Capitolo 13

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La musica aiuta
a non sentire dentro
il silenzio che c'è fuori.

Alexandra pov's

La mia mano era a contatto con quella di Aaron, stavamo correndo per la casa, cercando di uscire il prima possibile da quel posto.

Io a mala pena riuscivo a stare in piedi per quanto mi tremassero le gambe, mi sentivo senza forze, non sapevo per quanto sarei stata in grado di correre.

L'aria fredda mi investì, rabbrividii immediatamente, indossavo un semplice vestito nero, attillato che mi copriva a mala pena il sedere, lo aveva scelto Henry per me, io avevo cercato di oppormi, ma lui continuò a insistere e così fui obbligata a mettermi quello straccetto.

"Stai bene?" Aaron mi prese il volto con le sue mani a modo di coppa.

Annuii timorosa.

"Hai freddo?" Perché uno sconosciuto si stava preoccupando per me? Non ne comprendevo il motivo, nulla di tutto quello non aveva senso, io di lui sapevo solo il suo nome, non potevo di certo fidarmi.

"Sto bene" Sussurrai abbassando lo sguardo.

"Hai il corpo pieno di brividi, ti porto di nuovo in università" Mi bloccai, non avevo per niente voglia di restare da sola o in un luogo chiuso.

"No" Sussurrai, per quel fievole suono Aaron si voltò per guardarmi attentamente.

"E dove vuoi andare? Dimmi qualsiasi cosa e io la farò" Sorrisi amaramente.

"Perché ti interessi così tanto a me? Non ci conosciamo da nemmeno due giorni" Calciai un sassolino che si trovava per terra e raggiunse i suoi piedi.

"Perché voglio colmare il vuoto nei tuoi occhi" Spalancai gli occhi, non lo aveva detto veramente, era la mia testa che se lo era inventato, nessuno lo voleva, nessuno voleva aiutarmi, tanto meno un ragazzo che non conosco.

"Quindi? Dove vuoi andare?" Allungò una mano per prendere la mia.

Gliela porsi timorosa.

"Mi va bene anche un chiosco del gelato, basta che non sia un luogo chiuso" Sorrise leggermente, osservai i suoi tatuaggi sul collo, quello che mi piacque maggiormente fu una rosa, era a dir poco stupenda.

"Perché hai deciso di tatuare una rosa sul tuo collo?"

Un muscolo guizzò sulla sua mascella.

Rimanemmo in silenzio, non mi aveva risposto, ma ciò non mi diede fastidio, nemmeno lui mi conosceva, quindi era normale che non si volesse aprire con me.

"È il suo fiore preferito" La sua voce era solo un udibile sussurro.

"Di chi?" Stavo forse facendo troppe domande, ma poco mi importava, la mia curiosità era troppo elevata.

"Di mia madre" Sorrise.

Io provai una stretta al cuore, per averle dedicato un tatuaggio doveva avere un buon rapporto con lei, onestamente lo invidiavo, almeno lui possedeva una madre che lo amava e non una che tornava a casa la sera dopo essere andata chissà dove, per di più ubriaca.

Strinsi maggiormente la sua mano, e questo gesto portò l'attenzione del ragazzo su di me; passeggiamo senza dire una parola, si poteva udire solo il frusciare delle foglie degli alberi.

David pov's

Quella dannata bionda era riuscita a farmi sentire in colpa, Summer mi piaceva, aveva tenacia ed era indipendente, ma alcune volte la odiavo con tutto il cuore, tipo in questo momento.

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