4. Voci Di Scompiglio

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Sono passate due settimane dalla profezia che aveva sconvolto la vita di Batarij, ma la sua routine quotidiana continuava. La mattina, come sempre, si immerse nella vasca di legno all'interno della sua capanna. L'ambiente era caldo, grazie al fuoco scoppiettante nel piccolo camino, ma spoglio. Non c'erano decorazioni o ornamenti, solo il necessario per sopravvivere in un mondo selvaggio.

Batarij sprofondò lentamente nell'acqua calda, sentendola avvolgere il suo corpo come un abbraccio rassicurante. Era un momento di tranquillità e di solitudine, un breve istante in cui poteva dimenticare il peso del suo destino.
La sua pelle nuda era segnata da cicatrici, le testimonianze dei suoi scontri con grossi animali nella caccia per il suo clan. Ogni cicatrice raccontava una storia di coraggio e determinazione, ma anche di dolore e sacrificio. Mentre si lavava, sentiva il suo corpo stanco rispondere alle carezze dell'acqua, alleviando la tensione nei muscoli induriti dalla caccia.
L'acqua scorreva dolcemente sulle sue cicatrici, come una carezza gentile che le ricordava il suo percorso difficile ma anche la sua forza interiore. Era un momento intimo in cui poteva essere sé stessa, senza le aspettative e le paure degli altri.

Tuttavia, quel momento di pace fu interrotto quando Rowen entrò improvvisamente nella capanna. La sua espressione era preoccupata e affannata, e Batarij capì immediatamente che c'era qualcosa di sbagliato.

"Rowen, cosa succede?" chiese, uscendo dalla vasca e avvolgendosi in una pelle di cervo per coprirsi.

Rowen esitò per un attimo, cercando le parole giuste. "Ho sentito delle voci, Batarij. Voci che parlano di una rivolta da parte degli alfa del clan. Dicono che non ti accetteranno mai come leader."

Le parole di Rowen colpirono Batarij come un pugno nello stomaco. Non era sorpresa dal fatto che gli alfa del clan fossero contrari alla sua ascesa al potere. Lei stessa non voleva diventare il leader, ma aveva bisogno di trovare una soluzione per il bene di tutti.

"No, Rowen," rispose con fermezza. "Non posso scappare da questa responsabilità. Non voglio diventare il leader, ma non posso permettere che il clan cada nell'anarchia. Dobbiamo trovare un compromesso e un modo per mantenere la pace. Anche se dovessi lasciare il potere ad Angel."

Rowen la guardò con occhi preoccupati, ma alla fine annuì. "Hai ragione, Batarij. Ma stai attenta. Non tutti vedono il tuo cuore come lo vedo io. Angel non farà mai del bene al branco, conosci già i suoi desideri e i suoi obiettivi! A lei non interessa se i bambini e i più deboli continuano a patire la fame."

Batarij sapeva che il suo cammino sarebbe stato difficile e pieno di ostacoli, ma era pronta ad affrontare la sfida. Doveva dimostrare al suo popolo che il loro benessere veniva prima di tutto per lei. Voleva mettere fine a tutte quelle morti insensate. Voleva che mai più sangue innocente fosse versato a causa di un leader incapace come suo padre. Avrebbe fatto di tutto per mettere fine alla carestia e alle guerre tra clan.

Suo padre e la sua politica avevano lasciato indietro i più deboli, gli orfani e i malati. E Batarij nel suo cuore, desiderava solo che ognuno di loro fosse integrato nel gruppo.
Era convinta che un buon capo, dovesse prendersi cura di ogni individuo, a maggior ragione di quelli nel bisogno e abbandonati a sé stessi. Eppure suo padre non faceva altro che vivere nella sua ricchezza, senza alcun riguardo per le persone da lui stesso definite inferiori.

Nel frattempo sotto il cielo grigio e nuvoloso di Fridur, Batarij e Rowen stavano sedute su una vecchia coperta stesa tra gli alberi, circondate da un'atmosfera di empatia e compassione. Davanti a loro, una serie di piadine di farina fresca venivano preparate con cura. Non era stato facile rubare quei sacchi di farina dal deposito di suo padre, ma era comunque riuscita a prendere un paio di sacchi senza attirare l'attenzione dei cani da caccia.

Il profumo di pane appena cotto si diffondeva nell'aria, un odore caldo e invitante attirava i bambini affamati come api al miele.

I più piccoli, con gli occhi grandi e scavati, si erano radunati intorno a loro, alcuni timidamente, altri con un'apparente indifferenza, ma tutti con lo stesso segno della malnutrizione che si manifestava attraverso i visi pallidi e gli abiti logori. Il loro aspetto trasmetteva la triste storia di vite difficili e privazioni d'affetto. Soli al mondo, si rifugiavano nell'amore e nella cura dimostrati dalla preparazione e dalla distribuzione di quei pezzetti di piada calda.

Erano consapevoli, che se non ci fossero state loro due, sarebbero sicuramente morti di fame.

Batarij e Rowen lavoravano silenziosamente, formando con maestria delle piadine sottili e fragranti. Il fuoco scoppiettava sotto la padella mentre cuocevano, creando un suono rassicurante e familiare.
Le piadine si gonfiavano leggermente durante la cottura, trasformandosi in piccoli capolavori di cibo da condividere con chi ne aveva più bisogno.

I bambini aspettavano pazientemente, alcuni spingevano leggermente i loro compagni per cercare di ottenere una piadina prima degli altri, ma in generale, c'era un senso di rispetto per Batarij e Rowen. Anche se erano emarginate dalla società del villaggio, la loro gentilezza e generosità era conosciuta da chiunque fosse stato lasciato a sé stesso e dimenticato.

Il vento leggero della primavera scompigliava i capelli di Batarij, che a dispetto delle cicatrici sul corpo emanava un'aura di forza e fiducia. Aveva gli occhi azzurri che brillavano di determinazione mentre lavorava, i suoi capelli mori raccolti in una coda di cavallo sporca ma funzionale, davano un senso di stanchezza e d'incuria.

Rowen, invece, era di corporatura più esile, ma aveva un sorriso caloroso e gentile che trasmetteva un senso di tranquillità. I suoi capelli erano di un nero profondo, aveva occhi castani e scuri che riflettevano l'empatia che provava verso quei bambini. Indossava abiti vecchi ma puliti, testimoni della sua umiltà.

Mentre consegnavano le piadine ai bambini, Batarij e Rowen evitavano di guardare troppo a lungo negli occhi dei piccoli, poiché sapevano che l'immagine dei loro volti affamati e ripieni di tristezza avrebbe continuato a tormentarle durante il giorno. Dunque, si concentravano sul gesto di dar loro il cibo di cui avevano bisogno, un atto di gentilezza in un mondo che spesso sembrava così ingiusto.

Le piadine di farina erano un piccolo conforto per quei bambini, per loro era un segno tangibile di speranza.
In quel momento, Batarij e Rowen non erano semplicemente due donne emarginate, erano le guardiane della speranza per i più vulnerabili tra loro, e avrebbero fatto qualsiasi cosa per alleviare la loro sofferenza.

Perché l'amore si dimostra così, prendendosi cura gli uni degli altri.

Blood & MoonWhere stories live. Discover now