-CAP 42

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Dormo poco, ma il calore di Louis mi riscalda. Ho deciso di portarlo a correre non appena sarà ora. L'altro giorno gli ho comprato anche una tenuta sportiva, dopo aver notato le scarpe da tennis nella sua camera quella sera che ci sono entrato per la prima volta. In realtà ho comprato molte altre cose. Biancheria, qualche abito di ricambio. Ma non è necessario che lui lo sappia. Conosco Louis e so che si arrabbierebbe come un pazzo furioso.

Quando l'orologio segna le 4.30 mi alzo e mi infilo nell'armadio in cerca della mia tenuta da jogging. Infilo i pantaloncini larghi neri e una canotta grigia. Tiro fuori le scarpe da ginnastica e, portando con me il borsone di Louis, mi siedo comodo sulla chaise-longue per infilarmele ed allacciarmele. Sto proprio finendo quando anche Louis si sveglia.

«Che stai facendo?» chiede con la voce arrochita dal sonno.

Alzo la testa, guardandolo con affetto, gli faccio un sorrisetto impudente. "Non sai cosa ti aspetta, Lord".

«Vado a correre» dico, tornando a chinarmi per finire di allacciare la scarpa.

Quando sono pronto, mi alzo di scatto e muovo i muscoli del collo e delle spalle per scioglierli. Gli occhi di Louis sembrano farmi una radiografia. Sono socchiusi, cupi e si sta passando la lingua sulle labbra come se volesse mangiarmi. I miei occhi, invece, sono fissi su i suoi pettorali. E' stupendo. Da scopare per tutto il giorno. Mi fa un sorrisetto complice.

«Anch'io apprezzo molto il panorama» esclamo con una risatina.

I suoi occhi corrono nei miei e mi scopre a fissargli quei meravigliosi pettorali. Abbassa lo sguardo anche lui sul suo petto, e dopo lo risposta su di me.

«Che ore sono?» dice all'improvviso, guardandosi attorno.

«Le cinque» rispondo come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Louis mi fissa sbigottito, con gli occhi spalancati. Poi ricade drammaticamente sul letto, pronto a rimettersi a dormire. Tira le lenzuola fin sul capo e poi chiude gli occhi. Mi avvicino in fretta e lo scopro totalmente, avvicinando il mio viso al suo. Louis apre prima un occhio e, quando mi scorge, fa lo stesso con l'altro. Faccio un ghigno, ma lui tenta di attirarmi a sé avvinghiandosi al mio collo. "Oh, piccolo. Non cederò alla tentazione". Con un movimento fulmineo lo tiro in piedi.

«Tu vieni con me» dico con fermezza, staccandomi da lui prima che io stesso mi tiri indietro per poterlo scopare sul letto invece che fare jogging nel centro di Londra di primo mattino. «Andiamo» dico ancora, voltandomi e prendendo la strada del bagno.

Sento Louis sbuffare. «No, col cazzo che vengo» dice acido. «Io corro la sera»

Sento un tonfo e quando mi volto lo trovo rannicchiato nuovamente contro i cuscini. Scuoto la testa divertito e mi avvicino nuovamente al letto. Afferro una delle sue caviglie e lo tiro fino ai piedi del letto senza nessuna pietà.

«Ehi!» strilla, tenendosi stretto il cuscino. «Non ho nessuna intenzione di venire» urla deciso.

Mi allungo verso di lui, gli strappo il cuscino dalle braccia e lo guardo malissimo.

«Sì, invece. Di prima mattina è il momento migliore. Vestiti, su»

Lo ribalto sul materasso e gli assesto una sonora pacca sul culo morbido.

«Non ho le mie cose per correre» dice con l'aria da saputello. Ma quando gli mostro la borsa piena di roba per lui, mi fissa sbalordito. «L'hai presa per me?» Si alza, fissandomi sconvolto.

«Ho visto le scarpe da corsa in camera tua. Sono distrutte. Ti romperai le ginocchia se continui a usarle» gli dico, incrociando le braccia sul petto e aspettando che si infili gli abiti sportivi.

The Lord. [Larry Stylinson]Where stories live. Discover now