Capitolo 5

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Anno 879 p.f.

Yukon era un'anomalia, così lo avevano definito quando era stato trovato dall'altra parte del Diermo. Era stato prelevato dalla casa dove era stato accolto per anni, dove era cresciuto con tanti altri bambini privi di famiglia. Lo dovevano aver segnalato, non c'era altra spiegazione, lui non lo aveva detto a nessuno oltre al responsabile del suo gruppo di ragazzi.

All'età di sedici anni aveva salvato la vita ad un bambino che stava affogando, ma per farlo aveva utilizzato un potere che non avrebbe dovuto possedere. Aveva mosso le molecole dell'acqua, le aveva fatte scorrere l'una sull'altra, scontrare e rimbalzare, finché quelle non avevano riportato a riva il bambino.

Non era stato visto da nessuno, almeno così aveva creduto, ma un anno dopo si era presentato un uomo, chiamato da tutti Magister, che lo aveva prelevato e portato via dalla sua casa e gli aveva fatto superare il Diermo.

Yukon non aveva mai avuto occasione di vedere il mondo oltre il muro, non perché non fosse stato curioso di scoprire cosa si nascondesse dietro la parete di pietra, ma perché gli era sempre stato vietato. Sin dai tempi della Fusione era stato imposto un perimetro invalicabile per coloro che abitavano al di là del muro, successivamente chiamato Diermo. Per questo motivo, quando il Magister si era presentato dicendo che da quel momento avrebbe vissuto dall'altro lato, lui si era emozionato, provando però un moto di paura.

Ora girava per i corridoi di un'accademia enorme, piena di gente sconosciuta e di ragazzi dalle capacità simili alle sue. Era stato presentato a tutti i Professori e aveva conosciuto il suo compagno di stanza Zahir, che non aveva aperto bocca tranne che per dire il suo nome.

Non gli dispiaceva nemmeno avere una stanza in comune con un solo ragazzo. Da dove veniva, le camere erano piene di letti, alcuni addirittura condivisi da due bambini per il poco spazio disponibile. Avere Zahir come compagno di stanza era come non averne affatto e per lui, oltre ad essere una novità, era anche una liberazione.

Yukon si guardò intorno alla ricerca di una qualsiasi indicazione che potesse condurlo alla biblioteca, ma sospettava che in quel posto non esistessero cartelli, come se dovesse essere innata la capacità di orientamento all'interno della Fourelm.

«Ti sei perso».

Sobbalzò e si girò a guardare il ragazzo dietro di lui. Era più basso, capelli scompigliati, simili a un nido di merlo, grandi occhiali dalla montatura nera con un pezzo di scotch nel mezzo. Lo guardava dal basso, senza una vera e propria espressione. Non aveva posto nemmeno la domanda, era stata un'affermazione, la sua, una costatazione.

«Come lo sai?».

«Sei al piano dei dormitori dell'anno di Larimar».

«Anno di chi?», Yukon inarcò un sopracciglio chiaro e spostò i propri occhi turchesi con piccoli scatti da un lato all'altro, notando solo in quel momento che tutti i ragazzi a quel piano indossavano dei maglioni azzurri e non color prugna come il suo.

«L'ultimo anno dell'accademia. Tu sei del terzo, anno di Ametista».

«Non ti seguo».

«No, ero io che seguivo te».

Yukon raddrizzò la schiena, che non si era accorto di aver inarcato in avanti per guardare più da vicino quel ragazzo particolare. Forse era stato un gesto istintivo, abituato a parlare con i bambini della casa dove era cresciuto.

«Chi sei?».

«Elnath», rispose l'altro con un'alzata di spalle, come se fosse ovvio che il suo nome dovesse essere proprio quello.

«Bene, Elnath, tu sei dell'ultimo anno?».

Annuì con un mezzo sorriso. Una fossetta si formò sulla guancia sinistra, tanto piccola da essere quasi invisibile. Era evidente gli piacesse essere uno dei più grandi della Fourelm.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 16, 2023 ⏰

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