2. L'odore degli ospedali

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Oikawa Tooru odiava gli ospedali.

Aveva iniziato ad odiarli da bambino, quando passava la maggior parte del suo tempo tra quattro mura bianche che formavano la stanza in cui suo padre era ricoverato.

Sua madre andava a fargli visita ogni giorno e, non potendo lasciare Oikawa da solo, se lo portava con lei.

Suo padre era sempre stato un uomo forte, dal carattere espansivo e un modello da seguire. Oikawa lo adorava, aveva preso da lui la passione per la pallavolo.

Ricordava perfettamente quando da piccolo giocavano insieme nel giardino di casa con la palla.

«Sei bravissimo Tooru! Sono certo che da grande sarai un giocatore fortissimo»

Lo aiutava ad allenarsi ogni giorno, ogni volta che tornava da lavoro, era sempre disponibile a fare dei passaggi con lui.

Tutto ciò finché non si ammalò.

All'improvviso Oikawa scoprì che suo padre aveva una grave leucemia.

Passò dal giocare tutti i giorni a pallavolo con lui, ad andare ogni giorno in ospedale.

Tooru osservava col passare del tempo suo padre peggiorare, e sua madre perdere quasi ogni speranza.

Vedeva sempre più medici passare ogni giorno nella stanza, sempre più medicinali, sempre più accertamenti da fare a suo padre.

Un giorno, sua madre si era addormentata seduta affianco al lettino d'ospedale, e lui si trovava su una sedia vicino al tavolo, mentre vide che suo padre invece era sveglio.

«Papà. Ho deciso che da grande voglio fare il pallavolista proprio come te»

«Dici sul serio, Tooru? Sono molto contento, hai un grandissimo potenziale e andrai sicuramente avanti» disse, sorridendogli, come non faceva ormai da tempo.

«Papà, vuoi fare dei passaggi con me?» chiese, mostrandogli il pallone da pallavolo che portava sempre in giro con sé.

«Mi piacerebbe tanto Tooru, ma oggi papà è parecchio stanco. Ti va se facciamo un altro giorno?»

Oikawa abbassò lo sguardo, sentendosi in colpa per averlo chiesto, «Va bene papà, scusami»

«Non scusarti, Tooru. Anzi, vieni qui» disse, battendo una mano su uno spazio vuoto nel letto affianco a lui. Oikawa scese dalla sedia e salì sul lettino, mentre suo padre gli appoggiava un braccio sulle spalle.

«Promettimi una cosa. Se un giorno io dovessi non esserci più, prenditi cura della mamma, d'accordo?»

Oikawa osservò sua madre dormire affianco a loro e annuì, «Lo farò»

«Un'altra cosa, Tooru. Vivi la tua vita come meglio puoi. Non avere rimpianti e non pentirti delle scelte che fai. Stai con le persone che ami e dillo quando vuoi bene a qualcuno. La vita è troppo breve e imprevedibile per sprecare tempo» Oikawa non potè far altro che annuire, sentendo il sonno avere la meglio su di lui, facendogli chiudere lentamente gli occhi, «Te lo prometto» riuscì a dire, prima di addormentarsi.

Il giorno dopo, suo padre morì.

Quello che ne venne dopo era sicuramente troppo da gestire per un bambino di cinque anni.

Guardò sua madre perdere il sorriso giorno dopo giorno, smise di parlare con chiunque, persino con lui. Non mangiava più, fu Oikawa a doverla costringere a farlo.

La vide sprofondare sempre più in basso, dopo la morte di suo padre.

«Riprenditi, mamma. Non posso perdere anche te»

BUT I LOVE YOU SO (PLEASE LET ME GO) ─ iwaoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora