2|| Latte al Caramello

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"Cosa posso portarle, signore?" Chiesi

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"Cosa posso portarle, signore?" Chiesi.

"Latte al caramello con guarnizioni al caramello e panna montata" ordinò e io quasi mi sciolsi in ginocchio. La sua voce era cambiata molto, ma era un bel cambiamento...davvero un bel cambiamento.

"Arriva subito" dissi sorridendogli a denti stretti.

Mi misi al lavoro per preparargli il caffè e, sbirciando dietro di lui, lo vidi guardare il suo telefono. Sembrava disinteressato a qualsiasi cosa o persona con cui stesse parlando.

Smettila. È come se lo stalkerassi, è strano e inquietante. Probabilmente pensa che tu lo stia giudicando. Mi sono sentita un po' ferita, non ci siamo visti o parlati per sei anni e lui non ha nemmeno riconosciuto la mia presenza. Come se fossimo due perfetti sconosciuti che si incontrano per la prima volta.

Quando ebbi finito mi girai e lo trovai che mi stava già fissando. Ho fatto scivolare il suo caffellatte sul bancone e lui ha appoggiato una banconota da 20 dollari sul bancone. Ho preso la banconota dal bancone e l'ho messa nel registratore di cassa.

Uscì dal bar e io sospirai scrocchiando le nocche. Violet si avvicinò a me e mi voltai per vederla già in attesa di spiegazioni. "Cosa?" Chiesi e lei scosse la testa.

"Non dirmi niente di tutto questo Av, è ovvio che lo conosci", si rallegrò battendo le mani.

"No, non lo conosco", negai e questo fece sì che il suo sorriso si allargasse.

"Oh, sì che lo conosci", rise lasciando cadere l'argomento capendo che non volevo parlarne.

"Pensi che i suoi amici siano sexy come lui?". Violet chiese e io le diedi un leggero colpo sulla spalla roteando gli occhi.

"Forse", scrollai le spalle. Questo se il lupo cattivo avesse degli amici, visto che a lui interessa solo se stesso e non la sua unica e sola migliore amica che si trovava in un luogo oscuro.

"Lo dici come se conoscessi i suoi amici" accusò Violet e io risi scuotendo la testa in segno di diniego. Presi il panno verde e pulii la zona in cui avevo preparato il suo latte al caramello.

Non conoscevo assolutamente i suoi amici.

"Non è vero Violet, sto solo ipotizzando", mi difesi e lei si fermò un attimo a riflettere. Dopo un paio di secondi fece un cenno di assenso con la testa.

Mentre finivo, il campanello della porta d'ingresso suonò e io salutai la donna con un sorriso sulle labbra. Aveva uno dei sorrisi più gentili e il mio sorriso si allargò. Sembrava avere circa trent'anni. La sua pelle era scura e i suoi capelli ricci castani erano fantastici. Per un attimo pensai che fosse una delle solite adolescenti che venivano qui.

Il resto della giornata passò lentamente. Non vedevo l'ora di tornare a casa e di mettermi a letto. I miei muscoli erano indolenziti e avevo un disperato bisogno di raccontare a papà quello che era successo prima. È meglio che lo sappia, visto che vogliono conoscerlo.

Pieces TogetherWhere stories live. Discover now