.buio.

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un ammasso di paura ed insicurezze: ecco ciò che lui vede osservando il riflesso nello specchio che ha davanti, il suo stesso riflesso. i capelli ben sistemati appena lavati ed asciugati, i vestiti puliti addosso e la sensazione della pelle pulita non bastano a farlo sentire apposto. non quando il problema, quel qualcosa di rotto che sente, si trova dentro di lui. eppure quello è il suo modo di ignorare il dolore e fingere che stia davvero bene: sistemarsi all'esterno ma non badare a quello che invece avrebbe più bisogno di essere curato, il suo animo, ferito, rotto, lesionato, trafitto.
sorriso forzato, l'ennesimo strappato a quelle labbra stanche di essere morse per l'ansia, stanche di sorridere in quel modo. fino a poco tempo fa sorrisi veri c'erano, ora non più. ora qualcosa manca.
i piedi si muovono da soli verso la porta di quella casa dalle mura da sempre troppo strette per quel giovane dalle mille sfaccettature. forse non si rende neanche conto dei suoi gesti, forse è troppo perso in chissà quali pensieri, mentre nelle sue orecchie passa chissà quale canzone. le cuffiette sempre con lui, fedeli compagne di vita, loro ci sono sempre, le uniche che non se ne andranno mai.
il vento gli carezza il viso e scompiglia i suoi amati e odiati riccioli, facendoli ricadere davanti agli occhi verdi.
sente e non sente quello che lo circonda, lo vede e non lo vede.
un passo alla volta, spedito, anche se non sa proprio dove vuole andare, dove quella passeggiata quasi irreale lo porterà.
passa il tempo ma lui neanche se ne rende conto. si siede su una panchina di un parco deserto, si siede e forse riesce a sentire quello che ha dentro, che fa così tanta confusione ma allo stesso tempo fa ribombare il silenzio. è come se sentisse tutto e niente, come se lui stesso fosse quel tutto e niente.
tira fuori il cellulare dalla tasca della felpa azzurra troppo grande per lui. senza pensare neanche per un momento di fermare la musica nelle sue orecchie, apre le note. per qualche minuto fa esitare le dita sulla tastiera, tremanti, incerte. eppure, non appena digitata la prima parola, ecco che ne sussegue un fiume di lettere, che sembra non volersi fermare per alcun motivo.
"tutti scrivono perché stanno male". quelle parole ancora risuonano nella sua mente.
ed è in questo momento che per la prima volta, inconsapevolmente, accarezza ciò che c'è di rotto dentro di sé.

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⏰ Last updated: Oct 04, 2023 ⏰

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𝐂𝖾𝗆𝖾𝗍𝖾𝗋𝗒 𝐃𝗋𝗂𝗏𝖾 𖦹 𝗌𝗁𝗈𝗋𝗍 𝗌𝗍𝗈𝗋𝗂𝖾𝗌Where stories live. Discover now