parte I [michele]

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<<Michele, ti stanno guardando tutti...>>.

Esattamente un annetto fa. Una classica, banale domenica pomeriggio; in un classico, banale supermercato. Tutti i Pardini, al completo: Michele, il più piccolo della famiglia (19 anni), la sorella maggiore, Serena (di, ben, 10 anni più grande!), Alberto e Valeria (ovviamente, i genitori del nostro eroe); e, quello che continuava a guardarsi intorno, guardingo e preoccupato, é proprio papà Alberto (che, non essendo sicuro di essere stato udito, dal figlio minore, ritentò una seconda volta): <<Michi... ti guardano, i tuoi capelli...>>. Ma dovete sapere, cari lettori, che Michele aveva sentito benissimo i bisbigli del padre, al suo fianco; infatti, ad una più attenta occhiata, l'uomo si sarebbe potuto più che perfettamente accorgere del viso rossissimo, come un bel pomodoro maturo, con tanto di occhi ludici, del ragazzo... se non fosse che, appunto, il signor Pardini era troppo preso a fissare le persone che incrociava lungo la galleria dei negozi, in quella noiosissima domenica, in famiglia, per accertarsi (speranzoso) che non notassero, appunto, i capelli di suo figlio. <<Dai, smettila, papà! Non vedi che lo fai rimanere male, ogni volta?!>>, la voce di Serena squillò, come sempre, peggio che se avesse ingoiato un megafono (piccola curiosità: ogni volta che qualcuno le fa notare che sta, effettivamente, urlando mentre parla, la sua risposta sempre pronta è: <<Cosa ci posso fare?! QUESTO E' SOLO IL MIO TONO DI VOCE, HO IL TONO DI VOCE ALTO!!>>. Ma, torniamo a noi...). <<Guarda che, io, glielo sto dicendo soltanto per il suo bene! Attira troppo l'attenzione, con quei capelli biondo platino...>>. ''Come se, prima che li decolorassi, non facesse così comunque...'', pensò Michele mentre, il rossore e le lacrime di rabbia/vergogna, trattenute a stento, ora vennero accompagnate anche da una serie infinita di deglutizioni varie. In effetti, impossibile dargli torto: fino a qualche mese fa, quando ancora portava i capelli del suo nero-liquirizia, naturale, i commenti del padre son sempre stati gli stessi, e medesimi. Il problema che affliggeva veramente, Alberto Pardini, era il fatto che, il suo unico figlio maschio, portasse i capelli lunghi fino alle spalle (il colore, c'entrava fino ad un determinato punto...); <<...Proprio come una ragazza!>>, diceva ogni volta, quando rimaneva da solo con la moglie, potendosi sfogare liberamente. <<Che cosa dirà la gente, in paese?! Penseranno, sicuramente, che sia gay... perchè non gli dici nulla, tu? Dovrebbe tagliarseli, e subito!>>. Valeria, dal canto suo, ha da sempre recitato la parte del genitore gentile e comprensivo, quello più permissivo insomma e, tutte le volte, si limitava semplicemente a ripetere, come un pappagallo: <<Se a lui piacciono così, che male c'é? Non sta facendo del male a nessuno, comunque.>>, anche se, a dirla tutta, sotto-sotto spererebbe anche lei che, dall'oggi col domani, il figlio ''rinsavisca'' e si faccia un taglio di capelli ''normale'', come tutti i ragazzi della sua età (o, perlomeno, la maggior parte, s'intende). Michele, in ogni caso, non proferì parola e, con la testa bassissima e l'umore sotto le scarpe, prese una decisione (per lui) ''fatale'': si staccò un attimo dal gruppetto, per dirigersi in un negozio dedicato alla cura dei capelli, e affini; qui, mentre cervava sullo scaffale dedicato alle tinte, con la vista appannata, quella più simile alla tonalità del suo colore naturale, sentì di odiare ancora di più (per l'ennesima volta), suo padre. Serena, si mise a sbuffare irritata, e si passò le mani tra i capelli, furiosa. Entrò, a sua volta, nel negozio e, raggiunto il fratello, lo fermò prendendolo per un braccio mentre, questo, si stava già dirigendo alla cassa, con fare deciso: <<Michi, non sei obbligato a farlo, se non vuoi... se a te piacciono così, insomma... lo sai...>>. Michele, sorrise, tristamente: <<Lascia stare, Sé. Va bene così, in fondo è pure vero, mi guardano sempre tutti schifati...>>. <<MANNO'! E, se anche fosse, sappi che la gente ti fisserebbe lo stesso, anche se sei impeccabile... insomma, ''impeccabile'' per i loro standard, intendo. Nessuno può dire che i tuoi capelli siano giusti, o sbagliati, Michi...>>. Il ragazzo, apprezzò seriamente il discorso consolatorio della sorella ma, scrollando la testa, mestamente, tirò fuori il portafoglio: <<Son stufo marcio>>. Valeria, ferma sull'entrata del negozio, diede un colpo di gomito al marito: <<Hai visto, cos'hai combinato??>>; l'altro, bofonchiò, semplicemente, un: <<Era ora, che lo capisse! E, se li tagliasse, ancora meglio!>>. Il vero problema che affligge, veramente, Alberto Pardini, è che è un fottutissimo ignorante (passatemi il termine, per non dir di peggio!), che crede di star vivendo ancora nell'epoca della scoperta della pietra (senza offesa, ci mancherebbe, a tutti gli uomini primitivi; che, sicuramente, son sempre stati 1000 volte più intelligenti, e in gamba, di quest'individuo). Più avanti, nel corso della nostra storia, infatti, avremo modo di vedere fino a che punto, questo genitore col suo comportamento, ha influenzato l'avvenire di suo figlio: sappiate solamente, per ora, che tutta la sua (malcelata) insicurezza, deriva soltanto dal fatto di non essersi, mai, sentito (veramente) apprezzato dal padre, nemmeno una volta. Critiche su critiche, derisioni su derisioni, insomma, arriviamo proprio all'inizio della nostra storia: in cui Michele, sfinito dalle osservazioni paterne, si tagliò definitivamente, di netto, i suoi bellissimi capelli neri, lisci come seta, per ritrovarsi alla fine con un taglio, banalissimo, che portano davvero tutti i ragazzi della sua età. 

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