Capitolo 34

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«Forza, buttate giù quel shottino!» gridarono Evan e Deacon, battendo i pugni sul tavolino di legno intorno al quale erano seduti. Stavano incitando Axel e Carter a bere l'ennessimo bicchierino di qualsiasi cosa il barista gli avesse servito.

Axel non si tirò di certo indietro. Prese in mano il bicchierino in cui del liquido trasparente ondeggiò e lo bevve in un sorso. La gola prese a bruciargli e man mano che scendeva, si sentiva andare a fuoco tutto il suo interno, ma ogni tanto quella sensazione ci stava ― e poi erano lì per festeggiare la conclusione dell'ultimo concerto.

Ben presto sarebbe tornato dal suo Lennon e non vedeva l'ora di riabbracciarlo. Non c'era stato un secondo in cui non avesse pensato a lui o ne avesse sentita la mancanza. Forse l'unico momento in cui non aveva avuto la mente occupata totalmente da Lennon era stato quando si era seduto sullo sgabello davanti alla sua batteria e aveva iniziato a suonare per il pubblico. Le loro grida di incitamento gli aveva reso più facile restare focalizzato sullo strumento che suonava e al portare a termine il concerto in modo impeccabile.

Ma per il resto del tempo il suo pensiero fisso era stato: Lennon, Lennon e ancora Lennon.

«Il nostro miglior concerto, fino ad ora. Non avevo mai visto così tante persone venire a vederci e avete sentito come cantavano tutte le nostre canzoni? Cazzo, che figata!» esclamò esaltato Evan.

Il suo ciuffo tinto da poco di un verde fluo ― che a Axel faceva cagare ― si afflosciò davanti ai suoi occhi blu e gli oscurò lo sguardo illuminato dalla contentezza. Con una mano se lo portò all'indietro poi se la sventolò davanti al viso, «Certo che fa caldo qui dentro, eh».

«Con tutta la roba che abbiamo bevuto è ovvio che sudiamo come porci» replicò Deacon, passandosi a sua volta una mano nei ricci castani che appesantiti dal sudore avevano perso la loro voluminosità. Il suo volto abbronzato mostrava tutta l'improvvisa stanchezza che si era abbattuta sul suo corpo, ma non avrebbe rinunciato a festeggiare per mettersi a dormire.

Passarono pochi minuti, quando un cameriere arrivò con un vassoio pieno di alcolici e la prima cosa che fece fu puntare il suo sguardo su Axel che ricambiò, alzando un sopracciglio, come a volergli dire cosa desiderasse.

«Questi sono offerti da―» ma quando si voltò per indicare il ragazzo che aveva voluto offrire loro dei drink, soprattutto uno preciso al batterista, questo era già sparito, «Oh, se n'è andato» ammise in imbarazzo.

«Be', se sono offerti da qualcuno, noi di certo non li rifiutiamo» Axel gli fece un cenno con la mano di appoggiarli pure sul loro tavolino, dove giacevano una decina di bicchierini vuoti.

Il cameriere gli mise davanti il drink che quel ragazzo, sparito nel nulla, gli aveva fatto preparare proprio per lui, poi appoggiò gli altri al centro e raccolse quelli vuoti per liberne la superficie legnosa.

«Grazie» Evan lo ringraziò con un sorriso poi il cameriere tornò a lavorare dietro il bancone.

«Alla nostra salute» Axel alzò il suo bicchiere di Dry Martini per brindare, poi lo fece scontrare contro quelli degli altri e infine bevvero tutto in un solo sorso.

Erano decisamente in vena di festeggiare.

Continuarono a bere.

Axel smise solamente quando si sentì improvvisamente stordito. La testa gli girava velocemente e ciò gli stava facendo risalire tutto l'alcool bevuto fino a quel momento. Serrò le labbra e ingoiò a vuoto. La sua vista era confusa, sfocata e sembrava quasi averne perso il controllo. Non riusciva più a vedere in modo chiaro ciò che aveva davanti e intorno.

Uscì dal bagno con le gambe molli come un gelato sciolto sotto il sole cocente, reggendosi in piedi solamente grazie alla parete contro cui si era spiaccicato. Se avesse provato a camminare senza quel appoggio, sarebbe piombato a terra come un sacco di patate. Non aveva più il controllo del suo corpo e non capiva come fosse possibile. Non aveva bevuto così tanto da ridursi in quello stato ― e tra l'altro l'ultima volta che era finito con il non reggersi in piedi e non capire più niente, era stato al compimento dei suoi diciotto anni e lui, Monica e Evan avevano voluto provare a bere, finendo poi con l'ubriacarsi pesantemente.

Come Una Tempesta ~ Tematica GayOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz