29 Un fottuto film di Hitchcock

211 8 0
                                    


Nudo, con il corpo smunto e stanco cullato dall'acqua tiepida all'interno della vasca, Ryan, stava percorrendo con i polpastrelli, quella ferita che si era procurato al club. L'agente di polizia, si lasciò trasportare dai pensieri e, ricordò quella notte in cui quel viso scarno dagli occhi verdi ed il naso lungo, lo aveva fissato restando a bocca aperta. Elizar, ancora una volta, lo aveva messo in salvo fottendosene delle conseguenze.

Ricordava perfettamente quando durante le sue crisi, lui lo stringeva forte al suo petto. Quelle mani lunghe e sottili, gli avevano asciugato così tante lacrime che non riusciva a detestarlo nonostante ciò che avesse fatto... Sprofondò nella vasca nascondendo il capo sott'acqua. Nel frattempo in sala, Eddie se ne stava seduto sul divano, il portatile aperto su una manciata di libri impigliati l'uno sull'altro. Quando Ryan avanzò nella stanza frizionandosi i capelli biondissimi con un asciugamano, l'amico alzò per un attimo lo sguardo dal pc. Morris afferrò una mela ed iniziò a morderla ricadendo poi al fianco di Ed. Era ancora a torso nudo e l'omone poté vedere così la ferita.

- Ti sei fatto un bel taglio. – osservò.

- Non è niente – fece lui. – che cosa hai trovato? – chiese guardando lo schermo del computer. L'agente Hill stava esaminando tutto il materiale che Ryan aveva raccolto al club ancora una volta e non solo...

- Ho copiato l'interno hard disc del computer di Harris. – rivelò Eddie – Non gasarti, è criptato per la maggior parte. Ci ha messo mani uno davvero bravo, mi sta dando del filo da torcere. – ammise. Ryan sbuffò sprofondando nello schienale.

- Deve pur esserci qualcosa.

- C'è infatti. – fece Eddie. – Laisa è stata rinchiusa in una clinica psichiatrica e successivamente, in una clinica per alcolisti. Non è mai stata sotto lo stesso tetto del padre per più di due settimane consecutive.

Ryan alzò un sopracciglio ma non restò turbato da quelle rivelazioni, da un essere umano malato come Harris, non ci si poteva spettare nulla di buono. Serrò la mascella concentrandosi sul presente. Quel tipo, aveva creato un mondo oscuro all'interno del suo club dove vendeva giovani in cambio di indicenti somme di danaro, ma ad uno come lui, non era il denaro a interessare, ciò che gli dava maggior piacere, era l'atto in se, assistere da dietro ad uno schermo allo stupro era la sua bramata ricompensa.

Mentre i due amici e colleghi, stavano lavorando al caso, ipotizzando diverse soluzioni, qualcuno bussò alla porta, ovviamente Ryan si mosse dal suo posto, così Eddie tutto indolenzito, si alzò stiracchiandosi al terzo suono del campanello disse a gran voce:

- Un momento! Arrivo, arrivo.

Quando aprì la porta con sua sorpresa, si vide davanti la copia brutta di Watson. Jacob se ne stava in piedi con i suoi capelli dritti sulla testa, bloccati con un quintale di gel, il suo cappotto marrone che gli era piccolo di manica ed i suoi occhiali da sole.

- Spostati coso, sto cercando Morris. – disse Ward avanzando. Oltrepassò Eddie ed andò verso la sala, vedendo Ryan si tolse gli occhiali. Era sempre un piacere per la vista.

- Che cazzo vuoi? – gli domandò lui. Jacob sorrise con i suoi denti che parevano finti.

- Ho grandi novità. – annunciò prima di estrarre un foglio ripiegato in quattro dalla tasca. Ryan lo prese e lesse in silenzio.

- Cos'è? – gli chiese Eddie una volta raggiunti.

- La prima moglie di Harris, la madre di Laisa è rinchiusa in un ospedale psichiatrico. – rivelò sorprendendoli.

Morris si alzò subito con ancora il foglio tra le mani. Eddie, che lo conosceva meglio di chiunque altro, gli si parò davanti con la sua stazza possente.

Run to another lifeWhere stories live. Discover now