Che paura quando guidi te - parte 1

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Christian e Mattia erano appena tornati da un giro per le strade di Valenzano.

E si sentivano bene, troppo bene.

"Dobbiamo uscire più spesso a passeggiare, si percepisce una serenità assurda tra queste strade." - disse Christian.
"Ah certo, a piedi. Perché te hai paura quando guido io, giusto?" - lo punzecchiò il biondo.

Christian scoppiò a ridere.

"Non dirmi che te la sei legata al dito!" - lo spinse da una spalla.
"Ma sei uno stronzo, ti ho portato in giro tutta la sera e te ne esci così! Fai credere a tutto il mondo che guido di merda, invece io guido benissimo." -

Mattia sapeva come rigirare la frittata a suo favore.

"Cosa vorresti dire con questo 'io guido benissimo'? Vorresti far intendere che io invece non sono capace?" - chiese fintamente offeso il maggiore.
"Sì, beh, potresti guidare meglio in effetti. Ti ricordo che quella frase l'ho usata io per primo...e c'è un motivo se l'ho fatto" - e nel dire quelle parole - che sapeva avrebbero fatto scattare i nervi di Christian - gli fece una linguaccia simpatica e provocatrice.

"Ma smettila va, sei tu che ti caghi sotto per nulla. Durante quel giro in moto mi hai stritolato così forte che pensavo mi avresti lasciato il segno."

Mattia arrossì prepotentemente. E Christian seppe di aver fatto centro.
Si godette la vittoria senza però dire nulla...si limitò a guardarlo con uno sguardo un po' complice e un po' divertito. Poi cambiò discorso.

"Che mangiamo per pranzo?" - erano soli in casa Zenzola, e lo sarebbero stati per tutto il giorno perché Franco, Giulia e Daniele erano fuori casa per un evento di tennis al quale erano stati invitati mesi prima e, nonostante volessero recuperare tutto il tempo perso con Mattia, non potevano rifiutare.
"Tu che dici?" - rispose timido Mattia, doveva ancora bene riprendersi dal sentimento di vergogna che aveva provato qualche secondo prima.
"Faccio io la pasta sugo e tonno va." - rispose Christian leggermente divertito per la reazione strana - ma dolce - di Mattia.

E nella testa del biondo passavano mille domande.
Perché era arrossito? Perché aveva provato vergogna? Forse perché quel ricordo di loro due a Bergamo gli aveva riportato alla mente - inevitabilmente - il momento in cui aveva creduto che Christian ricambiasse il suo sentimento. Un sentimento al quale Mattia non aveva mai voluto dare un nome e che aveva messo istantaneamente da parte, ma che sapeva fosse qualcosa di più che una semplice amicizia.

E in quei giorni di maggio di un anno prima, aveva creduto che anche Christian lo sentisse nei suoi confronti.

Eppure non era stato così, si era solamente illuso.
Pochi giorni dopo, come accadeva spesso, Christian gli aveva parlato di una bella ragazza con la quale avrebbe voluto provarci.
Chissà perché poi non lo faceva mai. Chissà perché si riempiva la bocca di grandi parole e strategie di corteggiamento, quando poi non ne metteva in atto neanche una.

"Vorrei sapere cosa sta passando per questa testolina bionda in questo momento." - gli disse Christian lasciandogli un veloce bacio tra i capelli, mentre si spostava da una parte della cucina all'altra per dirigersi verso i fornelli.

Mattia rimase stupito, era così concentrato sui suoi pensieri che non si era nemmeno accorto che il più grande gli si stesse avvicinando.
E quel gesto così dolce gli fece sciogliere il cuore.

"Non lo so neanche io è una risposta valida?" - chiese il biondo sorridendo.
Christian, intento a mettere su l'acqua per la pasta, si girò un attimo verso di lui con lo sguardo comprensivo.
"Sì, è valida. Quando lo saprai magari fammi un fischio che sono curioso di saperlo però." - disse con tono dolce.

OS ZENZONELLI - right person wrong timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora