˚。⋆୨୧˚𝐹𝑖𝑔ℎ𝑡 𝑜𝑟 𝐹𝑙𝑖𝑔ℎ𝑡 ˚୨୧⋆。˚

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!☆𝐶ℎ𝑎𝑝𝑡𝑒𝑟 𝟩☆¡𖡼

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«Suona il tuo violino»

Furono dette con una tale leggerezza quelle parole che Kaveh si sentì all'improvviso portare sul fondo dell'oceano. Trascinato all'improvviso in un luogo dove la luce non era in grado di raggiungerlo. Si sentiva frastornato.
Aveva davvero sentito bene?

Travolto da rumori confusi e non più suoni distinti, mentre l'acqua gli impediva di prendere l'aria di cui necessitava, si chiedeva se le sue orecchie funzionassero come dovrebbero.

Era forse quella che molti definiscono come ansia quella che stava prendendo il sopravvento del suo corpo, rendendolo incapace di reagire.

Che stupidaggine.

Lui che suonava il violino? Non scherziamo proprio.

Non avrebbe mai potuto suonare in pubblico, mai. Non ci sarebbe riuscito, già lo sapeva... Si ripeteva che non avrebbe mai infranto i suoi principi mentre cercava di far smettere di tremare le sue mani. Non è che non fosse capace, Kaveh sostanzialmente era bravo con tutto ciò che riguardasse l'arte, il problema era solo che... suonare il violino era una pratica così intima per lui che farlo gli sarebbe sembrata una violazione dei suoi stessi principi, una violazione di se stesso.

Non aveva mai suonato di fronte a nessuno e mai avrebbe avuto intenzione di farlo. L'unica eccezione era stata la sua famiglia, prima che tutto finisse in malora. Era stata sua madre a passargli questa sua passione fra le tante altre che aveva trasmesso al figlio, ed era così attaccato a quello strumento e ai ricordi che ci aveva costruito attorno, che non sarebbe mai riuscito a renderli pubblici.

Sarebbe stato come se si fosse messo a nudo. Come se avesse mostrato al mondo ogni parte più profonda di se, ogni tratto che il suo cuore celava e quelli di cui forse non era nemmeno a conoscenza...

Eppure non era quello stesso mettersi a nudo a fare di lui un artista?

Esporsi al mondo, ricolmi di vergogne e di paure a tal punto da esondare.

Era la prassi per quelli come lui... mostrare alla luce del sole ogni frammento di sé, dando vita a pezzi d'arte che facevano a brandelli la loro anima, mentre le persone comuni non comprendevano nemmeno 1/4 di ciò che significava quell'opera, per quanto misera potesse essere considerata.

Ignoranti nel comprendere ciò che era astratto, analfabeti di un mondo costruito da sensazioni e percezioni, in una realtà prettamente materialista e attaccata alla dimensione fisica, dove anche il sognare era diventata una pratica proibita, in quella che era la loro realtà, dove solo pochi dannati all'incomprensione riuscivano a sfuggire a quella visione grigia del mondo.

𝑇ℎ𝑒 𝑏𝑒𝑎𝑢𝑡𝑦 𝑜𝑓 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑚𝑖𝑛𝑑☆ KavethamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora