Dubbi e chiarimenti

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Pietro: "Era papà. Ha ritt ca sta cercando un compromesso con la polizia, in teoria possiamo risolvere subito."

Spiegò, prendendo alcuni pancake e li mise sul suo piatto, aveva una fame da lupi dato che nessuno mangiava niente da ieri.

Ciro: "Quel infame di Ruggiero nu sacc se ci farà il favore."

Espresse i suoi sospetti contro un nuovo comandante che sembrava essere particolarmente onesto; era ironico come più un uomo era onesto, più problemi e nemici aveva.
Fatto sta che Alessandro Ruggiero era un uomo che non si poteva corrompere, Ciro la vide difficile. Ma per non preoccupare Valentina non raccontò troppo, ne avrebbe discusso con calma in un altro momento con Edoardo e Pietro.

Edoardo: "Capirà che è la cosa giusta da fare, fidati."

E così Edo chiuse il discorso, e il resto iniziò a mangiare. Valentina non aveva molto appetito a dirla tutta dopo aver sentito quelle cose, non poteva far a meno di pensare al suo sogno e di ciò che aveva pensato nel mentre, che alla fine era colpa sua se ora Napoli stava praticamente sottosopra.

Poi, aveva un'altra morte sulla coscienza. Prima Santiago, ora Ezio... nonostante fossero dei pezzi di merda lei non augurava la morte di nessuno, eppure era stata lei a sparare a Santiago e permettere che Ezio morisse. E Carmine... chissà quante persone sono morte l'anno scorso, e che non si ricordava nemmeno. Doveva assolutamente recuperare la sua memoria il più  presto possibile.

Ciro: "Valentì, adda magnà."

Le disse dopo aver notato che la sua colazione non l'aveva toccata proprio, stava solo bevendo il succo d'arancia che aveva preparato prima.

Valentina: "Non ho fame Ciro..."

Gli rispose senza nemmeno guardarlo.

Ciro: "A me non me ne fotte se non hai fame, tu mangi comunque"

Valentina: "Non voglio..."

Cercò di ribattere, ma senza successo ovviamente. Il suo ragazzo era testardo e se voleva qualcosa, l'otteneva e come.

Ciro: "Ma magn, non mi interessa"

Valentina si alzò dalla sua sedia, cercando di evitare un contatto visivo con il giovane Ricci. Vedeva però dalla coda dell'occhio che era abbastanza sorpreso dal suo comportamento.

Valentina: "Vado a sistemare la casa, dopo mangio."

Si inventò una scusa, uscendo via dalla cucina per dirigersi verso la sua stanza da letto. Dopo essersi assicurata di aver chiuso la porta si avvicinò al comodino di Ciro e il pacco di sigarette che aveva lasciato, estraendone una. La accese con l'accendino che si trovava di fianco, per poi dirigersi verso la finestra già aperta per non far restare il fumo in camera. Iniziò a piangere silenziosamente, ricordandosi nuovamente di Santiago. Lo aveva ucciso. Era come se in quel momento avesse realizzato la gravità della situazione... lei era un'assassina, come poteva continuare a vivere e far finta di niente?

Certo, era abituata alla malavita, ma ora che aveva scoperto di non essere nemmeno figlia di mafiosi ma di genitori normalissimi si sentiva ancor di più uno schifo: era una ragazza innocente prima di quell'incidente dell'anno scorso... voleva sapere come ha perso la memoria, aveva il diritto di saperlo.
La porta si aprì lentamente, ma Valentina non si girò prima di aver asciugato per bene le sue lacrime. Quando vide chi era fece un piccolo sorriso, tornando a guardare il giardino dalla finestra. Ciro le se avvicinò, abbraciandola da dietro e affondando il suo viso nel suo collo.

Ciro: "A cosa pensi ciùciù?"

Le domandò con voce rauca, lasciando dei baci umidi sul suo collo. Non ce la faceva più a starle lontano, non avevano mai fatto sesso e ora che si trovavano lontanai dai suoi genitori non c'era praticamente nulla che potesse fermarli.
La ragazza prima di rispondere spense la sigaretta e mise la cicca nel portacenere, e si girò lentamente verso Ciro sentendo già le lacrime che iniziarono ad offuscarle la vista, di nuovo.

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