20 Amico, fratello, padre

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La sera precedente:

La musica dance anni duemila era a palle il locale brulicava di persone di ogni genere e rango sociale. Aaron se ne stava al bancone a bere un cocktail e cercare clientela per la serata. Gli si avvicinò un ragazzo, forse un coetaneo, lui lo squadrò con i suoi occhi scuri e lo rifiutò. Chi andava in un club esclusivo come il Queer con una camicia a scacchi stile boscaiolo essendo alto un metro e cinquanta? Inguardabile! Gridava "povero" da ogni poro del corpo, non era la compagnia che Aaron stava cercando. Ballò un po' in mezzo alla calca strusciandosi su più ragazzi, quella sera però pareva non essere proficua per niente. Scocciatosi, decise di andare via. Quando uscì si strinse nella sua pelliccia di finto visone e camminò lungo il viale principale. Indossava dei grossi tacchi rosa fluo con un plateau di oltre venti centimetri. Sculettò non curante degli insulti e dei fischi che gli venivano rivolti. Camminando si accorse che due ragazzi avevano iniziato a seguirlo, o almeno quella sensazione era palpabile, inquieto accelerò il passo restando bloccato in una strada senza sbocco. Si voltò verso i due spaventato, ma non ebbe il tempo di farsi raggiungere e vedere bene i due tipi che una grossa auto nera, si accostò piano lì vicino. Il conducente abbassò il finestrino e rivelò la sua identità. L'uomo al volante era estremamente affascinate, avrà avuto una quarantina d'anni. Indossava un completo grigio scuro firmato e, al contrario del giovane del Queer, questo urlava sono milionario da ogni poro. Catturata la sua attenzione, Aaron si dimenticò degli inseguitori e sorridendo al conducente dell'auto lo raggiunse a bordo. Il ragazzo non sapeva ancora, che quella, sarebbe stata l'ultima notte della sua vita...

L'uomo al volante non parlò, gli chiese soltanto dove volvesse essere accompagnato e Aaron gli disse che abitava sulla Line Street, gli propose un po' di compagnia, ma l'uomo pareva non essere interessato. Il giovane dai capelli tinti di platino vide la fede al suo dito e si imbronciò, perché tutti quelli belli e ricchi dovevano essere etero? L'Audi si accostò ed Aaron scese.

- Sicuro di non voler entrare? – azzardò a chiedere nuovamente. L'uomo gli sorrise, aveva davvero un bel sorriso.

- Lui non è qui vero?

- Lui chi? – gli domandò Aaron alzando un sopracciglio, di chi stava parlando con quel tono così algido?

- Alexander. – pronunciò l'uomo. Il ragazzo scosse la testa.

- Sei uno dei suoi? Beh, adesso quella troietta non è qui, ma ti garantisco che io non sono da meno...

Ciò che avvenne dopo, fu lento ed angosciante.

L'uomo seguì Aaron all'interno del vecchio garage che gli faceva da casa. Un tipo così elegante e di alto ceto, non si poteva neppure immaginarselo un luogo squallido come quello, figurarci passarci del tempo. Dopo aver consumato un rapporto in "camera" di Aaron, l'uomo tirò una striscia di cocaina dal mobiletto adibito a comò di fianco al materasso. Il ragazzo lo fece fare, dopotutto, il sesso era andato a gonfie vele e presto se ne sarebbe andato, se si fosse sentito male, o peggio, se avrebbe tirato le cuoia dopo, non gli sarebbe importato. Lui sarebbe stato soddisfatto sia fisicamente che economicamente, il resto non contava. Improvvisamente l'uomo dalle spalle larghe lo tenne bloccato sotto al suo peso premendogli un braccio contro la gola, dapprima Aaron sorrise, magari era uno a cui piacevano quel tipo di cose.

- Da bravo. – gli disse. – per questo dovrai pagare un extra! – ridacchiò mentre quegli occhi grigi diventavano rifesso di pura follia ciò mise subito in allarme il ragazzo che agitatosi cercò di urlare: – ora piatala! – l'uomo fece maggiore pressione poi, gli sussurrò:

- Perché tutti volete qualcosa? Non potete restare e basta?

Aaron iniziò a muoversi avvertendo il pericolo impossessarsi del suo corpo. Quell'uomo che si era portato a casa, non era uno come gli altri, no, quell'uomo aveva una mente crudele e deviata. Mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime, l'uomo iniziò a canticchiare una melodia sommessa. Quando Aaron ormai era debole, lui afferrò il cuscino e glielo premette con forza sul viso soffocandolo.

Run to another lifeWhere stories live. Discover now