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Un conato improvviso mi svegliò dal sonno profondo in cui ero rimasto fino a quel momento, indolenzito e sudato, spaparanzato sul mio letto.
Mi alzai di scatto e feci i conti con un capogiro che mi portò quasi a sbattere ai lati della porta e, cercando possibilmente di non spaccarmi le ossa, corsi in bagno.
Quel bruciore in gola mi pervase ancora una volta, facendo uscire tutti i demoni che avevano combattuto dentro di me la sera prima.
Rimasi chino in quella posizione, con la testa tra le mani, in attesa di altri conati che potessero liberarmi dall'orribile sensazione che provavo nel mio stomaco.
Quando capii che in realtà quella che mi aspettava era una lenta sofferenza, pian piano mi alzai in piedi e andai a sciacquarmi il viso e a lavare i denti al lavandino.
Per quanto volessi fare una doccia, sentivo che ero troppo stanco e non ne avrei avuto la forza.

Tornai lentamente nella mia stanza, strisciando i piedi per terra e toccando i muri con le mani quasi per reggermi, e mi stesi dinuovo sul letto.
Con lo stomaco sottosopra tentai di rimettermi a dormire, ma non ci riuscivo.
Avevo gli occhi, la testa e il corpo pesanti, ma oltre che rimanere immobile ad occhi chiusi non potevo fare altro; ero condannato a scontare lunghe ed estenuanti ore in quel modo, pagando per i miei peccati, senza però essere capace di riposare davvero.

In un misto di sonno e veglia sentii il telefono vibrare e tornai definitivamente alla realtà. Maledissi la notifica e cercai di tornare in quello stato di limbo a cui ero riuscito ad arrivare, però poi pensai che poteva essere Billie.
Riaprii gli occhi di scatto e, lentamente, allungai il braccio verso il comodino e presi il telefono.
Effettivamente era Billie.

La sera prima non le avevo dato la buonanotte e non volevo si preoccupasse, così le risposi subito.
La notte prima mi avevo scritto, verso le 22:00, che era tutto confermato per il pranzo di famiglia dai suoi a Natale.
Sorrisi, così le risposi al buongiorno e inventai una scusa per la quale non le avessi mandato la buonanotte.
"Scusami ero stanco, sono crollato subito."
Credibile? No, soprattutto per lei che mi conosceva così bene. Ma va bene lo stesso.

Billie<3

Si vedeva ieri che eri stanco

Lo so

Se c'è qualcosa che non va però sai che puoi parlarmene

So anche questo amore

Sono sempre qui se ne hai bisogno

Le mandai uno stiker con un gattino con i cuori come risposta e, una volta lasciato dinuovo il telefono, il sorriso che mi era uscito vedendo i suoi messaggi sparì per ritornare a quella smorfia sofferente e allo stesso tempo neutra che avevo visto nello specchio mentre lavavo i denti.

-

Aprii gli occhi.
Inspirai ed espirai.
Mi assicurai che almeno un po' di tutta quella sofferenza che avevo provato al primo risveglio fosse passata, e in effetti era così. Feci un sospiro di sollievo e mi sedetti sul letto.
Presi il telefono.
Erano le 13:04.

Non avevo fame ma avevo una sete incredibile, così mi diressi in cucina e, stavolta per davvero, bevvi dell'acqua.
Schiarii la voce e, pensando a come gestire la giornata, andai a fare una doccia.
Indossai una delle tute che tenevo in casa e mi sedetti al piano per distrarmi.
Iniziai a suonare qualcosina, con ancora la testa un po' annebbiata e la mente assente.
Era come se stessi facendo tutto meccanicamente.
Un senso di insoddisfazione mi riempì mentre suonavo, così mi fermai.
Non riuscivo a capirne il perché.
Sentivo come se mancasse qualcosa, come se avessi dovuto fare qualcosa ma non riuscivo a capire cosa.
La frustrazione si fece strada nel petto e sbuffai, togliendo le mani dai tasti.
Mi alzai e andai ad allenarmi.

Con le poche forze che avevo ripristinato provai a fare qualcosa, ma comunque quella sensazione non svaniva.
Suonai la chitarra, niente.
Provai a leggere e capii che non era quello ciò che dovevo fare.
Presi in mano la penna e il mio libretto di poesie ma non era questo ciò di cui sentivo il bisogno.
Ma che cazzo?
Poggiai la testa al muro, più nervoso di prima.
Cosa dovevo fare?
Pensai che forse stare un po' fuori mi avrebbe aiutato.
Mi vestii velocemente e uscii a fare un giro.

-

Rientrai a casa che erano le nove passate.
Non avevo mangiato per tutta la giornata ma comunque appena tornai non feci altro che mettermi sul letto.
Non avevo fame.
Ero solo stanco.
Avevo parlato un po' con Billie durante la giornata ma nulla di che.
Le scrissi la buonanotte e spensi il telefono.
Che stava succedendo? Mi sembrava di vivere in un loop.
Mi svegliavo e, prima che ancora la giornata potesse iniziare, volevo che finisse.
Mi mettevo nel letto, pensavo e poi mi addormentavo.
Ogni cosa che facevo prima e che mi dava quella soddisfazione interiore ormai non significava più nulla per me.

Mi sentivo perso.
Spaventato.
Non avevo nemmeno un vero e proprio motivo per sentirmi in quel modo, e questo era ciò che mi faceva soffrire di più.

Sentivo che, nonostante la mia relazione con Billie fosse appena iniziata, stessi andando un disastro. A volte ero così giù di morale che a malapena ci parlavo durante il giorno e quando ci incontravamo sembravo un morto vivente. Certe volte ancora mostravo poco entusiasmo e vedevo la sua espressione intristirsi.
Mi domandavo se ognittanto pensasse che fosse colpa sua.
Non avrei sopportato che pensasse che fosse colpa sua.

Lei meritava il meglio e io volevo darglielo, me non potevo in quelle condizioni.
Cosa mi rimaneva da fare?
Tornare in terapia?
Qualcosa dentro di me escludeva a priori questa idea, ma sentivo che era la soluzione più giusta per me e, soprattutto, per Billie.

Il giorno successivo sarebbe stata la vigilia, l'altro ancora il giorno di Natale. Pensarci mi risollevò un po' il morale prima di addormentarmi.
Pianificai che il giorno dopo avrei deciso cosa indossare per il pranzo, e se non avessi trovato qualcosa di soddisfacente sarei andato a comprarlo.

Finalmente qualcosa di diverso.

Facendo già delle combinazioni di indumenti nella mia testa, mi ritrovai pian piano ad andarmene al sonno, sperando di non rivivere ancora una volta il loop in cui mi ero incastrato.








How she changed my life- Billie Eilish Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora