1|| Spacciatore di Droga

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Quando ero più giovane ho fatto una promessa a qualcuno

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Quando ero più giovane ho fatto una promessa a qualcuno. Ci siamo promessi che avremmo vissuto la vita al massimo e non saremmo mai diventati come i nostri genitori. Quella persona ora è mia nemica e la odio con ogni fibra del mio corpo.

La chiameremo una decisione reciproca tra due idioti, che non hanno mai preso la decisione di smettere di essere amici. Quella conversazione tra noi due non è mai avvenuta, abbiamo semplicemente smesso di essere amici un giorno. Più che altro, lui ha smesso di parlarmi.

Alzai lo sguardo al cielo e lo fissai con stupore, gli uccelli cinguettavano mentre uscivano dai loro nidi pronti per il viaggio che li attendeva oggi. Le sfumature del sole si riversavano nel cielo mentre il mattino si liberava. Lo spettacolo era quasi mozzafiato.

Sospirando, gettai il mozzicone di sigaretta dal tetto sull'erba morta. Estrassi un'altra sigaretta dal pacchetto e me la misi tra le labbra, aspirando il filtro. Estrassi l'accendino a butano e accesi la fiamma tenendola a due centimetri sotto la sigaretta. Aspettai che il piede si accendesse e rilasciai il pulsante lasciando che la fiamma si spegnesse.

Inalando il fumo tossico lo tenni dentro per un paio di secondi prima di espirarlo. Il mio telefono squillò con una suoneria fastidiosa e lo guardai infastidita.

"10 minuti al buio" dissero, poi ci fu un silenzio che indicava che avevano chiuso la chiamata.

Gemetti, alzandomi dal tetto e spolverandomi il retro dei pantaloni. Mi diressi verso la finestra e mi accovacciai entrando nella mia camera da letto. Gettai velocemente la sigaretta che stavo fumando fuori dalla finestra.

Aprii il cassetto del mio comodino e tirai fuori un paio di centoni. Indossai delle Converse nere e uscii dalla mia stanza chiudendo la porta dietro di me. Scendendo le scale, i pantaloni mi sfregarono contro le cosce e mi fermai per il bruciore.

Scrollandomelo di dosso, scesi le scale e andai in cucina a prendere un bagel.

"Avery", sentii papà chiamarmi da dietro e mi voltai per vedere che mi fissava deluso.

"Papà, buongiorno" dissi innocentemente.

"Avery, devi smettere di fumare" disse severamente. "Non ti fa bene" aggiunse e io feci un cenno di assenso con la testa.

"Sì, lo so", risposi io. Non volevo davvero smettere. Fumare mi aiutava a dimenticare, quando mi sballavo mi dimenticavo di tutto. Ero tutta un'altra persona e mi piaceva la Avery da sballo, era molto meglio della Avery sobria.

"Ok, papà, vado a fare una passeggiata, ti voglio bene", dissi baciandogli la guancia e andandomene.

"Anch'io ti amo", esclamò mentre chiudevo la porta.

Camminavo sul marciapiede a testa bassa, con gli occhi puntati su ogni sassolino che incrociavo. Il cielo era grigio, il che significava che oggi poteva piovere. Mi piaceva il tempo piovoso, era sempre così confortante.

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