Capitolo 16

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Oramai erano trascorsi un paio di giorni e Taehyung non mi aveva assolutamente rivolto una parola. Mi scansava e non osava neanche una volta avvicinarsi. Il poco tempo che si trovava in casa, lo impiegava con Jin.

Avevo i gomiti appoggiati sul davanzale della finestra del mio ufficio che si affacciava al cortile della scuola. Taehyung era proprio lì, davanti ai miei occhi. Era seduto a gambe incrociate per terra, assorto nella lettura di un libro. Lui non poteva vedermi perché era girato di spalle. La sua schiena era scarsamente piegata in avanti e come al suo solito aveva delle ciocche di capelli incasinate, e poi la camicia della sua uniforme era totalmente stropicciata. Era più forte di lui riuscire ad essere ordinato. Dava costantemente l'impressione di essere uscito da una battaglia. Lo vidi chiudere il libro e posarlo di lato. Dopo qualche minuto si stiracchiò e si distese.

La campanella suonò e lui restò ancora là. Sicuramente si era addormentato, pertanto m'indirizzai verso il cortile. E quando lo raggiunsi, constatai che stesse realmente dormendo con le labbra arricciate. Mi misi in ginocchio e gli smossi gentilmente il braccio per svegliarlo. Lui mugolò ed assunse una smorfia infastidita che mi fece ridacchiare. In quel preciso istante, Taehyung aveva la stessa espressione di Min Joon ogni qualvolta che tentavo di risvegliarlo.

"Taehyung è suonata la campanella." lo informai.

Lui sbadigliò. "Non fa nulla..." parlò con la voce impastata mentre si voltava su di un fianco per continuare a dormire. "Non mi va..."

Presi il libro di letteratura che poco fa aveva messo accanto a sé e glielo picchiettai con delicatezza sul capo, facendolo piagnucolare e rotolare su sé stesso. "C'è la lezione di letteratura." gli dissi, consapevole che si sarebbe alzato subito. Quella professoressa non provava una particolare simpatia nei suoi confronti e spesso capitava che lo rimproverava o che lo metteva in punizione insieme ad Araya.

Taehyung si drizzò in piedi con rapidità. "La signorina Rottermaier?" emise un piccolo urletto ed il suo volto oltre ad essere assonnato era anche allarmato. Si stirò con le mani la divisa e fece un respiro profondo.

Mi osservò con la fronte aggrottata e mi raggelò con gli occhi per poi incamminarsi verso la sua classe.

Lo richiamai da dietro. "Taehyung dove pensi di andare senza questo?" gli domandai con un punto di sarcasmo mentre sventolavo il suo libro.

Lui si girò di scatto e si affrettò per prenderlo. "Cavolo!" borbottò. Ma io glielo sollevai in aria e lui iniziò a saltellare.

"Dammelo!" esclamò arrabbiato mentre continuava a saltare con affanno.

"Come si dice?" ghignai e lui mi guardò male.

Taehyung sbuffò. "Tskk! Grazie..." proferì a denti stretti. "Per colpa tua, farò ritardo e mi metterà di nuovo in punizione!"

Glielo passai e lui lo agguantò bruscamente, dopodiché lo vidi scappare via.

Beh... perlomeno, oggi ero riuscito a fargli dire almeno una parola.

"Che cosa stai facendo?" intervenne Jin, facendomi sussultare.

Quasi mi stupì, perché persino Jin si comportava in modo freddo e distaccato. "Niente." mi limitai a rispondere.

Mi ispezionò con un fare sospettoso. "Poco prima ti ho intravisto con Taehyung." mi accennò. "Quindi?"

Lo adocchiai perplesso con un sopracciglio in su. "Quindi cosa?"

"Ancora non ti parla?"

"Non proprio. Mi pare che ora sia più arrabbiato che triste, ma almeno questo mi solleva." ammisi più tra me che a Jin. E preferivo che ce l'avesse più con me, piuttosto che vederlo piangere. "E tu? Come mai sei qui? È successo qualcosa?"

My hostage love - TaekookWhere stories live. Discover now