.a match into water.

74 12 5
                                    

tw: anoressia, autolesionismo, morte

corriamo tra gli alti alberi del bosco, tu mi tieni la mano, io ti seguo, mi affido a te. ti fermo, ho il fiatone, sento una fitta alla milza, i polmoni che mi scoppiano, l'aria fredda che mi raschia la gola. ti bacio, sulle labbra, mettendomi in punta dei piedi. ti amo e non so nasconderlo. sento le tue mani, calde e sicure, callose ma delicate, tastare la mia pelle, segnata da ricordi, pallida e imperfetta. sento freddo ma non importa, tu tremi e cerchi di nasconderlo. le nostre lingue si intrecciano in una danza, che ormai abbiamo sperimentato più volte, eppure ogni volta sembra la prima, timidi e impacciati come siamo. mi stacco dalle tue labbra, ti osservo e tu osservi me, come se fossimo due sconosciuti. mi sento debole, sono quasi due giorni che non tocco cibo e non te l'ho detto. è il tuo compleanno non voglio farti preoccupare. i dottori dicono che se continuo così rischio il ricovero, ma ormai è tutto inutile. non riesco a mangiare, provo ripudio per il cibo, neanche tu puoi farci nulla. e tu hai dei nuovi tagli sui polsi, ormai non ti curi neanche più di nasconderli. neanche tu mi hai detto nulla. siamo due casi persi, due fiori cresciuti male impossibili da recuperare. vogliamo salvarci a vicenda dall'autodistruzione. mi siedo a terra a gambe incrociate, mi gira la testa. tu fai altrettanto e mi aiuti a sdraiarmi, la mia testa poggiata sulle tue gambe. da qui riesco a vedere benissimo i tuoi bellissimi occhi color nocciola. con mano tremante prendo il tuo polso sinistro e lo sfioro a malapena con le labbra, timidi baci sulle tue cicatrici. tu accarezzi le mie ossa sporgenti, le costole ormai ben visibili, le clavicole che sembrano star quasi per uscire dalla pelle, la mano scheletrica, cosparsa dai cuori da te disegnati ieri sera. schiudi le labbra, so già quello che vuoi chiedermi, chiudo gli occhi e scuoto la testa, capisci subito la risposta. vorrei piangere ma ormai non mi escono neanche più le lacrime. mi sposti delicatamente, lasciandomi poggiare la testa su un cumolo di foglie cadute, mi fai segno di aspettare lì. in ogni caso non avrei le forze per seguirti. torni dopo pochi minuti, le mani bagnate che tengono dei frutti di bosco. strappi un angolo della tua maglietta e li poggi lì. mi aiuti ad a sedermi, facendomi poggiare la schiena sul tronco di un albero. prendi una mora e la mangi, me ne metti una tra le labbra anche a me. sento il sapore aspro, ho la nausea, ma mi sforzo di mandare giù quel piccolo frutto. continui a mangiare, imboccandomi di tanto in tanto. mi guardi fiero, come se quei pochi frutti mi avrebbero aiutato davvero. la mia maglietta sporca di succo rosso, fortunatamente non è il tuo sangue come l'ultima volta. con le dita sporche scrivo ti amo sulla tua pelle, anche sulle cicatrici. con le dita sporche scrivi ti amo sulla mia pelle, anche sulle ossa.



ora sono qui, che osservo la tua tomba, e prego nonostante non abbia mai creduto in dio. prego che ci rincontreremo. non credo nella vita dopo la morte ma lo prego ugualmente. oggi compieresti diciotto anni. adagio qualche frutto di bosco accanto i fiori che tua madre ha portato ieri mattina. quella donna mi odia. non accetta che suo figlio sia morto e il suo fidanzato ancora in vita. pensa che tu sia morto per salvare me. e un po' lo penso anche io e mi sento in colpa e desidero di morire. stamattina ho fatto colazione, ho mangiato due fette biscottate con la marmellata ai frutti di bosco. ho sporcato la maglietta e mia nonna mi ha sgridato, ma non mi importa, mi ricorda la maglietta che ho indossato quel pomeriggio di esattamente un anno fa nel bosco. ho anche pranzato, cinquantacinque grammi di pasta al pesto e una mela e mezza. ora dovrei fare merenda. forse prendo un gelato con nonna tornando a casa. fragola e limone, sono banale, lo so, ma è il mio preferito. ho preso due chili nell'ultimo mese. i dottori dicono che sto facendo passi da gigante. tutto grazie a te. mi hai salvato, è vero. io non sono riuscito a salvare te e mi sento una merda. forse se non me ne fossi andato quella sera saresti ancora tra noi, ancora con me. non avresti fatto quel taglio, più profondo del solito, fatale. ma mi hai insegnato a vivere. so che non vorresti che muoia anche io, solo per non affrontare la vita senza di te, e farò di tutto per renderti fiero di me, anche se da lassù. non butterò al cesso tutto quello che hai fatto per me. sconfiggerò l'anoressia, lo farò per te. p.s.: e comunque ti amo te lo scrivo ancora con le mani sporche di succo di frutti di bosco.

𝐂𝖾𝗆𝖾𝗍𝖾𝗋𝗒 𝐃𝗋𝗂𝗏𝖾 𖦹 𝗌𝗁𝗈𝗋𝗍 𝗌𝗍𝗈𝗋𝗂𝖾𝗌Where stories live. Discover now