capitolo-45

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Yoongi's pov

Ridacchiai sommessamente, addolcendo il mio sguardo e alzandomi dal divano. Non appena poggiai i piedi per terra sentii il pavimento freddo a contatto con la mia pelle e sussultai, cercai quindi con lo sguardo i miei calzini che avevo lasciato dentro le mie scarpe. Mi avvicinai all'ingresso e con un po' di impaccio li misi. Posi ai piedi anche le scarpe, dei carri armati neri, e mi diressi verso la porta.

-Non vuoi mettere la tua giacca? Hai detto che fa freddo-

-È vero... ma ormai sono abituato al freddo, stai tranquillo-

-Ok... torna presto-

-Sarà come se non me ne fossi mai andato- dissi con un piccolo sorriso e con questo uscii definitivamente dalla sua abitazione.

Sospirai un attimo e in seguito scesi le scale, ritrovandomi fuori dall'edificio. La notte rendeva grige le strade asfaltate, incupendo ogni cosa attorno a me. La nebbia copriva l'erba, su cui passai una mano scoprendola fredda e bagnata sui polpastrelli a causa della brina. Sulla lingua poteva quasi sentire il sapore delle prime nevi che stavano arrivando. Immaginavo già come sarebbe stato passare le serata insieme a Jimin, mentre la neve scendeva leggiadra e noi ci godevamo una tazza di cioccolata calda.

Sorrisi quasi inconsapevolmente e mi rimisi in posizione stante, cercando di ricordare dove si trovasse il convenience store più vicino. L'unico a cui riuscii a pensare era a dieci minuti dal palazzo di Jimin; quindi, presi un ritmo abbastanza veloce e mi incamminai.

Le gambe sembravano fare fatica nel muoversi, e dolevano sensibilmente ogni volta che aprivo la falcata, mentre le punte delle dita iniziavano piano ad intorpidirsi, congelandosi per le basse temperature. Mi pentii immediatamente di non aver preso il giubbino quando Jimin me lo offri.

-Con il cazzo che mi abituerò al freddo, ogni anno sembra sempre peggio. Scommetto che mi congelerò- pensai distrattamente.

Guardai le luci dei lampioni illuminare la strada, facendo riflette la mia ombra lunga sul marciapiede. Con un ghignò iniziai a muovere le braccia, osservando la mia figura su di esso, provando a riscaldare i miei muscoli con quel gioco infantile. Lentamente riuscii a riprendere il controllo dei miei arti, ma prima che potessi gioirne vidi i lampioni improvvisamente spegnersi.

Accadde tutto nel giro di qualche secondo e non appena riuscii a mettere a fuoco le figure affianco a me, sulla strada principale la luce era già tornata.

-Ci si rivede, Min- dissero.

Io iniziai a correre, provando a sfuggire alla loro pressa. ignorai il dolore ai muscoli e mi mossi il più velocemente possibile, voltandomi in dietro per vederli rincorrermi. Ben presto mi raggiunsero e con uno strattone fui tra le loro braccia. Manco il tempo di poter urlare che venni trascinato in un vicolo buio, dove a regnare c'era solo un tanfo di marcio e la mia paura improvvisa.

Mi avevano trovato. I Crown erano di fronte a me, delle spranghe in mano e dei bastoni che picchiavano sul terreno.

Sapevo bene che stessero tenendo il conto dei miei giorni, che per quanto mi fossi illuso di poter vincere quella battaglia e di ritrovare la libertà, loro stavano semplicemente aspettando che sbagliassi per togliermi tutto nuovamente. Sapevano ciò che volevano e ciò che io desideravo, quindi non mi sorpresi quando attaccarono Jimin, anzi sentii l'ansia salire, proprio perché sapevo che il prossimo a subire le loro violenze sarei stato io. Per questo avevo insistito per uscire al posto suo. Loro volevano me, nessun altro. E se fosse stato così, allora non avrei potuto nascondermi dietro i volti dei miei amici ma dovevo affrontare la loro gang. Almeno questo pensavo, prima di ritrovarmeli difronte, minacciosi e con un sorriso sardonico in volto.

ᴍᴀғɪᴀ- уσσимιиKde žijí příběhy. Začni objevovat