01. Shut up, count your calories

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- Icelyn Maria -
età: 18 (quasi)

Novembre
Ultimo anno alla Johnson High School

Lui non sa nemmeno che esisto.

Ogni tanto, durante l'ora di matematica mi chiede in prestito gli appunti, domandandomi se ho capito qualcosa delle equazioni a più incognite. Povero illuso, non sa che all'età di soli sei anni mangiavo l'algebra come se fosse M&Ms. Ad ogni modo, io da brava ragazza senza un minimo di amor proprio quale sono, che faccio? Mi fingo stupida solo per dire: «Ah no, Augustus. Quelle formule mi sembrano impossibili.»

Poi lui mi sorride, con quei suoi occhi da mutaforme. E quando dico così mi riferisco al fatto che cambiano colore, oscillando tra il grigio e il verde ad una velocità soprannaturale. Forse è un vampiro. Non mi dispiacerebbe affatto avere un Edward Cullen dipendente da me, e dal mio sangue. Mordimi Augustus Logan Hurt-Brekker, fammi diventare la tua fonte di vita.

La femminista che è in me sta sanguinando dal dolore, insultandomi per essere un'emerita idiota. Scuoto la testa, mangiucchiando il tappo della penna. Odia quando lo chiamo Augustus. «Logan», mi corregge sempre col suo secondo nome. «Colpa della mia famiglia. Tipico dei ricchi: danno tremila nomi ai figli solo per sentirsi superiori. Tu invece sei Mary, giusto? Vivi nella strada di fronte alla mia.»

Maria, ma va bene lo stesso. E sì, vivo nella stanza di fronte a quella della tua townhouse da quasi cinque anni.

Da quel che ne so, la sua famiglia ha così tanti soldi che potrebbe effettivamente comprarsi l'intera contea. Ma non dice molto di lui, né mi è chiaro del perché un ragazzo diciottenne viva da ormai cinque anni in questo mediocre quartiere, con nient'altro che un maggiordomo. Alcune voci di corridoio speculano che abbia combinato così tanti casini alla vecchia scuola privata dell'Upper East Side, che i genitori hanno dovuto esiliarlo qui. Storco il naso. Cosa avrà mai potuto fare di così disastroso?

Ma, tornando a noi, oggi è un giorno speciale; perché Augustus, guardando fuori dalla finestra, mi ha appena domandato nell'ora di storia cosa ne pensassi della pioggia.

«Odio i temporali, odio l'autunno, l'inverno e in genere il brutto tempo. Vorrei fosse sempre estate», dice mentre le sue iridi analizzano perse il tempaccio.

Ho i gomiti poggiati al banco e le mani mi sorreggono la testa. Lo sto fissando. Spalanco la bocca e butto fuori un sospiro incredulo. Sono abbastanza sicura del fatto che i miei occhi siano ora a forma di cuoricino.

Mi schiarisco la voce. «Io invece adoro l'inverno, è così... Pulito e candido» ammetto in un tremolio. «E amo la pioggia, i baci migliori sono sempre sotto la pioggia.» Stupida, stupida, sei solo una stupida. Non posso credere di averglielo veramente detto. Come se sapessi com'è baciare. Il che è abbastanza deprimente. L'unica cosa su cui ho poggiato le labbra nei miei diciassette anni e mezzo di vita, è il cuscino di camera mia, quello rosa con la stampa ad unicorni.

Grazie a Dio la campanella suona, interrompendo la mia ennesima figura di merda. Raduno le mie cose e faccio per uscire dall'aula. Tengo la testa bassa, un'abitudine che ho da tutta la vita in realtà. Se tra le voci degli altri studenti fingo di non esistere, di essere invisibile, loro non si possono accorgere di me. Non pretendono di guardarmi dentro, sotto gli strati di grasso, e Virgin Pork non risuona nelle mie orecchie.

Non appena metto piede nel corridoio una voce mi richiama. «Mary, aspetta!»

Sbatto le ciglia, no devo per forza aver udito male. La cotta smisurata che ho per questo ragazzo mi porta alla pazzia. Ora sento anche la sua voce? Complimenti alla tua immaginazione, Maria. Proseguo verso l'armadietto, quando un braccio muscoloso si allunga di fianco alla mia testa, e la figura alta mi fa trasalire. Per la sorpresa il libro di chimica scivola dalle mie dita, cadendo in un frastuono a terra.

𝑾 𝒊 𝒏 𝒕 𝒆 𝒓 𝒍 𝒂 𝒏 𝒅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora