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La nostra storia inizia così: estate, sole... e Michele che, insieme alla sua borsa per la piscina, s'infila nello spogliatoio degli uomini. Finalmente, la bella stagione è arrivata e, i soci del club privato Nettuno (tre piscine, due palestre, ristorante, bar e, addirittura, quattro campi da tennis... insomma, chi più ne ha, più ne metta!), iniziano ad affollare la struttura, proprio come ogni anno. C'è chi vuole approfittare della palestra, cercando di correre ai ripari entro i limiti dell'impossibile ormai, praticamente, per l'imminente prova costume; chi ha già iniziato le lezioni di nuoto con uno degli insegnanti privati messi a disposizione (con una, ''piccola'', spesa in più) dalla struttura e chi, invece, semplicemente si gusta il suo pranzo; sorseggiando un bicchiere di vino sulla terrazza del ristorante, vista parco (il Nettuno, infatti, è circondato da un vasto parco che, più verde di così, non si può; sempre curatissimo, tra l'altro. Le siepi e i vari cespugli sono, ovviamente, tutti potati a rigor di righello. Perdonate questo piccolo ''gioco di parole''...). Ma, per ora, torniamo a concentrarci su uno dei nostri protagonisti che, una volta messo piede nello spogliatoio, supera tutti quelli che gli stanno intorno, evitando di incrociare gli occhi con qualcuno, manco per sbaglio (ovvero: uomini, principalmente; che si stanno mettendo il costume per poter entrare in piscina, e/o che si preparano per una partita a tennis. I soci più giovani, infatti, avrebbero a disposizione un loro spogliatoio a parte ma, Michele, preferisce optare sempre per questo perché gli viene più comodo, essendo attaccato a quello delle donne... tra poco vedremo anche il perché!), e si dirige nel primo bagno libero, chiudendosi (pure) dentro a chiave. ''Ok, ce l'ho fatta anche stavolta!'', pensa soddisfatto tra sé e sé mentre, appoggiata la borsa da qualche parte lì intorno, inizia a tirarne fuori le infradito, il costume da bagno e l'asciugamano, pronto-pronto da rifinire su una delle tantissime sdraio che, ''decorate'' a caratteri cubitali con la scritta NETTUNO, in oro su fondo blu scuro (come ogni cosa, del resto, in quel posto; ma, ci sarà tempo più avanti, per parlare di quante manie di protagonismo abbiano, diciamo così, questo club e i suoi ricchi membri), circondano il bordo piscina. Vi starete (e a ragione!) chiedendo perché, Michele, debba proprio cambiarsi in un bagno! Vedete, la risposta è molto semplice, se non quasi ovvia: Michele, è timidissimo da morire e, se c'è una cosa che non sopporta proprio fare in assoluto, è spogliarsi davanti ad altri (soprattutto se, questi altri, sono appunto degli uomini/ragazzi!). Una volta sistematosi, ripercorre la stessa strada di prima (sempre con lo sguardo basso), e si sistema nel corridoio, attaccato alla porta dello spogliatoio delle donne. Chi non lo conosce già, potrebbe fin pensare che sia un maniaco appostato, in agguato, in attesa che la porta si apra per poter sbirciare all'interno seni nudi, e relativi vari lati-B, delle socie del club. ''Insomma, ma quanto tempo ci mette ogni volta, per cambiarsi?!'', pensa irritato mentre, Eleonora (la sua migliore amica), ancora non si vede. Di solito, funziona così, tra loro: una volta che, entrambi, si sono infilati il costume, si dirigono insieme verso la piscina più grande; chi finisce prima, come una sorta di patto mai detto (essendo timidi tutt'e due, e non volendo andare a prendere posto verso le sdraio, da soli), aspetta l'altro... ma finisce sempre che, quello che deve rimanere ad aspettare per ore che la sua amica sia pronta è, ovviamente, lui. Ad esser sinceri, non ha nemmeno tutti i torti ad essere così spazientito: Eleonora, a questo giro, ci sta mettendo davvero un'eternità! Così, Michele, in un impeto di forza (più che altro, essendo già stufo di stare in piedi), alza i tacchi, girando le spalle alla porta, e fa per raggiungere l'uscita, alla ricerca di un tavolo e di una sedia... quando, senza nemmeno rendersene conto, si scontra con un altro ragazzo che, al contrario, si stava proprio dirigendo verso gli spogliatoi: <<Aah, cazzo, che botta... scusami!>>, scappò dettò a Michele che, alzando gli occhi e massaggiandosi la spalla, ottenne come risposta un <<Non ti preoccupare, anzi, scusami tu! Non ti ho proprio visto, nemmeno io... ti sei fatto male?>> da un paio di occhi marroni che, illuminati dal sole, sembravano dello stesso colore del miele; accompagnati da, un'altrettanto, voce calda: tanto quanto il mare, in piena estate. Michele, di colpo, perse la facoltà del linguaggio. Mentre, l'alto ragazzo, dai capelli neri come la pece, sembrava sovrastarlo (sorridendogli imbarazzato pure lui e dal canto suo, allo stesso tempo, forse... preoccupato?). 

TUFFARSI IN UN CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora