- CAP 6

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Mi riscuoto dal mio stato di trance e metto via la giacca, nascondendola nel cassetto. "Ragiona, Styles. Sì è nascosto quando ha sentito Taylor. Non uscirà di lì fino a che lei sarà qui fuori con te". Scuoto leggermente la testa per riprendermi e mi avvicino alla porta, aprendola. Taylor è appoggiata allo stipite e mi guarda in cagnesco. Sollevo un sopracciglio e la fisso interrogativo.

«Non ho interrotto niente, spero» dice ironica, scrutando la stanza vuota alle mie spalle.

«Cosa cazzo vuoi, Taylor?» le ringhio contro, senza invitarla ad entrare e trattenendola sulla soglia.

Lei mi lancia un'occhiata allusiva, lasciando scorrere lo sguardo su tutto il mio corpo. Mi si forma un vuoto allo stomaco, perché è esattamente il modo in cui mi ha guardato prima Louis. Come se volesse bere la mia immagine. Ma nello sguardo di Taylor c'è qualcosa di disperato allo stesso tempo, che mi mette a disagio.

«Allora?» la incalzo.

«Ho visto John, di sotto. Ma non ho visto il nano che gli scodinzolava dietro. Pensavo di trovarlo qui e invece....» stringe le labbra con finto rammarico. «Comunque sia, dobbiamo discutere dei contratti di lavoro dei nuovi arrivi. Non possiamo posticipare ancora»

La guardo, sospirando esasperato. «E sei venuta fin qui per dirmelo? Ora scendo di sotto e ne parliamo» la liquido, rientrando in camera e chiudendo la porta.

Mi metto in ascolto. Per un po' silenzio. Poi sento l'inequivocabile rumore dei tacchi di Taylor risuonare sul pavimento del corridoio e allontanarsi. Faccio un profondo sospiro di sollievo e poi mi avvicino alla porta del bagno. Dall'altro lato riesco a sentire il fruscio lieve della stoffa dei suoi abiti. " No, Lord. Tu non te ne vai". Busso alla porta deciso.

«Louis?» chiedo, rimanendo in ascolto.

Niente, solo silenzio. Faccio per bussare di nuovo, ma la porta si apre lentamente. Un piccolo spiraglio dietro il quale si cela la mia meraviglia. Non aspetto che sia lui ad aprire del tutto, ma spalanco l'uscio e lo trovo con la mano appoggiata alla parete, nel tentativo di non perdere l'equilibrio a causa del mio brusco gesto. "Merda". Faccio due passi in avanti, occupando tutta la soglia, e mi accorgo che è vestito. Completamente. "No. No, no, no, no. Non uscirai da questa stanza, uomo". Maledico Taylor, la sua intrusione e la furia che non riesco a celare in questo momento. Louis sgrana i suoi occhi enormi, fissandomi con terrore. Poi lo sento fare un profondo sospiro e il mio sguardo vola d'istinto sul suo petto che si sollevano. Quando torno a guardarlo scopro con orrore che è infuriato quanto me. Si avvicina, spingendomi di lato e oltrepassandomi.

«Dove cazzo vai?» gli grido dietro, senza riuscire a trattenere la rabbia.

Lui evita di rispondermi, anche solo di guardarmi. Afferra la borsa ed esce dalla camera da letto.

«Porco Giuda, uomo!!» urlo, avviandomi verso di lui, ma ricordandomi che sono mezzo nudo. Torno in camera ed apro l'armadio, scegliendo una maglietta a caso. Infilo una manica e riesco sul pianerottolo. «Louis!» urlo quando lo vedo imboccare le scale.

Lui solleva appena lo sguardo, ma scompare quasi subito dalla mia vista. Sbuffo, girandomi e notando di sfuggita il suo raccoglitore, ancora sul pavimento dove l'ha lasciato prima. Infilo le scarpe senza calze e lo raccolgo, precipitandomi fuori mentre tento di lottare con l'altra manica della t-shirt. Corro lungo il corridoio, pregando di trovarlo ancora di sotto, e scendo le scale quasi volando. Corro più forte che posso verso il bar e quando vedo il suo profilo al bancone quasi svengo per il sollievo. Poi, però, mi accorgo di Taylor. Maledetta. Devo frenare di botto davanti a loro due. Louis mi fissa inorridito, mente sento, dall'altro lato, lo sguardo indagatore di Taylor. Louis si volta velocemente, attirando l'attenzione di Mario. Gli faccio un cenno e Mario sa cosa vuol dire. Trattienilo. Qualunque cosa voglia, trattienilo.

The Lord. [Larry Stylinson]Where stories live. Discover now