Penultimo capitolo

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Dalle finestre aperte arrivava il suono degli uccelli, un dolce richiamo l'un l'altro. L'estate era ancora lì, nell'aria calda del pomeriggio, sulla pelle sudata, tra le lenzuola bollenti, sui prati verde smeraldo, stanchi di quell'aria arida, desiderando le prime piogge, i primi venti freschi.

L'estate si sentiva fin dentro le ossa.

Eden si sentiva spossata, stanca. Eppure aveva un piccolo spiraglio di luce, in fondo a quel tunnel buio.

Osservò il piccolo disegno tratteggiato all'angolo di una pagina del suo libro preferito, quello sulle piante acquatiche italiane.

Era una farfalla, grande e bellissima, dalle ali dello stesso colore delle foglie sugli alberi fuori dal suo giardino, durante la stagione più calda dell'anno.

L'aveva disegnata tempo fa, non ricordava neanche quanto. Era ancora felice quando l'aveva tratteggiata distrattamente, durante una lettura, mentre pensava a lei.

E quando pensava a Babs, i suoi pensieri si tingevano del colore che più le associava, il verde.

Il colore della sua sciarpa invernale, il colore della sua divisa da Quidditch, il colore della loro prima volta, negli spogliatoi, il colore della sua casata.

Sorrise Eden, sfiorando con le dita sul disegno in rilievo, per le tante volte in cui ci aveva passato sopra i colori.

Eppure sospirò, chiudendo il libro e guardando un punto fisso davanti a sé.

La verità era che le mancava, e che comunque sarebbe andata, avrebbe avuto il rimorso di non averle parlato, di non aver provato a chiarire le cose.

Una piccola parte di sé, sapeva nel profondo, di aver sbagliato tutto. Di aver messo sempre i suoi desideri al primo posto, senza considerare le scelte di Babs, senza aver mai davvero parlato con lei.

Il dialogo è tutto in una relazione. La fiducia. Il rispetto.

Tutte qualità che elencava fino allo sfinimento, ma che non rispecchiavano affatto il suo comportamento nei confronti della Serpeverde.

Tante volte non si era fidata. Tante volte aveva preferito un bacio, uno sguardo, piuttosto che un dialogo. Tante volte non aveva rispettato la sua persona.

L'altra parte invece, sapeva di amarla in modo indissolubile.

Una parte che c'era sempre stata e che sarebbe rimasta in eterno.

Aveva rischiato la morte, e l'avrebbe rifatto ancora.

Aveva messo da parte l'orgoglio, la dignità per inseguire Babs, per restarle accanto.

Quella era la parte di sé che amava di più, e che sperava non venisse mai dimenticata. Che non venisse mai oscurata dai suoi errori.

Ripose il libro sullo scaffale, assieme a tutti gli altri.

Lo sguardo cadde su una foto all'angolo, in bilico tra una candela profumata e la sua boccetta di essenza alla menta, la preferita di Babs.

Era poco prima della fine della scuola.

E c'erano anche Rose, April e Lilith.

Convincere Rose a restare ferma e a comparire in una foto con due Serpeverde fu un'impresa. Ma ne valse la pena. Perché al momento era il ricordo più bello che aveva, immortalato lì.

Babs sorrideva e lei anche. Ignare dell'estate che avrebbero dovuto affrontare.

La stringeva tra le braccia, e si domandò, nel profondo del cuore, se presto avrebbe riassaporato quella sensazione.

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