- CAP 13

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Dopo quella che sembra un'eternità, scosto la guancia dalla sua spalla e avvicino le labbra al suo orecchio.

«Stai bene?» sussurro.

«Posso parlare?» borbotta sarcastico.

Sollevo un sopracciglio, anche se so che non può vedermi, e mi premo contro di lui, strizzandogli un fianco. Louis sobbalza.

«Non fare tanto il saputello» replico con lo stesso tono.

«Sono definitivamente e irrimediabilmente fottuto» dice con un sospiro soddisfatto.

«Louis, per favore, modera i termini» borbotto infastidito dal suo linguaggio colorito. Poggio le braccia sulle sue e accarezzo la sua pelle nuda.

«Ma è vero» protesta debolmente, lasciandosi andare ad un gemito dovuto alle mie carezze. Sul mio volto appare una smorfia soddisfatta.

«Lo so, ma non devi usare parolacce. Odio quando lo fai» lo rimprovero bonariamente.

«Io devo sopportare il tuo linguaggio colorito» La sua protesta, ora, è più veemente.

«Il mio, Lord, è colorito solo quando mi fai vedere rosso» spiego, pazientemente divertito.

Louis si lascia andare ad un sospiro. «Ok»

Lascio cadere la fronte sulla sua schiena, mentre i nostri respiri si placano quasi del tutto.

«Harry?» mormora ad un certo punto, mezzo assonnato.

«Mmm?» replico con lo stesso tono di voce.

«Quanti anni hai?»

Sorrido piano, dandogli una strizzata alle braccia. «Ventidue» replico trattenendo un ghigno di soddisfazione.

Gli sfugge un sorrisetto. Piano piano, mi allontano dal suo corpo sollevandomi dal ripiano. Mi chino di nuovo a baciargli la schiena e poi lascio che la mia pelle si distacchi del tutto dalla sua. Un brivido di freddo la scuote.

«Vieni qui» sussurro, afferrandolo per la vita mentre la sua mancanza inizia già a farsi sentire.

"Cosa mi ha fatto quest'uomo?". Louis fa forza sui palmi, sollevandosi dal ripiano e adeguandosi alla mia presa. Il suo corpo splendido, che si muove lento e sinuoso sotto di me me lo fa rizzare di nuovo. Quando si volta, il suo sguardo è catturato proprio dalla mia erezione. Spalanca gli occhi e io alzo lo sguardo al cielo. L'afferro, rimettendolo seduto sul bancone e aprendogli nuovamente le gambe per farmi accogliere. Gli prendo le braccia inermi e me le metto sulle spalle, per poi riafferrare i suoi fianchi. Lo guardo a fondo negli occhi.

«Stai bene?» chiedo serio.

Louis mi fa un sorrisetto, inarcando un sopracciglio, divertito. «Sì»

«Bene»

Lo abbraccio stretto, tenendolo contro di me e inalando il dolce profumo della sua pelle che sa di Louis, di me e di sesso contemporaneamente. Il mio cazzo ha un sussulto doloroso.

«Non ho ancora finito con te» dico con la voce bassa e roca.

Le sue gambe mi stringono. «Ho notato» mugola soddisfatto, inarcandosi contro di me e strusciandosi contro il mio petto.

«Mi fai questo effetto» .

E sono sincero. Non so da quanto non mi capitava di scopare da sobrio. E di averne ancora voglia dopo averlo fatto. Louis è peggio della vodka. Mi ha dato assuefazione sin dal primo momento, sin dal primo attimo. Infila la testa nell'incavo del mio collo e strofina piano il naso contro di me, inalando il mio profumo.

The Lord. [Larry Stylinson]Where stories live. Discover now