⋆୨୧˚𝐴𝑛𝑜𝑡𝘩𝑒𝑟 𝐺𝑙𝑎𝑠𝑠 𝑜𝑓 𝑊𝑖𝑛𝑒˚୨୧⋆

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!☆𝐶ℎ𝑎𝑝𝑡𝑒𝑟 𝟷☆¡𖡼

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!☆𝐶ℎ𝑎𝑝𝑡𝑒𝑟 𝟷☆¡
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La punta della matita veniva picchiettata con nervosismo sul quel povero foglio. Come se distruggere la mina sarebbe servito a tirare fuori qualche idea brillante. E ad ogni colpetto, lasciava impresso sul foglio un fastidiosissimo puntino nero, che avrebbe segnato traccia di sé in eterno.

L'orologio ticchettava instancabile, nel silenzio della stanza di Kaveh e irritato l'uomo si trovava quasi sul punto di prendere il marchingegno e scaraventarlo contro il muro. Quel rumore gli stava martellando il cervello.

Ogni cosa a dire il vero, gli stava martellando il cervello. La sua carenza di idee per la misera bozza di un nuovo edificio, l'orologio, la mina della matita ormai non più appuntita, la luce fioca che la lampada sulla sua scrivania emetteva e persino il rumore degli animali, al di fuori della casa, nel cuore della notte.

Forse era solo stanco. Anzi, senza il forse, lui era stanco, decisamente stanco. Ma non sarebbe riuscito a dormire anche volendo.

Kaveh era un uomo diligente e la sua fama nasceva dalla dedizione che prestava per suoi progetti, così raffinati e curati nel minimo dettaglio che si percepiva in un istante la passione che ci metteva nel fare le cose. Quell'uomo dedicava anima e corpo al suo lavoro, a costo di sacrificare la sua stessa salute.
Si poteva quasi dire, che Kaveh aveva un ossessione con il suo lavoro e con il finire i compiti che lui stesso si assegnava, anche se questo lo portava a ridursi a lavorare pur non avendo mezza ora di sonno in corpo, purché lui finisse di fare ciò si era ripromesso di finire.

L'uomo si lamentò sonoramente, privato della funzione della sua vena artistica e si alzò dalla sua sedia non curandosi del rumore che causò con quell'azione, posando la matita maltrattata sulla sua scrivania. Lasciò la luce accesa, consapevole che sarebbe presto tornato nelle condizioni di cui "godeva" fino a un istante prima e uscì dalla sua camera per dirigersi verso la cucina. Aveva bisogno di rinfrescarsi le idee.

Il mondo era buio, al di fuori di quelle mura da cui Kaveh non usciva da chissà quante ore, ma era ormai abituato agli spazi in cui si trovava, così seppur stanco, riuscì ad orientarsi nell'oscurità della casa.

Aprì il frigorifero e gli occhi dell'architetto ne rimasero folgorati per l'improvviso cambio di luminosità. Aspettò qualche istante e la sua vista si riabbituò. Mise la mano nel solito scompartimento e ne tirò fuori una bottiglia di vino rosso ancora da aprire.

«Non dovresti fare casino a quest'ora della notte»

Kaveh ripetè a sé stesso di essere dannatamente stanco, ma giurò di aver sentito la bottiglia parlare.

𝑇ℎ𝑒 𝑏𝑒𝑎𝑢𝑡𝑦 𝑜𝑓 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑚𝑖𝑛𝑑☆ KavethamΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα