Capitolo 13

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Dai video delle telecamere non siamo riusciti a risalire a nulla, se non qualche targa ovviamente falsa.
Nella ripresa si vedono chiaramente 4 uomini incappucciati che vagano tra i corpi degli uomini a terra e sembrano scrutare ogni angolo alla ricerca di tracce lasciate dai nostri.
Ovviamente non avevo lasciato andare i ragazzi senza essere coperti adeguatamente prima.
Oltre il cappuccio e il passamontagna avevo fatto si che si vestissero copertissimi, senza far intravedere neanche un millimetro di pelle.
Cosa che a quanto pare però, il nostro uomo ha tralasciato.
I quattro uomini avevano il viso coperto, ma uno di loro non era coperto adeguatamente.
Dalla manica della maglietta si poteva infatti intravedere un tatuaggio che arrivava fino alla mano.
«Allarga qui» dico indicando sullo schermo la mano dell'uomo.
Una volta che Alessio ha effettuato lo zoom gli dico di fare uno screen e stamparlo a colori.
«Cosa sono? Rose?» chiede Salvo che si trovava alle nostre spalle.
«Si, classico...» dice Alessio.
«Classico, ma non troppo » dico guardando meglio la scena filmata dalle telecamere.
«Se notate è l'unico ad avere un fucile d'assalto il mano, gli altri hanno delle pistole in vita ma le mani le hanno vuote. Non si aspettavano un attacco ed erano "rilassati", ma evidentemente questo» dico indicando l'uomo delle rose «Era troppo importante per farsi prendere alla sprovvista o essere ferito, ecco perché girava già pronto ad un eventuale attacco» dico spiegando la situazione ai miei uomini che mi ascoltano con immensa attenzione e rispetto per le mie idee.
«Giusto, e se è importante o è il capo, o l'erede, o un familiare che potrebbe rientrare al posto dell'erede»dice Salvo, che dimostra sempre di essere sul campo da più tempo di me.
«Esattamente, e quindi il campo si stringe» gli dico di rimando, mentre Alessio continua a cercare qualsiasi minuscolo indizio sulla scena davanti ai suoi occhi.
Controllo l'orologio appeso al muro e mi accorgo di essere già in ritardo per il mio appuntamento con Jasmine.
«Devo andare, voi continuate a cercare il più possibile, ovviamente andate quando volete e l'ultimo a uscire inserisce l'allarme» do tutte le direttive del caso ai miei compagni, prendo la borsa e Ares ed esco dai garage dirgendomi in casa.
«Come mai qui così presto?» chiede mia nonna al mio rientro.
«Ho appuntamento con Jasmine, mi lavo mi vesto ed esco» le dico i miei piani per la serata.
«Ottimo! Solo, stai attenta» mi dice con apprensione toccandomi la pancia.
«Sempre» le rispondo prima di infilarmi sotto la doccia.
Una volta fuori prendo un jeans chiaro, una magliettina bianca e mi vesto in fretta prima di scendere accompagnata ovviamente da Ares che ormai porto sempre con me.
Cammino cinque minuti buoni prima di arrivare al luogo d'incontro dove vedo Jasmine che fuma.
Non appena mi vede mi viene in contro contenta, ma appena vede Ares si blocca.
«Non mi dire che ti fanno paura anche i cuccioli ora» le dico prendendo un po' in giro la sua "paura/non paura" nei confronti dei cani.
«No no, solo non me l'aspettavo» mi dice abbracciandomi e successivamente abbassandosi per dare due carezze ad Ares.
«Inizia a vedersi» mi dice con le lacrime agli occhi guardando la mia pancia.
«Si, cresce » le dico mentre i miei occhi iniziano ad appannarsi per poi sfogare in un pianto liberatorio tra le sue braccia.
Non lo facevo da troppo tempo, è sempre stata la mia roccia e da quando ho iniziato questo lavoro mi sono trovata costretta ad allontanarmi da lei.
«Ehi, piccola guerriera, tranquilla» mi dice carezzandomi i capelli come faceva sempre quando ero triste.
«Mi sei mancata tanto» le dico continuando a piangere.
«Waw, ma allora la gravidanza ti ha fatto bene davvero, prima eri completamente inaffettiva» dice ironizzando il fatto che mi ha sempre dato un certo disagio abbracciare le persone o dire semplicemente parole dolci.
«Può essere » dico prima di staccarmi da lei e tirar su con il naso.
«Dai, andiamo a mangiare, che con tutta la gravidanza sembri più magra. Che c'è ragazza, hai paura di ingrassare?» dice prendendomi in giro amorevolmente.
«No, sarà lo stress» dico asciugando con la mano un ultima lacrima che stava ancora vagando sul mio viso.
Entriamo al ristorante e ci sediamo.
Parliamo un po' del più e del meno, ci diciamo come stanno proseguendo le nostre vite e la piega che stanno assumendo.
Arrivato il cameriere ordiniamo due piatti di pasta, uno per me al pesto di pistacchio e lei una tagliatella al ragù.
«Si, guarda che foto carina» dice mostrandomi una foto sua con Damian.
E li scattò tutto.
Il tatuaggio.
Osservo quella foto e quasi le stacco il telefono di mano.
«Davvero carina» le dico sorridendole e pensando che sarà sicuramente una coincidenza, che l'uomo incappucciato al porto non potrebbe mai essere lui.
«Ah, prima che me ne dimentico, qual'era la novità che volevi dirmi?» le chiedo curiosa.
Noto che subito si rattrista, inizia a vagare con i pensieri e me ne rendo conto dalla sua espressione, che potrei riconoscere tra un milione dato gli anni passati insieme.
«Oh, beh... Niente di così importante» mi dice con un finto sorriso.
«Daiii parla, non mi lasciare con la curiosità.» le dico ansiosa di sapere.
«Beh sono due in realtà» mi dice tornando leggermente più allegra.
«Meglio ancora, quindi?» un ansia strana inizia a scorrere nelle mie vene.
«Damian mi ha chiesto di fidanzarci ufficialmente e di andare a vivere insieme» dice tutto in una volta come se dicendolo piano questo suo sogno si sarebbe dileguato in un pensiero lontano e sfumato.
«Waw Jas, è una notizia bellissima! Come mai non ne sembri felice?» chiedo notando una malinconia particolare nei suoi occhioni scuri.
«Sono felice per questo, è l'altra notizia il problema» non incrocia neanche il mio sguardo.
«Ila, vedo che sei andata avanti e l'hai superata, non voglio darti pensieri nelle tue condizioni, però devi saperlo» mi dice, intuisco già di chi voglia parlarmi dalle sue parole.
«Parla e basta Jas, non preoccuparti»
Le dico tranquillizzandola
«Michele sarà qui questo fine settimana»

Il Segreto Di FamigliaOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz