

Seojun spostò la sedia e si sedette a tavola.

«Ho dormito benissimo! Non avevo mai dormito su un letto così comodo.» sorrise il bambino sbadigliando leggermente «Cosa stai cucinando?»

«Le crèpes con la Nutella! Ma ho fatto anche i muffin. Mi sono svegliato presto stamattina.»

«Davvero?»

Seojun lo guardò con occhi luccicanti.

I due si sedettero a tavola e iniziarono a mangiare quell'abbondante colazione preparata da Minho.
Parlarono del più e del meno: Minho gli chiese come avesse dormito nella sua nuova stanza e se si stesse trovando bene in casa sua dove, fortunatamente aggiungerei, non girava nessuna stra maledetta suora.

Mentre si ingozzavano di nutella, la porta di casa si aprì rivelando la figura slanciata della sorella del maggiore.

Sooyeon si diresse a passo spedito verso la cucina.

«Ma che buon profumin-»

Lo sguardo della ragazza non si posò subito su quello del fratello ma per lo più sul piccolo esserino che stava divorando il dolce francese con tanta voracità.

«E tu chi diavolo sei?»

«Sooyeon, lui è Seojun, tuo nipote. Seojun, lei è tua zia.»

«Zia?»

«Nipote?»

Pronunciarono quelle parole insieme.

«Perdonami ma sono confusa. Chi è questo bambino?»

«Te l'ho appena detto, è mio figlio.»

«Ma che- da dove è uscito fuori?!! Tu sei gay!»

«L'ho adottato, non è evidente?»

«Perché diavolo hai adottato un bambino?!! Ma che ti succede??? Sei diventato matto? Riportalo indietro.»

Minho la guardò male «Ma sei scema? Col cavolo! Sai quanta fatica ho fatto? Seojun resta qui!»

Seojun guardò la ragazza.

«A me sembri tu la pazza.» disse.

Sooyeon serrò la mascella «Sta zitto, moccioso.»

«Tieni a freno la lingua.» ringhiò Minho alzandosi.

Si voltò verso il bambino e gli sorrise dolcemente «Aspettami qui, finisci di mangiare okay?»

Seojun annuí e continuò a mangiare indisturbato.

Minho prese per il braccio la sorella e la portò in soggiorno, chiudendo la porta della cucina.

«Minho senti, capisco che sei triste e scombussolato per il rapimento di Jisung, ma questo mi sembra un po' eccessivo. Non puoi adottare un bambino così, a caso. Come fai a sapere che sei già pronto a diventare papà? Hai ventotto anni! Riporta indietro il moccioso, non fa per te.»

«Innanzitutto il "moccioso" ha un nome, si chiama Seojun. Lo conosco da quasi un mese e la prima volta che l'ho visto sentivo già che sarebbe diventato importante per me. Aveva una situazione difficile, io l'ho salvato da un posto che l'avrebbe cambiato in peggio perciò smettila con questo tuo atteggiamento. L'ho adottato, è il mio bambino.. mio e di Jisung. Da questo momento in poi non ti permetterò più di parlarmi in questo modo, Sooyeon. Sono settimane che sei strana, continui a giudicare le mie scelte quando neanche tu sembri messa tanto bene con la testa. Impara a stare al tuo posto e a non rompere i coglioni.»

༄𝐏𝐫𝐨𝐟𝐢𝐥𝐞𝐫 𝟐 ~𝐌𝐢𝐧𝐬𝐮𝐧𝐠Where stories live. Discover now