Capitolo 1.

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«Mamma, dove hai messo i miei pantaloncini neri?», chiedo ad alta voce, già infuriata alle nove del mattino.
«Controlla bene, saranno incastrati in qualche cassetto! Te l'ho detto più di tre volte», risponde una voce dal bagno.
Cazzo, non può farmi trovare i vestiti che le elenco la sera prima, già pronti?
«Trovati».
Oggi è il giorno del trasferimento a casa della famiglia Lester, un vero incubo. Ho sempre adorato Arianne e Thomas, a differenza di loro figlio.
È un vero ragazzaccio, se pur molto affascinante. Non sopporto il fatto di vederlo illudere sempre una ragazza diversa, è un comportamento davvero immaturo per uno della sua età. Come può portare delle ragazze a letto e poi scaricarle come rifiuti?
Ma a parte questo, che faccia come vuole! Meglio sbrigarsi. Sono già in ritardo e non voglio dare una brutta impressione ai Lester.
«Hai finito? Siamo in ritardo e sei lì davanti da più di tre ore solo per scegliere dei maledetti vestiti!», urla mia madre dal piano di sotto, pronta ad uscire, davanti il portone.
«Sì, mamma. Eccomi», scaravento giù tutte le valigie e lo zainetto che ho sulla spalla cede, finendo sul pavimento.
Merda.
«Che disastro! Sbrigati, papà è già in auto insieme ai nostri bagagli», mi ricorda.
Come se non lo sapessi, mamma.
«Arrivo», rispondo con uno sbadiglio.
Sarà proprio una giornata frustrante, spero di non incontrare di già quel deficiente.
Mi do un'ultima occhiata davanti lo specchio, all'ingresso, poi decido che è arrivato il momento di lasciare questa casa e sistemo tutti i bagagli in auto, facendo attenzione a quelli dei miei genitori, i fottuti fortunati che stanno per partire per tre mesi interi.
Entro dentro già nervosa, come mio solito.
«Vi ho già detto che potevo andarci anche a piedi, è vicinissimo!».
«Diane, hai troppe cose da portare e non ce la faresti mai da sola. A proposito, hai portato un'intera casa?», comincia mio padre, mettendo in moto.
«Ha-ha, divertente. E comunque sì, perché è un sacco di tempo ed io ho bisogno di tutto il necessario», spiego.
«Va bene. Comunque la casa dei Lester è anche di passaggio, quindi mentre passiamo per andare in aeroporto ti diamo uno strappo noi. Non ci vedo nulla di male!», continua mia madre.
«Va be', ho capito. Sono arrivata, ci vediamo a settembre», dico aprendo lo sportello e uscendo dall'auto.
«Aspetta, Diane! Ti aiuto con i bag-», prova a dire mio padre, imitandomi uscendo dall'auto e correndo verso di me. Ma ad un tratto si interrompe, quando scorge una figura alta, con il ciuffo scombinato dal vento, occhiali da sole e... a torso nudo.
A torso nudo.
Semplicemente Marcus.
«Buongiorno, Miguel», dice rivolto a mio padre.
Non mi degna di uno sguardo, lo stronzo.
Cerco di alleviare il rossore della mia pelle mentre sistemo nervosamente la spilla a forma di tulipano che ho sui capelli.
«Buongiorno, ehm, ragazzo. Stavo aiutando mia figlia... a prendere i bagagli», comincia mio padre non sapendo cosa dire.
Cazzo, parla normalmente, papà!
«La aiuto io», risponde con un sorriso beffardo Marcus, spostando lo sguardo da mio padre a me.
In quel momento un'espressione beffarda si presenta sul suo volto e io vorrei solo sprofondare dalla vergogna davanti ad una scena del genere.
«Va bene, grazie. Saluta Arianne e Thomas. Ci vediamo Diane», conclude mio padre di fretta, tornando in auto e sfrecciando via, lasciandomi lì.
Davanti a lui.
Mezzo nudo.
Con tre valigie e uno zaino gigante.
«Sarà divertente», dice interrompendo il silenzio, ancora con quel sorrisetto mentre comincia a prendere due valigie.
Non so se sarà così divertente.

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SPAZIO AUTRICE:
Hello, readers! Eccoci qui con il primo capitolo. La storia inizia così, questo è il primo incontro dei protagonisti e presto succederanno molte cose che renderanno la storia più intrigante, in modo che possa attirarvi di più.
Fatemi sapere cosa ne pensate per ogni capitolo, mi raccomando! Sia qui nei commenti, sia su Instagram se vi fa piacere.
Restate attivi perché la storia si evolverà sempre di più.
Ci sentiamo nel prossimo capitolo, a presto!
Ig: jades_.bookss._

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