Parte 6 - Il tramonto

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La Porsche incespica tra le radici nervose che spuntano improvvise dall'asfalto sgretolato.

Sobbalza.

Il barattolo del Kentron balla sul sedile passeggero e Berlini si artiglia al manubrio, ma non stacca il piede dall'acceleratore. Segue, fedele, le indicazioni dello smartphone con destinazione l'ultima posizione di Teresa.

Arrivo previsto tra 27 minuti. La scritta scorre sul display.

"Posso ancora mettere le cose a posto," mugugna, lanciando un'occhiataccia al barattolo sul sedile passeggero.

Le ombre del boschetto terminano all'improvviso assieme alla vegetazione e la strada si restringe. Gli pneumatici non calpestano più l'asfalto, ma una roccia nuda. Tra le sue crepe e protuberanze le vibrazioni peggiorano.

Ma dove diavolo mi sta portando? Controlla il display dello smartphone con il percorso tracciato sulla mappa.

È la strada giusta.

Continua ad avanzare ma, sospettoso, decelera.

Il sentiero svolta a sinistra. È ormai una ripida mulattiera brecciata. Le ruote scoppiettano sul pietrisco e una nuvola bianca insegue l'auto.

Sull'apice del dosso la strada spiana e si apre in un ampio pianoro dove la roccia torna a rivestirsi di terra.

Berlini sgrana gli occhi e si sporge verso il parabrezza, incredulo.

No, non può essere.

"È il nostro belvedere!" Si rivolge allo smartphone come se ci fosse Teresa al suo posto.

Pesta sul freno.

L'auto striscia, si gira di lato fermandosi in un fumo di terriccio.

Si guarda intorno, stupito, mentre con la mano tremolante saggia il taschino interno. Il pacchetto delle Marlboro è sempre lì, rassicurante.

Ma come ci sono arrivato fin qui? Guarda sott'occhio lo smartphone.

Il cursore pulsa sullo schermo nero, vuoto come un volto inespressivo.

Sfila una sigaretta dal pacchetto e se la infila in bocca. Si protegge gli occhi dal sole calante e scruta oltre il parabrezza.

La nuvola di terriccio si è posata e il belvedere gli si svela limpido.

È proprio lui, come vent'anni fa.

Da quell'altura si domina la valle sottostante. Parte da un dirupo, qualche metro più in là, e precipita a strapiombo fino a raggiungere il paese vecchio disteso nella conca, fragile, come un neonato nella sua culla.

Il sole cala dietro i muri sgretolati di quel che resta del consumato centro storico. Il riverbero della luce si insinua tra le strade, allunga le ombre e dona alle pareti sfumature rossastre.

Berlini gira la chiave nel cruscotto e restituisce il silenzio a quel luogo incantevole. Apre per metà i finestrini e gli ultimi echi del frinire delle cicale riempiono l'abitacolo di una melodia estiva.

Non era più tornato lassù da quando aveva conosciuto Teresa.

La bellezza di quel luogo era rimasta immutata, eccetto che per un particolare.

Si guarda intorno in cerca dei girasoli.

Sono scomparsi.

I grandi fiori, col sorriso del sole, coloravano il pianoro intensificandosi attorno alla roccia più alta, dove gli imprudenti si arrampicavano per godere meglio della vista. Alla sua destra quel masso è ancora lì, ma circondato solo da qualche anonimo ciuffetto d'erba che spunta tra le crepe della terra.

Il BugWhere stories live. Discover now