¤ Capitolo 2 ¤

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[21 Ottobre 1993 - 365 giorni prima.]

"Date il benvenuto a un vostro nuovo compagno di classe, che si è trasferito qui a Seoul da Busan."

La voce dell'insegnante attirò l'attenzione di Hosok che, finalmente, aveva distolto lo sguardo da qualsiasi cosa ci fosse fuori dalla finestra, e l'aveva rivolto a ciò che avveniva in aula.

Osservava la scena, si era soffermato sul ragazzo e si perse, perso come se non ci fosse nessun altro nella stanza, perso come se tutto fosse improvvisamente sparito, come se un turbine, fatto di emozioni, avesse creato il vuoto intorno al loro.

Non si era mai sentito così, le mani sudate e brividi sulla schiena dal basso percorrevano la colonna vertebrale, fino alla nuca.

Il ragazzo appena arrivato, era talmente bello da lasciare incantati. E i suoi occhi spalancati a guardarlo erano lucidi e stavano iniziando a bruciare, per lo sforzo di non sbattere le palpebre, neanche una volta, per timore di perdere anche un solo istante della sua contemplazione.

"Mi chiamo Yoon. Piacere di conoscervi. Mi troverò sicuramente bene qui, vi prego di prendervi cura di me."

Le parole erano senz'altro garbate e gentili ma il suo tono era rigido e distaccato, era evidente che per lui non avevano alcun significato e che le aveva dette solo perché era necessario.

"Puoi sederti accanto a lui." Il docente aveva indicato proprio il posto vuoto accanto al suo, quello più vicino alla finestra.

Yoon si diresse verso quel posto, e Hosok si era affrettato a togliere le proprie cose che erano sparse su tutto il banco, liberando il suo spazio. Gli tremavano così tanto le mani che si era lasciato sfuggire una gomma da cancellare, che rimbalzando era finita proprio vicino ai piedi del nuovo arrivato, che si era chinato a raccoglierla prima di sedersi al suo posto.

Intanto Hosok sentiva il proprio cuore battere velocemente, iniziò a chiedersi se per caso fosse affetto da tachicardia.

Mai, nei diciotto anni della sua vita, aveva sperimentato un'emozione così forte quasi da sembrare spaventosa.

Deglutiva vistosamente, poi aveva notato la sua gomma da cancellare tra le mani del nuovo studente.

Nonostante le maniche lunghe della divisa scolastica, i suoi polsi erano ben visibili, aveva iniziato a guardarli insistentemente e si era ritrovato a pensare qualcosa di molto strano, quei polsi erano bellissimi, sottili ma agili, la pelle era talmente chiara da lasciar trasparire il verde/blu delle vene.

"È tua, no? Tieni, riprenditela."

Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, Hosok aveva sbattuto le palpebre per tornare in sé. Allungando la mano per riprendersi la gomma che l'altro gli stava porgendo, gli aveva toccato le dita.

"Scusa."

"Di cosa?"

"Ti ho toccato."

"Hai una malattia della pelle, sei contagioso per caso?"

"Ehm, n-no."

"Allora suppongo che vada bene."

Per il resto di quella lezione, non si erano più rivolti la parola.

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Non avrebbe voluto cambiare scuola, ma non aveva avuto scelta.

Osservava il ragazzo al suo fianco, sembrava infastidito per un qualche motivo e aveva deciso di provare a parlargli, così per rompere il ghiaccio.

"Come ti chiami?"

"Ho...Hooo."

"Eh?"

Dopo quel balbettare, il compagno di banco fece un gran respiro e rispose "Mi chiamo Hosok."

Grim Reaper [SOPE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora